- Cosa? Chi è?! –
- Un ragazzo con cui mi sto vedendo... nessuno di importante. Si chiama Mattia. -
- È figo? –
- Oh, sì –
- Io ti ammazzo, Markov! –
Suonano alla porta, e a mano a mano arrivano tutti. L'ultimo arrivato è proprio Mattia; è alto, moro, e ha gli occhi verdi. Un vero spettacolo, aggiungerei (anche se ho occhi solo per Riki, naturalmente). A primo impatto, mi sembra di conoscerlo. Mi ricorda uno di quegli attori proprio fighissimi. Mi arriva un colpetto da parte di Vittoria.
- Scema, smettila di fissarlo! –
- Lo stavo fissando? –
- Oh, per poco non hai iniziato a sbavare! –
- Scusa... -
- Vieni, Matt. Ti presento gli altri! – dice Vitto al suo ''amico'', e vanno in sala da pranzo.
Ci sediamo a tavola, e tra una parola e l'altra noto un giro di sguardi tra Cam, Lorenzo e Mattia. Ragionandoci un po'... oh, certo che l'ho già visto, è il coinquilino di Lorenzo! Gli chiedo conferma, e annuisce.- Tanti auguri a voi, tanti auguri a voi, tanti auguri Emma e Bianca, tanti auguri a voi! – tutti cantano la canzoncina, mentre Em e Bibi spengono il grande 4 sulla torta. Scattiamo la foto, mangiamo tutti i vari dolci e continuiamo a festeggiare per qualche ora. Poi, mentre i ragazzi giocano con le bimbe, noi donne ci mettiamo a chiacchierare in salotto.
- Allora, Cam, che racconti? – inizio.
Sospira. – Tutto questo mi sembra impossibile! È passato davvero tanto tempo! Pensa che, 4 anni e qualche mese fa, tu stavi con Lorenzo e io con Riki! E guardaci ora invece... - esclama entusiasta.
- Ti vedo euforica! Cos'hai? – chiede Vittoria, prima che possa farlo io.
- Io? –
- Sì, tu, Camilla – rispondo ridendo.
- Beh, nulla di che. Io e Lorenzo stiamo uscendo come... insomma, ''più che semplici amici''. –
Spalanco gli occhi. – Vi piacete? –
- Lui mi piace molto... sembra che anche io piaccia a lui. Speriamo vada bene! –
- Bello! – mi alzo e l'abbraccio. Il destino ci ha fatti incontrare proprio per questo, magari.
- Giuro che se finte insieme faccio i fuochi d'artificio! –
- Tienili pronti, allora – risponde, e mi fa l'occhiolino.
Continuiamo a parlare di Cam, di me e Riki, e infine arriviamo a Vittoria.
- Quindi ti vedi con Mattia? –
- Sì, ma non ufficialmente. E comunque, non è nulla di serio, almeno non da parte sua. Mi è parso di capire questo. –
- Non ti preoccupare, comunque. Non mi sembra il tipo che ''gioca'' con le ragazze. – la rassicuro, ma lei mi guarda pensierosa.
- Non ci metterei la mano sul fuoco, non lo conosco ancora abbastanza. –
- Fidati, Mattia è un tipo a posto. – fa Cam. - Da quanto vi conoscete? –
- Dieci mesi, toh. Quasi un anno. – dice, come se non fosse niente. – Ma usciamo da quattro mesi, se non di meno. –
- Stai tranquilla, davvero. – dice ancora Cam, e Vitto fa spallucce e torna a fissare il vuoto.
Alla scena, sorrido. Mi ricordo quando anche io avevo paura di innamorarmi, prima e dopo Lucas. Mi capitava spesso di estraniarmi dalla gente, anche durante una discussione di cui ero oggetto. Per questo non ho intenzione di essere pressante. Non eccessivamente, almeno; solo il giusto per essere sicura che mi dica la verità e che stia bene con se stessa, per farla sfogare. Cambio discorso, e io e Cam continuiamo a parlare quasi ininterrottamente.- Giò, io vado. Tu resti qui o vieni con me? – chiede Mattia, rivolto a Vittoria.
- Resto qui, non ti preoccupare, va' pure. Ci vediamo domani? –
- Certo. A domani – le manda un bacio con la mano, saluta ed esce.
- Giò? – chiedo, un po' spaesata.
- Sta per gioia. È un'abbreviazione. –
- Oh che cari, anche i soprannomi! – esclamo, e mi becca una cuscinata da Vittoria.
- Tu evita di commentare! Stai zitta e pensa al tuo ragazzo. E ringraziami per aver contribuito al vostro fidanzamento, ogni tanto! –
Ridacchio e l'abbraccio. – Oh, grazie, mia eroina! –
- Inchinati davanti a me! E sbrigati, super - Vittoria deve andare a salvare il mondo! –
- Oh, mi scusi mia signora. – dico, e simulo un inchino, e ridiamo entrambe.
- Non ce la fate proprio a stare serie per un po' voi due, eh? –
- Eh già! –Vittoria saluta ed esce. Sono andati via tutti, mamma e papà compresi. Siamo noi 4, soli soletti e tranquilli, in salotto. Proprio una famigliola felice. Em e Bibi stanno giocando sul tappeto, mentre io e Riki siamo sdraiati sul divano.
È stata proprio una bella giornata. Ho perso anche la cognizione del tempo! Mi sembra che sono passati dieci minuti da stamattina. –
- Belle le vacanze, eh? – sospiro. – Per me no! Devo andare a lavorare lo stesso, domani, come sempre. –
- Noi ti vogliamo bene anche se non stai sempre a casa. Vero, cucciole? –
- Vero! –
Sorrido. - Anche io ti voglio bene, cucciolo. – gli do un piccolo bacio sulle labbra, e lui cerca di approfondire.
- Riki, le bambine! – esclamo.
- Me ne occupo io. Ti fidi di me? –
- Non del tutto. –
Mi fa una smorfia, poi si volta verso le bimbe. – Tesori, io e la mamma dobbiamo fare una cosa urgente in giardino. Torniamo subito. – annuiscono, e io scuoto la testa ridendo. Usciamo, e mi fa appoggiare al muro, tra la porta e la finestra.
- Sei proprio uno scemo! – esclamo. Mi guarda, e io continuo a ridere. – Ah-ah, non potrai fare la battuta ''si, pazzo di te '' perché non ti ho dato del pazzo. Ops! –
- Prevedi le mie mosse, eh? Tanto, sono pazzo di te lo stesso. – appoggia una mano sulla mia guancia, e si avvicina a me, per poi far combaciare le nostre labbra. Un bacio passionale e dolce allo stesso tempo, come solo lui mi sa dare. Dopo un paio di minuti ci stacchiamo per riprendere fiato.
- Grazie, bella. –
- Prego. È il mio dovere di fidanzata, no? –
Appoggia la sua fronte alla mia e mi guarda negli occhi. Così belli, così profondi, così... seducenti. Mi ricordano il mare in tempesta, ma allo stesso tempo il cielo sgombero di una calda giornata estiva. Mi piace guardarlo negli occhi. È una strana sensazione, in senso buono però. Mi fa dimenticare cos'ho attorno: niente e nessuno potrebbe costringermi a distogliere lo sguardo. Mi dà un altro piccolo bacio sulla guancia e rientriamo. Le bimbe giocano ancora tranquillamente sul tappeto, come se non si fossero accorte nemmeno della nostra assenza. Essendo tardi, decidiamo di salire a dormire. Io sto un po' sul letto dove di solito dorme Nanci (che durante le vacanze sta con i genitori nella casa '' di proprietà di Riki''), accanto a Em. Il mio ragazzo mi raggiunge e mi invita a sdraiarmi accanto a lui sul tappeto. Mi stendo e mi tende la mano, che stringo.
- Ricorderò e comunque, anche se non vorrai... - canticchia.
- Ti sposerò perché non te l'ho detto mani – continuo.
- Come fa male cercare, trovarti poco dopo... -
- E nell'ansia che ti perdo, ti scatterò una foto. –
Non continua, sorride soltanto. – Ho sempre avuto paura di perderti. Oh, chissà quante volte te l'ho detto. Ma te lo dico lo stesso. Perché non dovrei? È uno dei miei modi per farti capire quanto tenevo e tengo a te. –
- È sempre un piacere ascoltarti, credimi. –
Sorride ancora. – Beh, ero tanto geloso di Lucas. Anzi, tantissimo! E avevo altrettanta paura di perderti. Ma magari... magari doveva andare così. –
- Andiamo in giardino? Se continuassimo a parlare, finiremmo per svegliare le bambine. –
Annuisce e scendiamo. Ci sdraiamo sull'erba un po' umida e ci teniamo stretti, perché fa un po' freddo.
- Tu ci credi nel destino? – domando.
Lui resta in silenzio per un po'. – Non lo so sinceramente; – dice poi – a volte penso a tante cose che mi succedono. Non possono essere casuali. Magari lassù c'è qualcuno che scrive la trama e gli avvenimenti più importanti di ognuna delle nostre vite, così, a grandi linee. E poi ci sono le scene secondarie, quelle ''di passaggio''. Qualche volta sono poche scene, e altre volte passano anni. –
- E noi, ora, in che tipo di scena siamo, secondo te? –
- Non saprei proprio. Dovrei conoscere gli avvenimenti futuri, per esserne sicuro. Ma sai, non sempre le scene di passaggio sono noiose, ''da saltare'': a me, per esempio, questa scena piace. E poi, penso che i mesi prima del nostro fidanzamento, siano stati tutti una scena importante: tutte le ragazze che ho conosciuto mi hanno permesso di aprire gli occhi e di capire che in realtà volevo solo te. –Sorrido, e lo stringo più forte, un po' per il freddo, un po' perché voglio. È quasi mezzanotte, fa sempre più freddo, ma è bello lo stesso. Bello passare ancora momenti così intimi col mio ragazzo anche ora che ci sono le bambine. È strano dire in giro che ho 24 anni e due figlie di quattro anni, ma è vero, e non potrei desiderare di meglio. E poi sia io che Riki siamo giovani, e abbiamo tutta la vita davanti. Dobbiamo godercela, no? Almeno fin quando le bambine diventeranno ragazze, e entrambi avremo superato la trentina. Sospiro, e torno al mondo reale, e noto che anche Riki è immerso nei suoi pensieri.
- Rientriamo? –
- Certo, amore. –
Vengo attraversata da un brivido lungo la schiena sorrido istintivamente. È strano, ma la gente dà poco peso ai nomignoli. Sono considerati stupidi, anche inutili magari. C'è chi ti chiama ''tesoro'' e poi fa seguire un insulto. Io no, non sono così. Agli occhi della gente potrò pure risultare antipatica, ma non ho problemi a mostrarmi per come sono veramente e dico cosa penso senza esagerare. Do importanza ai soprannomi e ai nomignoli. E sentire un amore, riferito a me, da parte di Riki, mi fa sorridere. Perché non è un amore detto così, per dire una parola in più. È un amore sincero, vero. Si sente dalla sua voce, si vede se lo guardi negli occhi. E ti viene da sorridere, per forza, senza che tu lo decida. Perché è bello, è soddisfacente, che una persona che ami ti chiami amore.
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Anima Fragile - The Sequel - Rederica
FanfictionLa mia vita stava andando a gonfie vele. Ero felice con Riki e con le mie bimbe. Avevo trovato lavoro come cameriera, lui aveva ripreso gli studi e si era laureato in design della comunicazione; aveva anche aperto uno studio. Le bimbe andavano all'a...