-Stai tranquilla- mi sussurra Riki, e mi dà un bacio sulla fronte. –Ti vogliono bene comunque, anche se non ci sei spesso. –
- 'Spesso' di solito equivale a 19 ore su 24? –
- Non esagerare! –
- Non esagero! È così! –
- Su, non ti arrabbiare! –
- Sono arrabbiata solo con me stessa, e con il mio lavoro, che mi occupa tanto tempo. –
-Stai tranquilla, amore, capito? –
- Ci proverò... - dico, e lui esce dalla stanza. Al suo posto, però, entra Vittoria.
- Allora? – chiedo, e lei mi guarda.
- Allora cosa? –
- Mattia, ovviamente. Cosa è successo? – rispondo, incerta del perché della sua domanda.
Lei scuote la testa e sorride. – Hai, pianto, stai male, e chiedi ''cosa è successo'' a me? –
Faccio spallucce. – Sono troppo spesso al centro dell'attenzione, mi dà fastidio. –
- Qualche volta mi chiedo come fai a mettere gli altri sempre prima di te, in primo piano. Cioè, io non riesco. –
- Mi spiace, ma sono una madre di merda lo stesso. –
- Ah sì? Se le cresci con questo tuo modo di pensare, saranno bellissime persone proprio come te. E poi, l'affetto da parte delle tue figlie lo hai ottenuto lo stesso!
- E come lo sai? -
- Fede, non fanno altro che parlare di te! Tipo... qualche giorno fa, ho preparato loro i pancake. Quante volte li hai fatti tu? –
- Due o tre, non di più. –
- Sai cosa mi hanno detto? ''La mamma li sa fare meglio! '' E lo hanno detto perché sono certe della tua bravura, così come sono certe della tua bontà, del tuo affetto e sanno che tu ci sarai sempre per loro. Capito? –
Sospiro, e l'abbraccio. –Tendi a sminuirti troppo. – dice seria, - Non sei perfetta, ma nell'imperfezione sei fantastica! E credimi, qui l'hanno capito tutti, anche le bimbe. –
- Grazie. – la stringo più forte, lasciando che qualche lacrima bagni la sua maglietta. Riguardo a questo non riesco a darle torto. – Riesci sempre a tirarmi su di morale, Vitty. Ora però, parliamo di te! –
- Oh, già. Beh... nulla di che. Siamo vicendevolmente dolci, ci diamo nomignoli carini... però oggi ho provato a baciarlo e mi ha detto che non è pronto per una relazione, o meglio, che vuole 'aspettare'. Insomma, era solo un fottutissimo bacio! A cosa dovrebbe essere pronto? –
- Magari non aveva lavato i denti – dico, facendola ridere. – Non so, magari non è ancora sicuro; forse è solo che non sa bene quello che prova, e non vuole farti stare male. Tempo al tempo, Vitto. Sicuramente capirà se gli piaci o no, molto presto. –
- Dici? -
Annuisco. – Sta tutto in te, però. Non è che ora inizi a portargli la colazione a letto, o che so io. Devi essere te stessa e non preoccuparti di quello che potrebbe pensare. Se deve proprio, deve innamorarsi di te; non di una falsa Vittoria, gentile e sottomessa, ma dello spirito libero e della 'chioma rossa al vento', dell'occasionalmente pigra o sveglia, intelligente e stressante, Vittoria. – mi guarda, e annuisce. – Convincente? – chiedo.
-Molto. – ammette, e si alza. – Le bimbe hanno sonno. –
- Certo, mi alzo subito. Buonanotte! –
- Dormi bene. – mi dà un bacio sulla fronte ed esco dalla stanza.
Mi fermo sulla porta, notando che Riccardo sta già dormendo. È così bello, soprattutto quando dorme.
È rannicchiato in un angolo del letto, e i suoi movimenti nel respirare sono quasi impercettibili. È così tranquillo, così ingenuo, così semplice, così... lui. Ed è così, con i capelli scompigliati e la bocca semiaperta, che mi fa tornare in mente di quale parte di lui mi sono innamorata. Quella nascosta, quella che non tutti possono vedere, tranne chi vuole starti davvero vicino. Non sono stata attratta da quel ragazzo che vede la gente, benvestito, magari anche puttaniere ( non che lo sia, ma a volte sfodera uno sguardo seducente che farebbe cadere ai suoi piedi chiunque), e figo. Certo, mi interessa, ma non credo sia una qualità indispensabile per poter stare insieme a qualcuno.
Sono innamorata del Riccardo che con me non ha segreti, che mi dice le parole dolci all'orecchio per non farsi notare, che non vuole essere al centro dell'attenzione. Il Riccardo che non si fa problemi a dire quello che pensa, quello impulsivo e che a volte mi fa soffrire. Mi fa arrabbiare, sì, ma poi passa. Non si deve, non si può restare arrabbiati con la persona con cui si sta. È impossibile, credo. Se no vuol dire che non si sta amando veramente; è un amore il più delle volte superficiale ( o magari anche che proviene solo da uno dei due ), e quindi inutile, in fin dei conti. E non c'è motivo di fare le cose inutili.
Stavolta però lo so.
So di essere innamorata, davvero.
Perché se sei innamorata, sorridi al solo pensiero di lui.
Perché ogni giorno mi sveglio, vado a lavoro, sono gentile, sopporto tutto e tutti, torno a casa, per lui.
Perché ogni volta che ci scambiamo un ' ti amo ' lo guardo negli occhi, e ogni volta rabbrividisco.
Perché non mi ha abbandonata quando gli ho chiesto di fare qualcosa che neppure io stessa avrei fatto.
Perché mi rende felice.
Perché è bello essere innamorati, ché basta uno sguardo e ti ricordi quanto è bella la vita.Sospiro, ridendo per come, a volte, i pensieri mi prendano senza che me ne renda conto. Mi sdraio accanto a lui e gli accarezzo i capelli le coccole non sembrano fargli piacere, dato che si alza di scatto. Sbatte le palpebre e sospira.
- Hai il sonno leggero, ora? –
- Ti aspettavo, amore –
- Stavi dormendo? Ti ho svegliato? –
- Stai tranquilla, non fa niente. – dice, e mi dà un bacio sulla guancia, per poi fare segno di sdraiarmi accanto a lui.- Mamma! Mamma! Emma non sta bene! – mi sveglia Bianca, e mi trascina nella loro cameretta. La piccola è seduta sul suo letto, son una mano sulla pancia per il dolore. Anche Riki si precipita nella stanza.
- Allora hai proprio il sonno leggero, eh. – ridacchio.
- Leggerissimo. – dice, – mi passa solo quando devi andare a lavoro la mattina! –
Non faccio in tempo a voltarmi, che Emma corre verso il bagno con una mano sulla bocca. E, purtroppo, non arriva in tempo.
- Bleah! – esclama Bianca, ma corre immediatamente a consolare la sua sorellina, azione che mi fa sorridere. Sono così unite... mi piace il loro legame.
Mi offro di pulire, mentre Riki va a lavare Emma. Sospiro e mi metto a lavare.
Quando finisco, le bambine si infilano nel mio letto e ci stringiamo sotto le coperte, mentre iniziano a sentirsi dei tuoni, che preannunciano un temporale.- Mamma! Corri! – mi precipito in bagno e vedo Bianca davanti alla porta, che è chiusa.
- C'è qualcuno? – domando, preoccupata
- No, c'è... acqua. – annuncia, e piega la testa di lato. Mi colpisco la fronte con una mano: solo ora ricordo di aver lasciato la finestra del bagno mezza aperta, circa un'ora fa. Contando che fuori piove a dirotto, chissà quanta acqua è entrata... sbuffo e riporto Bianca a letto, e dico ad entrambe le bambine di star tranquille. Poi scuoto la spalla di Riki, che si sveglia subito.
- Ric, c'è acqua in bagno... - dico, e lui si alza, e mi segue in corridoio.
- Da dov'è entrata? Ha perso il lavandino? –
- No, è entrata acqua... dalla finestra. –
- Dalla finestra?! –esclama spalancando gli occhi, confuso.
- Ho lasciato la finestra un po' aperta, è iniziato il temporale... -
- Dimmi che abbiamo un ''qualcosa aspira – acqua'' –
- Dubito, mi spiace. – dico, scuotendo la testa. - oh, è colpa mia, me ne occupo io. Fai una cosa, chiudi tutte le porte e assicurati che le bambine dormano tranquille... portale di nuovo nel nostro letto, che di sicuro hanno paura. Asciugherò io. – gli dico sconsolato, e lui sospira.
- Sicura? – chiede. Annuisco e fa quel che gli ho chiesto. Prendo il mocio, gli stracci e il secchio strizzante e tolgo le scarpe, per non bagnarmi anche quelle. Appena apro la porta, il corridoio si inonda: là dentro si saranno raccolti almeno 10 cm d'acqua... Sbuffo, e inizio a raccogliere l'acqua, che è ormai dappertutto.
- Finto? – sussurra Riki, e io annuisco sfinita, buttandomi sul letto. Ci ho messo almeno un'ora, sono stanchissima. Ma, mentre cerco di addormentarmi, un rumore simile al vetro che si frantuma mi fa sobbalzare. Corro sotto, e quasi non credo ai miei occhi: un pezzo di grandine, ora a terra, si è schiantato contro la finestra e ha lasciato un buco enorme. Con che forza deve averla colpita? Urlo disperata, e Riki si lascia sfuggire un 'cazzo' quando scorge il danno dalla sommità delle scale. Scende giù e mi abbraccia. – Ora sistemiamo tutto. Vai su, stai tranquilla. – dice, affrettandosi a coprire il buco per non far entrare altra acqua. Io decido di seguire il consiglio di Riki e mi stendo nuovamente sul letto. Accendo il telefono per dire a mamma, che sicuramente ha visto qualcosa, che stiamo bene, ma mi fermo quando noto 4 messaggi whatsapp da un numero sconosciuto.
Toc Toc Fede
Che ci fai ancora sveglia?
Oh, grazie per l'attesa!
Si, proprio così... sto tornando 😈
Sento il respiro bloccarsi, mentre il telefono mi scivola dalle mani. Resto impietrita, provando a ragionare.
Lui.
STAI LEGGENDO
Anima Fragile - The Sequel - Rederica
FanficLa mia vita stava andando a gonfie vele. Ero felice con Riki e con le mie bimbe. Avevo trovato lavoro come cameriera, lui aveva ripreso gli studi e si era laureato in design della comunicazione; aveva anche aperto uno studio. Le bimbe andavano all'a...