Capitolo 11

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(La copertina è stata fatta da me)

Attenzione: ci sono scene che potrebbero turbarvi.

Laurel’s POV

Sentii la schiena sbattere contro lo scaffale e poco dopo mi ritrovai seduta sul mobile della lavanderia. Le sue labbra andavano su e giù lungo il mio collo ed io lo allungai, facilitandole il compito.

-Sara… Lei arriverà tra poco…- disse lei e fece per staccarsi, ma io la baciai, circondando il suo corpo con le mie gambe e attirandola a me.

-Non preoccuparti Nyssa, non ci scoprirà- le sussurrai sulle labbra e lei riprese a baciarmi.

Era stato semplice convincere Nyssa a baciarmi, era bastato farle bere qualcosa di accidentalmente forte e farle perdere il controllo.

In realtà volevo che Sara ci scoprisse, così cercai di continuare il più possibile.

Le tolsi la giacca e lei rimase in canottiera; stavolta fui io a baciarla e con le mani tracciai i bordi delle varie cicatrici che aveva sulle braccia.

Ad un certo punto sentimmo qualcosa cadere a terra: ci voltammo verso la porta della lavanderia e vidimo Sara, la quale aveva lasciato cadere le colpo la roba che avevo accidentalmente dimenticato di sistemare in lavanderia e  che ero sicura lei avrebbe sistemato al mio posto.

Nyssa si riscosse, ma non sapeva cosa dire.
Sara ci guardava disgustata e ferita.
-Nyssa… Cosa significa?!- disse cercando di mantenere la calma.

La diretta interessata non rispose, incapace di dire una parola, così parlai io:-Nessuno ti ha detto che interrompere è da maleducati?-.

-Che significa?!- ripeté mia sorella.
-Pensavo fossi un esperta in questo visto che sei stata con ogni singolo uomo e donna sulla faccia della terra senza pensare alle conseguenze- le dissi. Frecciatina lanciata.

-Ti ho sempre difesa, ero sempre dalla tua parte! Pensavo fossi una persona migliore, ma evidentemente mi sbagliavo- disse Sara rivolta a Nyssa e poi se ne andò.

-Lo sapevo! Lo sapevo! Accidenti, che diamine ho fatto?!- disse Nyssa.

-Hai solo fatto quello che ritenevi giusto- dissi posando una mano sulla sua spalla, ma lei si scostò.

****
Nyssa’s POV

-Era tutto un piano vero?! Tu volevi che lei ci trovasse, l’hai fatto di proposito!- dissi.

Ma certo, ora capivo tutto! L’invito, il bicchiere di vino, era tutto calcolato!
-Ha iniziato lei, io ho solo fatto la mia parte- disse tranquilla.

-È tua sorella dannazione! Come puoi farle una cosa del genere?!-.

-Lei mi ha portato via il mio fidanzato ed ora io ho fatto lo stesso con lei. Siamo pari no?-.

Uscii dalla lavanderia e afferrai la giacca, decisa a uscire e cercare Sara prima che si cacciasse in qualche guaio.

-Sarà anche la tua sorella minore, ma non so chi delle due è la bambina qui dentro- le dissi e uscii.


Andai al covo, ma nessuno l’aveva vista, così andai a cercarla nell’unico posto dove sospettavo potesse essere: la torre dell’orologio.

E infatti la trovai lì, rannicchiata in un angolo. Quando mi sentì arrivare alzò la testa mostrandomi degli occhi gonfi e rossi: aveva pianto e molto anche.

Accanto a lei, nella penombra, giaceva il corpo di un uomo, c’era sangue ovunque. Sara lo aveva ucciso, aveva lasciato  che la sua sete di sangue prendesse il sopravvento.

Poco lontano dai suoi piedi trovai il pugnale con il quale l’aveva ucciso: era quello che le avevo regalato io anni prima per il suo compleanno, non potevo credere che lo avesse ancora dopo tutto quel tempo.

-Sara…- dissi avvicinandomi.
-Stammi lontano!- urlò. Voleva apparire forte, ma il suo corpo era scosso da costanti singhiozzi.

-Io… È stata un’idea di tua sorella, mi ha fatto ubriacare per poi costringermi a baciarla e tutto il resto. Credimi, io non ti avrei mai tradita-.

-Come faccio a fidarmi?- chiese e le scappò un altro singhiozzo.
Mi sedetti di fronte a lei, allungando una mano verso di lei e le mostrai la cicatrice sul mio polso sinistro.

-Ricordi? Quando mi sono fatta questa cicatrice ho giurato che non ti avrei mai più mentito e io sono una che mantiene le promesse, lo sai questo- dissi e lei annuì.

-Se è vero che è stata Laurel ad architettare tutto, perché l’avrebbe fatto?-.

-Per vendicarsi. Tu le hai portato via Oliver e lei vuole portarti via me-.

Sara sospirò e poi voltò lo sguardo verso l’uomo morto accanto a lei.
-Io… Non volevo ucciderlo, ho… ho perso il controllo…- disse singhiozzando e la abbracciai, cercando di darle tutta la forza possibile.

-Lo so habib, lo so- dissi accarezzandole la testa dolcemente.

A volte mi chiedevo come facesse a sopportare tutto quello che stava passando, come faceva ad avanzare sempre a testa alta e a non mostrarsi mai debole.

Quella sera avevo scoperto un lato di Sara che non avevo mai visto, quello della persona indifesa, spaventata e fragile.

E il fatto che mi avesse permesso di vederla in quello stato mi dava la conferma del fatto che lei mi aveva perdonata.

Legends of AssassinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora