La sua macchina è calda, una range rover nera con i vetri oscurati.
Appoggio i piedi sul cruscotto della macchina, ammirando le mie all star bianche.
"Leva i piedi." Il tono è serio, ma una risata gli sfugge dalle labbra.
"No!" gli faccio una linguaccia e lui sorride. Ha un sorriso perfetto che evidenzia i suoi denti bianchi.
"Di che anno sei?" ha il viso concentrato sulla strada.
"Terzo, tu?" guardo fuori dal finestrino. Il cielo è scuro e si riesce a intravedere qualche stella.
"Quinto anno. Sei la morettina sempre in giro con Hemmings e Clifford vero?" noto una scintalla passare nei suoi occhi quando nomina Luke.
"Si. E tu eri sempre in giro con la biondina del secondo anno. Che fine ha fatto?" la curiosità prevale in me.
"Oh, stavamo insieme da due anni, solo che lei mi sembrava sempre più distante, e molto amica di Luke, mentre io non ero più innamorato." sembra dispiaciuto, ma non insisto.
"Vivi da solo?" non voglio dover avere a che fare con i suoi genitori.
"Si, da un anno più o meno." sembra felice.
Parcheggia l'auto davanti ad una villetta bianca, stile inglese, bianca e con un giardino abbastanza ampio.
Entriamo dopo che ha aperto la porta e un profumo di menta mischiato a tabacco mi invade le narici.
Levo le scarpe lasciandole vicino all'ingresso e mi giro a guardarlo. Mi fissa e io suoi occhi sono così caldi, profondi. Non avrei mai pensato di potermi perdere dentro un paio di occhi castani.
Si avvicina e mi prende il viso tra le mani. Mi bacia piano, senza fretta. Passa la lingua sul mio labbro inferiore e schiudo le labbra.
Le sua mani passano sulla mia schiena e abbassano la lampo del vestito che indosso.
Gli levo la maglia e passo la mano sul suo petto.
Ha un bel fisico: braccia muscolose, leggero accenno di addominali e gambe anch'esse muscolose.
Mi afferra la mano e mi porta al piano superiore.
Entriamo in una camera e riprende a baciarmi. Gli tolgo i pantaloni e tiro un pò l'elastico dei boxer che gli levo quando le sue mani mi slacciano il reggiseno.
Mi stende sul letto, mi toglie le mutande e si sistema sopra di me.
"Sei sicura?" è il primo che mi fa una domanda del genere.
Lascio un bacio sulle sue labbra carnose per fargli capire che sì, sono sicura ed entra in me.
Le spinte sono lente e dolci e passo le mani sulla sua schiena.
Quando le spinte diventano più veloci, profonde ed esigenti gli graffio la schiena e mi muovo in contemporanea con lui.
Veniamo entrambi con un gemito smorzato e ci addormentiamo poco dopo.
Calum's pov.
Apro gli occhi lentamente.
Il mio braccio destro è avvolto intorno alla vita della ragazza, il mio petto aderisce alla sua schiena.
Stringo la presa e chiudo ancora gli occhi nella speranza di riaddormentarmi.
Kelsey si muove e sposta delicatamente il mio braccio.
Apro gli occhi e la vedo girare per la stanza. Indossa le mutandi verde acqua in pizzo di ieri sera e una mia maglia nera appoggiata su una sedia in camera.
"Quella è mia". Si gira di scatto verso di me e mi sorride. Sale sul letto e si siede a cavalcioni sopra il mio bacino. Si abbassa verso di me e mi morde il lobo. Le stringo i fianchi e lei si struscia sopra su di me.
"Sta meglio a me" mi sussurra ad un orecchio e poi scende a baciarmi il collo. Succhia e morde un punto e la mia presa sui suoi fianchi si fa più forte e lei si struscia ancora su di me. Ci divide solo un lenzuolo e se continua così non riuscirò a trattenermi.
Posa un ultimo bacio sul succhiotto appena fatto e fa per alzarsi, ma la stringo per i fianchi.
"Non mi hai ancora salutato" le dico con voce roca, ancora impastata dal sonno.
"Oh, hai ragione. Faccio subito." si avvicina alle mie labbra, ma all'ultimo momento si sposta e mi stampa un bacio sulla guancia.
Corre fuori dalla camera e la sento scendere le scale.
Mi alzo, infilo un paio di boxer e dei pantaloncini da calcio e la raggiungo in cucina. Sta bevendo del caffè appoggiata all'isola della cucina.
Mi verso una tazza di caffè che bevo fissandola.
La suoneria di un cellulare interrompe il nostro gioco di sguardi. Il telefono è il suo, lo afferra, legge un messagio e poi finisce velocemente il caffè.
"Devo andare. Non è che hai un paio di pantaloncini da prestarmi? Te li riporto domani, giuro" mi fa il labbruccio.
Salgo e prendo un paio di pantaloncini rossi da calcio dal mio armadio, poi scendo e glieli porgo.
Li infila velocemente, mi lascia un bacio a stampo e poi esce dalla porta.
"Ci vediamo domani" le sento dire prima che chiuda la porta dietro di sè.
Angolo autrice.
Grazie alle 16 persone che hanno letto il primo capitolo.
Lasciatemi un commento con scritto cosa ne pensate e votate, per favore.
Spero vi piaccia e niente.
Ciao :)
Martina 🍀
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Of mint and tobacco |Calum Hood|
FanfictionLa vita é fatta di alti e bassi, c'è chi viene e c'è chi va. La leggenda cinese forse ha ragione. Ognuno di noi é unito alla sua persona da un filo rosso, legato al mignolo della mano sinistra. Non importa da che parte del mondo ti trovi, chi sei e...