6. Fazzoletti

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"Stay High di Tove Lo – Habits Remix"

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La pausa pranzo è finita da un po' e io mi trovo già nella stanza dei sacchi da boxe con un uomo che, poco fa, si è presentato a me come Harry. Penso abbia sulla quarantina – viste le leggere rughe intorno alla bocca e agli occhi – ma la chioma di capelli corvini lo ringiovanisce di qualche anno. Non è troppo alto, ma in compenso è davvero bravo nell'insegnarmi le tecniche principali di questo sport.

Mi spiega che, durante una lotta, è necessario visualizzare bene tutta la figura dell'avversario e non soltanto il punto che si vuole colpire, in quanto questo potrebbe essere un vantaggio per il nemico.

Analizzo, di conseguenza, la figura del sacco davanti a me, notando dei piccoli quadrati di nastro adesivo applicati su di esso con la funzione di aiutare gli occhi a concentrarsi meglio sulla sagoma da colpire.

Provo a colpire l'ammasso di cuoio o di qualsiasi materiale sia fatto, ma subito Harry mi richiama.

«Vedi, questo movimento è molto sbagliato» mi dice, mentre mima prima la mia azione e poi quella corretta.

«Devi mantenere l'equilibrio sul tuo baricentro, anziché buttare il peso in avanti. Inoltre, hai utilizzato molto le spalle per colpire il sacco, mossa davvero pericolosa, perché potrebbe essere usata dall'avversario per farti perdere l'equilibrio e avere, quindi, la meglio su di te» termina il discorso, riposizionandosi di fianco a me.

Memorizzo le informazioni datemi e le schematizzo nella mia mente. Inoltre, mi impegno a immagazzinare anche i vari tipi di colpi che posso utilizzare e provo a metterli in pratica. Un'ora e trenta minuti dopo, sono sudata fradicia e con il fiato che fa cilecca.

«Bene, Margot. È ovvio che dovremo lavorare molto duramente, viste le tue competenze, ma direi di farti provare subito a lottare con qualcuno» afferma.

Usciamo in corridoio ed entriamo nella stanza più grande, mentre sciolgo la mia treccia scompigliata per legare i capelli tinti di nero in una coda alta e ordinata. Devo concentrarmi, no? E quindi mi faccio la mia solita acconciatura.

Ci avviciniamo alla parte destra della sala, vicino ai quadranti di lotta, e aspettiamo che arrivino più persone. Successivamente, molti ragazzi si accordano sulle coppie di combattimento e io, vedendo Roxanne mi esalto all'idea di poter combattere con lei. È il modo migliore di fare la sua conoscenza, viste le circostanze, e non mi sembra forte come Luke o Alexander. Non so come mai sia parte del Cerchio, a dire la verità.

Chiedo ad Harry se sia possibile realizzare questa mia pazzia e, alla mia richiesta, mi guarda con un'espressione preoccupata.

«Sei sicura di voler combattere proprio con lei, ragazza? Non so se sei a conoscenza di chi sia» mi dice, mentre alza un sopracciglio del medesimo colore dei capelli. Sì, certo che so chi è, infatti non sto mica chiedendo di scontrarmi con Luke e Alexander, che su quel ring fanno di tutto.

Harry alza le spalle e va ad avvertire Roxanne della mia scelta. Da lontano, vedo il suo sguardo farsi sempre più perplesso, man mano che l'uomo la informa della mia volontà. Se non mi battesse forte il cuore scoppierei volentieri a ridere.

Da una parte, però, mi chiedo perché Roxanne stia sempre da sola. O meglio, la conosco da troppo poco per giudicare, ma le volte in cui l'ho adocchiata sembrava un lupo solitario. Il modo in cui lei si basta, però, è differente da una persona emarginata dagli altri; Roxanne, a differenza del caso di cui ho parlato, è a proprio agio nella sua quiete, e forse è proprio questo che mi spinge a volerla conoscere a tutti i costi.

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