Capitolo 6.

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La pioggia batte costante e intermittente da un paio d'ore. Ho sempre adorato la pioggia, rende tutto grigio e in questo momento mi assomiglia molto. La settimana é passata velocemente e Calum si é rivelato il ragazzo più dolce del mondo. Ha accettato la mia proposta di aspettare per far sapere di noi, quindi mi bacia solo quando siamo sicuri che nessuno ci veda, a scuola mantiene il rapporto di prima e il pomeriggio ci troviamo a casa di uno dei due e passiamo tutto il tempo insieme.

L'unica pecca in questa settimana sono io. Sono sempre distaccata e spesso i ragazzi hanno dovuto tirarmi giù dalle nuvole. Il problema é che da quando ho scoperto di non essere incinta, un senso di tristezza si é impossessato di me. Il problema principale era come dirlo a mia mamma e come gestire una gravidanza a sedici anni, ma se adesso ci penso, vorrei solo che quel bambino stesse crescendo dentro di me. Dopo i test, Calum ed io non ne abbiamo più parlato, ma vorrei così tanto sapere cosa avrebbe fatto lui.

Immagino come sarebbe avere un piccolo lui che gira per casa. Liam che piange la notte e Calum che mi sorride dolcemente e mi intima a restare a letto, che ci pensa lui al suo ometto. Liam che dice la sua prima parola, che impara a camminare, che mette il primo dentino e il suo sorriso dolce, come quello del papà. Liam che diventa grande e corre per casa, poi arriva la scuola, la prima cotta, l'amore, poi crescerà e se ne andrà, lasciando Calum e me di nuovo soli, ad amarci più di prima. Secondo me sarebbe stato un bambino bellissimo, con i tratti del papà, i capelli pece come Calum e gli occhi azzurri come la mamma.

Una lacrima scorre solitaria sulla guancia. Non voglio piangere, insomma é una cosa stupida e dovrei essere grata di non essere incinta.

Sono i primi di maggio e tra qualche settimana ci saranno le vacanze autunnali. Ho due settimane libere e penso di andare a Sidney. Potrei portare Alli dai nonni e lasciarla là per un mesetto o due. Starei volentieri anche io due mesi da mia nonna, ma con la scuola non posso. Potrei chiedere a Calum di venire con me. Gli farei conoscere mia nonna, la donna della mia vita. Poi lo porterei in spiaggia e starei con lui ore e ore a osservare il mare, l'incresparsi delle onde e stringermi a lui quando il vento si fa forte e freddo.

"Key?" Alli scende le scale lentamente, poi si siede sulla mie gambe e guarda anche lei fuori dalla finestra.

"Andiamo a trovare la nonna?" Ha sempre amato la nonna, forse perché le da la dolcezza che dovrebbe darle una mamma.

"Tra qualche settimana andiamo, poi starai con lei per un po, va bene?" Gli occhi le luccicano, é sempre contenta di stare a Sidney.

"Sai che questo l'abbiamo preso dalla nonna?" La guardo curiosa e interrogativa, non so a cosa si riferisca.

"Anche lei quando piove si siede sul divano e osserva fuori dalla finestra. Poi il suo divano è come il nostro, rivolto verso la vetrata, quindi si vede la pioggia." Ho sempre saputo che anche nonna lo fa. La prima volta che l'ho vista guardare fuori dalla finestra mentre pioveva, mi sono chiesta che stesse facendo e così glielo chiesi. Mi disse semplicemente che quando lei guardava fuori dalla finestra mentre pioveva provava un senso di completezza, le sembrava di essere grigia come lo era il cielo, ma mi disse che solo chi è triste può comprendere. All'inizio non capivo, ma crescendo ho intuito di cosa parlasse. Il punto è che quando si é tristi, si vede il mondo grigio e sapere che il cielo è di quel colore, ti fa sentire più vicina ad esso e le gocce di pioggia si mischiano alle tue lacrime, facendoti sentire meno sola.

"Oggi viene Calum?" Alli mi distrae dai miei pensieri.

"Non lo so. Vuoi che venga?" Le faccio un sorriso furbo.

"Si, mi piace Calum." So che intende che le piace come persona e non come "cotta" da bambina, e ne sono felice.

"Allora gli dirò di venire qui." Le sorrido dolcemente e prendo il telefono.

Of mint and tobacco |Calum Hood|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora