Capitolo 5

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<<ADESSO BASTA! FINITELA!>>

ATHENA'S POV
Questa storia non mi piaceva per niente. Distruggere gli avversari e fargli del male... solo per vincere?! No, io non ci sto! Non gioco è non giocherò mai in questo modo.

<<Perché?! Eh Jude! Davvero voi giocate annientando gli avversari? Sul serio?! Joe! David! Voi che mi dite, eh? Mi spiace, ma io non sono così. Trovatevi un'altra giocatrice, perché con me la Royal ha chiuso. Mi spiace ragazzi...
Hai sentito Dark?! Puniscimi come ti pare, ma io non sono più di tua proprietà!>> urlai con le lacrime agli occhi.

Andai verso la squadra avversaria e aiutai Nathan ad alzarsi.

<<G-grazie...>> mi disse con tono debole, per quasi svenire il momento successivo.

<<A-AXEL!>> sentii urlare da Mark. Cosa? Axel? Che ci faceva qui?
Vidi il ragazzo coi capelli a riccio entrare in campo con la maglia numero 10 e con il colletto alzato.

<<Sono contenta di vederti>> dissi e ricevetti un sorriso come risposta.

Andai di corsa a cambiarmi la divisa e rientrai in campo con la maglia della Raimon.

<<Pronto?>> chiesi ad Axel.

<<Sono nato pronto>> mi rispose facendomi l'occhiolino.

Facemmo una corsa verso la porta avversaria, così velocemente che nessuno dei giocatori della Royal riuscì a fermarci.

Axel tentò di calciare con il tornado di fuoco, ma sapevo che Joe gliel'avrebbe tranquillamente parato; così corsi verso il pallone e lo calciai.

La velocità, la direzione e la potenza si modificarono completamente, colorando di nero e di piccole sfumature viola il fuoco intorno al pallone che Axel aveva appena lanciato.

Con una forza sovrumana, il pallone finì dritto in porta, rischiando di far male all'estremo difensore.

Corsi da lui, trovandolo a terra.

<<Joe... stai bene?>> chiesi con tono di voce sottile.

<<Un po' dolorante, ma sto bene>> disse facendomi l'occhiolino, per poi aiutarlo ad alzarsi.

Mi diressi verso i miei nuovi compagni, perché ormai non ero più parte della squadra capitanata dal mio amico, ma mi voltai di scatto sentendo una presa stringermi saldamente il polso.
Daniel Hatch mi stava guardando con i suoi occhi neri, il suo sguardo trasmetteva solamente una cosa: odio.

<<Traditrice... ci fidavamo di te, e tu che fai?! Ti metti a giocare contro di noi. Non farti più vedere alla Royal, mi hai capito?>>

Pessima mossa, evidentemente non ha ancora capito che nessuno può anche solo tentare di mettermi i piedi in testa, tanto meno riuscirci.

<<Vedi di darti una calmata. Accetterò la mia punizione, ma il vostro gioco non è come il mio, ok? Non lo è mai stato e mai lo sarà. Siete come una famiglia per me, ma finché non cambierete e farete un passo nella giusta direzione, io non potrò mai tornare da voi... mi spiace>>

La partita riprese e tutti i miei vecchi compagni di squadra tentarono di marcarmi, ma io passai rapidamente il pallone al porcospino biondo platino, che segnò un altro gol.

Corsi per dargli il cinque, ma Jude mi fece bloccare.
Era davanti all'arbitro, che poco dopo annunciò la nostra vittoria a tavolino. La Royal aveva abbandonato.

Adesso avevo capito tutto. Il ragazzo che stavano aspettando tutti, che il comandante stava fremendo di vedere in azione, era qui.
Quel ragazzo era il biondo conosciuto all' ospedale.
Axel.

Vidi il rasta avvicinarsi con fare triste.

<<Dark dice che devi venire sta sera al campo, alle 9 precise... mi spiace sia dovuta finire così la tua avventura con noi, ma sappi che sarai sempre parte della famiglia. E avrai sempre un posto speciale nel mio cuore>>

D'istinto l'abbracciai. Era uno dei pochi con cui avevo un vero rapporto di amicizia, di quelli che con uno sguardo capivi cosa provava l'altro.
Restammo in quella posizione, finché non fu l'ora di andarsene.

Mi veniva da piangere, non so il motivo. Non sono mai stata una dalla "lacrima facile", ma in quel momento avevo solo bisogno di buttare fuori tutto.
Corsi verso lo spogliatoio più velocemente possibile, con delle voci che mi urlavano di tornare, invano.

Mi misi dietro l'angolo del muro, rannicchiata contro la parete, cominciando a piangere come una fontana.
Due calde braccia mi avvolsero. Quel buonissimo profumo di vaniglia mista a cannella inebriò le mie narici e il calore del suo corpo scaldò il mio cuore.

<<Ei... che hai?>>

Sapevo bene chi fosse.
Mi sembrava di vivere un déjà-vu, l'unica differenza era che, questa volta, aveva proferito parola, ritenendo fosse meglio chiedere, invece di rimanere in silenzio.
Era il ragazzo dagl'occhi color pece.

<<N-nulla>> risposi tra un singhiozzo e l'altro.

Non era vero. Avevo tutti i pensieri possibili e immaginabili che mi frullavano per la testa, ma in quel momento l'unica cosa che mi uscì dalla bocca fu un flebile "nulla", che diceva tutto e niente.

<<Vuoi che resto qui?>>

Feci cenno di sì con la testa, che era ancora in mezzo al suo petto.

<<Se vuoi parlarne io ci sono, ok?>>

Non risposi, non ne avevo le forze. Stavo ancora singhiozzando come una fontana, non capivo cosa mi prendesse. L'unica cosa che riuscii a fare fu alzare il viso dal suo petto e guardarlo.

I suoi lineamenti delicati che contornavano alla perfezione i suoi bellissimi occhi a mandorla, neri come la pece, le sue labbra sottili che sembravano così morbide e il suo nasino così bello. Era la perfezione.

Mi guardó anche lui, per poi scoppiare in una piccola risata. Lo guardai con fare interrogativo.

<<Sei così carina quando ti incanti a fissarmi>> disse sorridendo.

Diventai tutta rossa. Non sapevo come prenderla: mi aveva appena detto che ero carina, ma l'aveva fatto un po' come presa per il culo...

Mi diede un bacio sulla fronte e mi disse alzandosi: <<Dai, torniamo dagl'altri>>

Feci segno di sì con la testa e mi alzai, tornando dai nostri compagni che ci guardarono straniti.

~skip time

Dopo la partita sono tornata a casa, ho cenato e mi sono data una bella ripulita.

Ed ora, eccomi qui. In una calda serata di settembre, che cammino verso il campo della Royal dall'ingresso dei giocatori.

Lo stadio era completamente illuminato, ma non c'era nessuno al suo interno. Mi guardai intorno, non trovando nessuno.

In un battito di ciglia, sentii un dolore lancinante per tutto il corpo. Mi buttai a terra in preda al dolore e alle convulsioni.

Sentii un dolore lancinante e poi buio.

Mi risvegliai a terra, dolorante e incapace di muovermi. Sentivo l'asfalto freddo e ruvido sotto di me, i lampioni che illuminavano parte della stradina. Vedevo delle case, più che altro ville e villette, probabilmente era una zona residenziale. Non riconoscevo nulla di familiare, non credo di essere mai passata di lì. Sentii dei passi avvicinarsi a me, non avevo la forza di girarmi o di parlare, non sapevo chi fosse.
Avevo paura.

<<A-Athena?!>>

Spazio autrice
Buonsalveeeeee
Come state?
Scusate se non ho potuto scrivere in queste settimane, ma sono stata all'estero e ho avuto davvero poco tempo.
Comunque... che ne pensate di questo capitolo? Chi avrà fatto del male ad Athena? E chi sarà la persona misteriosa che l'ha riconosciuta?
Colgo l'occasione per ringraziarvi delle 100 letture❤❤
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto con un voto o con un commento grazie 💞
Ci vediamo al prossimo capitolo!

La Fenice Oscura | Inazuma Eleven [in pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora