Capitolo 13

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(La copertina e stata fatta da me)

Sara’s POV



Bip…


Bip…


Bip…


Il suono incessante delle macchine dell’ospedale rimbombava nella mia testa. Ero seduta accanto al letto di mia sorella, la quale, dopo tre settimane, non si era ancora svegliata.

Insieme agli altri stavo rintracciando Andy, ma sembrava sparito nel nulla. Nemmeno Nyssa, la quale conosceva le sue tecniche di spostamento, riusciva a trovarlo.

-Si sveglierà, è una donna molto forte- disse Oliver avvicinandosi.

-Lo so, ma più tempo passa meno probabilità ci sono…- dissi stringendo la sua mano -Sembra assurdo, ma anche dopo quello che mi ha fatto non riesco ad odiarla-.

Lui sorrise.
-Lo capisco, è tua sorella dopotutto-.
Lo abbracciai, avevo bisogno di conforto.

-Quando è stata l’ultima volta che sei andata a casa?- mi chiese.
-Tre giorni fa. Sto bene, se è questo che ti preoccupa-.

-Ora vai a casa e riposati, rimarrò io qui con lei-.

Feci per protestare, ma il suo sguardo mi fece capire che non avevo altra scelta.

Uscii dall’ospedale che era tardo pomeriggio e andai verso casa di Nyssa. Non sapevo se l’avrei trovata lì, ma lo speravo vivamente.

Entrai nell’appartamento e la trovai indaffarata al computer seduta sul divano. Stava parlando con qualcuno in cinese.

Già, Nyssa conosceva un sacco di lingue, nel suo “lavoro” era molto utile.

Quando mi vide arrivare sorrise e rivolta al computer disse: -Tienimi aggiornata, xièxiè*-.

-Che fai?- le chiesi sedendomi accanto a lei sul divano mentre posava il pc sul tavolino.

-Ho chiamato un’amica che vive in Cina, ha detto che vedrà di scoprire se Andy si trova lì; ho pensato che magari sarebbe tornato da mio padre per aggiornarlo sulla situazione- mi spiegò.

Annuii e lei mi abbracciò, dandomi un bacio.
-Dorme ancora?- chiese ed io annuii.
-Ho paura, sono passate tre settimane-.

Ormai avevo pianto talmente tanto che il mio corpo aveva esaurito tutte le lacrime.

-Se dovesse svegliarsi… Ho alcune boccette di acqua del pozzo di mio padre, per riparare eventuali danni…- disse Nyssa ed io alzai la testa di scatto.

-Davvero lo faresti?-.
-Certo-.
Sorrisi e la baciai di nuovo.


Passò ancora una settimana e una sera, mentre tornavo a casa dall’ospedale dopo che mio padre mi aveva dato il cambio, ricevetti una chiamata da uno sconosciuto.

Decisi di rispondere comunque, il cuore in gola.

-Sì? Chi è?-.

-Buonasera Ta-er al-Sahfer, come sta la tua sorellina?-.

Strinsi i denti: Andy.
-Cosa vuoi?-.

-Vieni al porto ed io salverò tua sorella. Ho una quantità tale di acqua del pozzo per riportarla esattamente com’era prima ed eventualmente riportarla in vita-.

Non avrebbe mai aiutato Laurel, ma almeno così avrei potuto avvicinarmi a lui e ucciderlo.

-Arrivo-.

-Mi raccomando, da sola-.


Arrivai al porto e trovai Andy dopo pochi minuti. Aveva un sorriso fastidioso stampato in faccia.

-Non credevo saresti venuta veramente- disse e in un secondo venni circondata da assassini.

Andy avanzò verso di me ed io cercai in ogni modo di rimanere immobile e non saltargli addosso in preda alla rabbia.

-Mantieni la tua parola-.
Lui ghignò, arrivando vicinissimo a me.

-Credi che non mi sia accorto delle armi nascoste?- chiese e con una mano tolse dai miei pantaloni il primo coltello.
Accidenti.

-Ti conosco fin troppo bene e conosco bene la sete di vendetta tipica della tua famiglia-.
Schioccò le dita e due assassini mi afferrarono le braccia.

Andy tirò fuori dalla tasca una boccetta di acqua e la fece cadere a terra; la boccetta si ruppe.

-Ops… Che sbadato!- disse Andy ridendo -Avanti, portiamola dal nostro padrone-.

Gli tirai un calcio in faccia, usando poi lo slancio per liberarmi dalla presa degli assassini.

Afferrai il pugnale nascosto nella felpa e iniziai a colpirlo più volte.
Gli assassini non osavano muoversi, capivano che ero in preda alla sete di sangue.

Quando mi fermai alzai lo sguardo verso di loro.

-Dite al vostro padrone che se prova ancora una volta a toccare la mia famiglia dovrà vedersela con me!- dissi e poi me ne andai.



Arrivai in ospedale e andai nella camera di mia sorella.
-Sara, come mai ancora qui?- chiese mio padre.

-Andy è morto, l’ho ucciso-.
Lui spalancò gli occhi e poi mi abbracciò.

-Tua sorella ne sarebbe felice-.
Guardai verso il letto e mi avvicinai.
Dicono che le persone ti ascoltano in quelle situazioni, così iniziai a raccontarle di aver ucciso il suo aggressore, di aver risolto ogni cosa, di non avercela con lei.

Quando finii di parlare sentii una presa sulla mano: guardai e vidi la mano di Laurel cercare di stringere la mia.

-Papà…- lo chiamai e lui venne a vedere.
-Vado a chiamare il dottore!- disse correndo fuori.

Alzai lo sguardo e la vidi aprire pian piano gli occhi.

-Sara…- disse debolmente.

Evidentemente il mio corpo non aveva esaurito tutte le lacrime, perché ricominciai a piangere dalla gioia.


Note:
*Xièxiè = grazie (cinese)

Laurel non è morta, tranquilli. la_marveliana non l'avrei mai uccisa di nuovo 😁❤
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊
Bye

Legends of AssassinsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora