Capitolo 16

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(La copertina è stata fatta da me)

Sara’s POV

Davanti a me si ergevano imponenti i grattacieli della città. Non capivo il motivo, ma da quando ero arrivata a Star City nella mia mente avevano iniziato a comparire alcune immagini, alcune scene, esattamente come mi succedeva con quella donna.

Probabilmente stavo impazzendo.
Mi appollaiai sul cornicione del tetto e attesi la mia vittima: un uomo d’affari che come secondo lavoro faceva il direttore di un traffico di vari tipi di droghe.

Evidentemente fare l’imprenditore non rende molto e ha bisogno di un secondo lavoro, peccato che lo avesse messo in una serie di pericoli.

L’uomo si allontanò e si avviò verso il vicolo; mi alzai, intenzionata a seguirlo, ma una freccia si conficcò a pochi centimetri dal mio volto sul muro.

-Cosa vuoi assassino?- disse una voce maschile alle mie spalle -Dì al tuo padrone che sua figlia non ha intenzione di tornare-.

Mi voltai lentamente: di cosa stava parlando?

L’uomo che aveva parlato indossava un abito verde con un cappuccio e una maschera dello stesso colore; in mano aveva un arco e sulla schiena una faretra piena di frecce.

Quando mi vide in faccia sembrò riconoscermi, peccato che io non lo avessi mai visto prima.

-Sara…?- disse sussurrando.
Sara? Chi era quella donna? Una sua amica? Una sua parente? Qualcuno di importante per lui?

-Vattene, non ho tempo per uno scontro- dissi e feci per correre via e inseguire il mio bersaglio, ma lui mi venne incontro.

Iniziai a saltare da un tetto all’altro con lui alle calcagna. Ma cosa voleva da me?

Arrivai ad un punto in cui il salto da un palazzo all’altro era impossibile data l’enorme distanza tra i due edifici, così mi fermai e mi voltai verso il mio inseguitore: dato che non voleva lasciarmi fare il mio lavoro dovevo occuparmi di lui.

Corsi verso di lui e cercai di colpirlo, ma lui parò ogni mio colpo.
Mi atterrò e mi tenne bloccata a terra mentre io tentavo in tutti i modi di liberarmi.

-Lasciami andare!- dissi graffiandolo sulle braccia con le mani.
-Sara! Sono io, Oliver!- disse l’uomo mascherato.

-Non ho la minima idea di chi tu sia e comunque non mi chiamo Sara! Il mio nome è Ta-er al-Sahfer!-.

Riuscii a colpirlo sul viso con un pugno e mi rialzai, sfruttando i pochi secondi in cui lui rimase stordito.

Mi stavo allontanando, quando sentii dolore alla spalla: mi fermai e da essa estrassi una freccia.

Guardai l’uomo mascherato, il quale disse: -Mi dispiace-.
Poco dopo si fece tutto buio e caddi a terra.



Mi risvegliai sdraiata su una superficie solida e fredda, probabilmente era metallo.

Aprii gli occhi e mi misi seduta: intorno a me c’erano vari macchinari e mi resi conto di essere all’interno di una gabbia.

Ottimo, questo non ci voleva… Dovevo uscire al più presto!

La porta in fondo alla stanza si aprì: entrò una donna, piuttosto alta e giovane, capelli lunghi scuri, l’espressione preoccupata.

Un momento: era la donna che compariva di tanto in tanto nella mia mente!

-Sara…- disse avvicinandosi mentre una lacrima le rigava il viso.
-Perché mi chiamate tutti in quel modo?! Non è il mio nome!- dissi esasperata.

Si fece ancora più preoccupata e sospirò, iniziando a camminare avanti e indietro.

-Perché continuo a vederti nella mia mente?- dissi dopo un po’ e lei si bloccò -Chi sei?-.

Venne verso di me e si fermò a pochi centimetri dalle sbarre.
-Non ti ricordi di me? Sono Nyssa-.

Venni colpita da un forte mal di testa e portai la mia mano sulla fronte, appoggiandomi alle sbarre.


Nyssa…


Nyssa…


Nyssa…


-Chi sei?- chiesi debolmente mentre sentivo le mie forze andarsene sempre di più.

-Mi chiamo Nyssa Al Ghul- rispose la donna che mi aveva salvata.



-Stai bene?- chiese e ritornai in me.
Che diavolo mi stava succedendo?

-Sì, non è niente. Mi dispiace di aver colpito il tuo amico ok? Mi stava inseguendo e dovevo liberarmi di lui, avevo una missione da svolgere- dissi.

Lei annuì e in quel momento l’uomo del tetto, Oliver mi pare, entrò nella stanza.

****
Nyssa’s POV

Oliver mi fece cenno di avvicinarmi a lui, così mi allontanai da Sara e lo raggiunsi alla porta della stanza.
-Allora?- mi chiese.

-È sicuramente sotto il controllo di mio padre, le ha fatto dimenticare tutto su di noi e sul suo passato- spiegai.

-Ci sono possibilità che recuperi la memoria?- chiese.
-Sì, ma dobbiamo stimolarla. Mostrarle vecchie foto, raccontarle vecchi aneddoti… potrebbe volerci del tempo-.

-E non possiamo tenerla chiusa là dentro per sempre- aggiunse Oliver ed io annuii.
Poi mi venne un’idea.

-Forse ho un’idea- dissi e mi avvicinai di nuovo a lei.
Aprii la serratura della gabbia dove stava rinchiusa e lei mi guardò perplessa.

-Facciamo così: Star City è piena di criminali nemici della Lega; tu verrai a stare da me  se prometti di non lasciare mai l’appartamento io ti aiuterò ad occuparti di queste persone. L’importante è eliminare i nemici, dico bene?-.

Lei sembrò rifletterci e poi annuì.
-D’accordo, affare fatto-.
Sorrisi.

Mio padre aveva giocato un colpo basso, ma avrei mosso mari e monti pur di far tornare Sara da me.

****
Sara’s POV

Arrivai a casa di Nyssa e la testa mi fece di nuovo male.


Nyssa…


Nyssa…


Nyssa…


-Hey…- disse Nyssa mettendomi una mano sulla spalla.

-Sto bene, ho solo bisogno di dormire-.

Annuì e mi condusse verso la mia stanza mentre nella mia testa facevano capolino centinaia di domande tra le quali spiccava: che mi sta succedendo?


Note:
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va😊
Bye

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