Capitolo 10

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(La copertina è opera mia)

Laurel’s POV

Scesi dal taxi e mi incamminai nel vicolo. Era tarda notte e in giro non c’era quasi nessuno ormai.
Arrivai in fondo al vicolo e attesi. L’adrenalina e la tensione erano alle stelle.

-Cosa vuoi?- chiese un uomo mascherato arrivando alle mie spalle.

-Mia sorella è determinata a scoprire chi ha drogato papà per ucciderla- dissi.
Lui sospirò, avanzando.

-Cercherò di fare in modo che lui risulti colpevole o che qualcuno sia condannato al suo posto. C’è un farmacista che mi deve un favore, non esiterà ad aiutarmi-.

Annuii.
-Ricordi la tua parte del patto vero?- gli chiesi.

-Ma certo: tu le separi e io farò in modo che a tua sorella non venga fatto del male-.

Mi voltai e tornai sulla strada.
Era crudele quello che stavo facendo, ne ero consapevole, ma questo gioco lo aveva iniziato lei.

****
Sara’s POV

-Ti sei sistemata almeno cinquanta volte, stai benissimo così- disse Nyssa.

Era il giorno del processo a mio padre ed ero nervosissima. Avevo cambiato almeno cinquanta volte i vestiti, non mi sembrava mai adatto.

Alla fine avevo optato per un top bianco, pantaloni dello stesso colore, giacca rossa e bianca e stivaletti bianchi.

Alla fine avevo optato per un top bianco, pantaloni dello stesso colore, giacca rossa e bianca e stivaletti bianchi

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Quando arrivammo in aula vidimo mio padre accanto al suo avvocato: sembrava stessero discutendo animatamente.

-Possiamo iniziare- disse il giudice entrando.
Il primo testimone era il barista che aveva servito papà la sera prima che tentasse di uccidermi.

-Conferma che l’imputato ha ordinato da bere nel suo locale quella sera?- chiese Judit, l’avvocato di papà.
-Sì è così-.

-E quanti bicchieri ha ordinato?-.
-Non ricordo bene, probabilmente cinque o sei, tutti di Vodka-.

Sospirai, la tensione stava aumentando.
-Non ho altre domande- disse Judit e si sedette mentre si alzava l’uomo che rappresentava lo stato, Bart.

-Con cinque o sei bicchieri di vodka si può essere talmente sballati da non capire cosa si sta facendo?-.

-Beh no; ci si ubriaca, ma non così tanto- rispose il barista.
-Quindi ora di mattina lui avrebbe potuto tranquillamente smaltire l’alcool in circolo-.

-Esattamente-.
-Non ho altre domande-.

Il giudice fece uscire il testimone ed entrare il successivo.
Continuammo per tutta la giornata, finchè a tardo pomeriggio non arrivò l’ultimo testimone.

-Signor Jones, lei è un farmacista dico bene?- chiese Judit.
-Sì esatto-.

-Conosce il nostro imputato?-.
-Sì, sono stato io a drogarlo per fargli uccidere la figlia-.

Il silenzio calò in aula. Nessuno osava dire niente, nessuno osava muoversi.
-Perché l’ha fatto?- chiese Judit.

-Perché quella donna non merita di vivere, porta soltanto guai- disse ed estrasse una pistola dalla giacca, puntandola verso di me.

Tutti si buttarono a terra, temendo che sparasse, ma la sicurezza intervenne tempestivamente e lo disarmò.

-Il signor Jones è in arresto per il tentato omicidio della signorina Lance e il Capitano è scagionato da ogni accusa. Potete andare- disse il giudice.

Mentre la polizia portava via il farmacista mio padre venne verso di me e mi abbracciò.

-È finita papà. Mi sei mancato tantissimo- dissi stringendolo.

-Anche tu figlia mia. Tutte e due- disse abbracciando anche Laurel.

Quella sera organizzammo a casa nostra una cena per festeggiare tutti insieme il rilascio di mio padre.
Dopo la festa io e Nyssa rimanemmo da sole in camera. Sembrava pensierosa, come se qualcosa non la convincesse.

-Tutto bene?- chiesi avvicinandomi.
-Non mi convince… Secondo me non è stato quel farmacista a drogare tuo padre- disse Nyssa.

-Tu credi? A me sembrava piuttosto convincente- dissi.

Lei sospirò, voltandosi verso di me e spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-Sai che ti dico? L’importante è che tu sia qui e stia bene- disse baciandomi.

Camminavo avanti e indietro per la stanza, nervosa. Nyssa era partita per una missione molto rischiosa e non vedevo l’ora che tornasse.

Ero preoccupata che potesse non farcela, che fallisse e che venisse uccisa.

In pratica stavo morendo durante quell’attesa.
Ad un certo punto la porta si aprì e lei entrò.

Stava bene, era lì davanti a me.
Mi sorrise e chiuse la porta. Il tempo di fare un passo e le fui subito addosso, baciandola.

Ricambiò il mio bacio, sollevandomi e portandomi verso il letto.
Qualche ora dopo ero distesa accanto a lei, la testa posata sul suo petto.

-Se questo è l’accoglimento dovrei partire più spesso per delle missioni rischiose- disse Nyssa ridacchiando.
-Posso darti questa accoglienza ogni volta che torni da una missione- dissi baciandola.

-Sono passata a Star City mentre ero fuori in missione. Ho visto la tua famiglia-.

La mia testa scattò in alto e la fissai aspettando delle risposte.
-Tua sorella è diventata un avvocato e tuo padre è il Capitano della polizia- disse.

Una lacrima scese dai miei occhi e Nyssa la raccolse subito.
-Stanno entrambi bene, non preoccuparti-.

Annuii e la baciai.
-Fammeli dimenticare per una notte, ti prego-.

-Con piacere- disse e ricominciò a baciarmi.

****
??? POV

-Allora?- chiesi quando il mio servo entrò nella stanza.

-Tutto procede secondo i piani. La ragazza non sospetta nulla e l’altra crede ancora di poter fare un patto con noi e aspettarsi che entrambi rispetteranno la loro parte-.

Ghignai. Stava andando tutto bene.

Note:
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

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