Capitolo 3.

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Casa mia una volta era accogliente, sempre con il profumo di lavanda in ogni stanza, sempre ordinata e sempre pulita. Tutto il contrario di quelle che è ora: disordinata e puzza di fumo ovunque.

Non che la colpa sia tutta di mia madre, insomma il fumo è in parte colpa mia, ma da quando papà non c'è più a lei non gliene frega più niente di tenere in ordine la casa, troppo impegnata con il lavoro.

Appena entro in casa la prima cosa che noto sono delle valige vicino all'ingresso.

"Dove sei stata? Di chi sono quei vestiti?" è appoggiato allo stipite della porta della cucina e mi guarda con faccia schifata. Per una donna d'affari, sempre vestita elegante e in ordine come lei, avere una figlia che fuma, sempre vestita da stracciona e che non torna a casa la notte è una delusione.

"Io e Kat abbiamo dormito da Luke. Eravamo tutti da lui, sai era tardi e non volevamo tornare a casa. Poi siccome non avevamo niente con cui dormire Luke ci ha prestato una maglietta e dei pantaloncini. Non ho fatto in tempo a cambiarmi, il tuo messaggio era abbastanza chiaro." Anche se lei tenta di fare la madre modello, che si preoccupa per la figlia, non lo è per niente.

"Io devo partire, credo sei mesi, non lo so ancora. Prenditi cura di Alli. Niente feste e non fare cazzate, non voglio tornare con una figlia incinta." Il tono canzonatorio, come se a lei importasse qualcosa.

"Tanto non te ne importerebbe, sei sempre via. Non sai nemmeno cosa faccio e come vado a scuola. Il tuo problema è questo, non ti importa più di niente, ma sai che ti dico? Io esisto. Alli esiste. Lei ha bisogno di una mamma e io non lo sono. Lei ha bisogno di te e invece ha me. Capisci la differenza? Ma tranquilla vai, siamo abituate a stare senza di te." Non mi accorgo nemmeno di quello che le dico, sono troppo arrabbiata in questo momento.

È un attimo, la sua mano mi colpisce la guancia e i miei occhi si riempiono di lacrime.

"Faccio tutto per voi, quindi zitta. Io vado, ci sentiamo" fredda e distaccata come se parlasse a uno sconosciuto.

Prende la valigia e si sbatte la porta alla spalle.

Le lacrime scendono velocemente dagli occhi e mi sforzo di cacciarle via.

Salgo di fretta le scale e apro la porta della camera di mia sorella. È sdraiata sul letto concentrata a guardare i suoi cartoni preferiti.

Quattro anni, capelli biondi e occhi azzurri. Il contrario di me.

Richiudo la porta e vado a fare una doccia veloce.

Prendo dall'armadio mutande in pizzo nero e un reggiseno coordinato.

Accendo l'acqua della doccia e mi levo i vestiti di Calum.

L'acqua calda mi rilassa e i pensieri affiorano nella mia mente.

Luke e la sua scommessa. Probabilmente ho fatto una cazzata, non é giusto giocare con i sentimenti di qualcuno. Però Calum non mi interessa, e a lui non interesso io. Però è un tipo simpatico, potremmo diventare amici. Ma poi mi viene in mente la notte appena passata. Le sue mani sul mio corpo. Una scarica di brividi mi attraversa la schiena. Mi lavo velocemente ed esco dalla doccia.

Indosso l'intimo e mi rimetto la maglietta di Calum.

Entro in camera di Alli e mi sdraio al suo fianco sul letto.

"Kels, ho freddo!" Allie trema ed é strano visto che in casa fa abbastanza caldo.

La prendo in braccio e la porto sul divano giù in salotto.

Il ripiano della cucina con le medicina è disordinato, ma riesco a trovare il termometro e a far provare la febbre a Alli, che sfortunatamente è malata.

Of mint and tobacco |Calum Hood|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora