"E.T di Katy Perry."
***
In seguito alla mia richiesta, sposto per un frangente l'attenzione su Luke, che in questo momento non sa far altro che boccheggiare. Perché sì, pensa proprio che non mi sarei accorta dell'accordo tra lui e Roxanne? Non so in cosa consista, ma ha ingaggiato l'attrice sbagliata. In questa casa quella subdola sono io, mica lei.
Credeva che io ci sarei cascata e che mi sarei buttata immediatamente tra le sue braccia, ma, ehi!, ha errato. Come sempre, mi dimostro un passo avanti a tutti loro.
«Andiamo a casa, Mar» dice Luke, afferrando il mio avambraccio. Subito mi libero dalla sua presa, fulminandolo con lo sguardo.
«Prima cosa, non toccarmi. Seconda cosa, non chiamarmi in quel modo. Terza cosa, non darmi ordini. Quarta cosa, la prossima volta evita di mandarmi l'avvocato difensore e dimmele in faccia, le cose.» e detto ciò lo supero e finisco di scendere gli scalini, così da arrivare di fronte al divano, dove giacciono comodamente Roxanne e Alexander.
«Alexander, andiamo o no?» domando nuovamente con una nota di pazienza morta impiccata – nervosa, quindi.
Sposto lo sguardo su Roxanne, la quale mi sta fissando senza un'espressione sul volto, indice che stia reprimendo i suoi sentimenti. Che schifo.
Continuo imperterrita a osservare Alexander, ma proprio nel momento in cui dice che «Sì, va bene, mi va» Luke si intrufola nel nostro scambio di battute.
«T'insegno io, dai.» usa un tono di supplica che mi fa salire la nausea. Un po' di spina dorsale, tesoro mio! Non capisci che sei solo un lurido topo da laboratorio con un bel faccino da mordere?
E come se non bastasse – ché io le zecche me le mangio a colazione – mi s'appiccica dietro, con un abbraccio terrificante. Io Luke voglio proprio farmelo, questo si sa, ma quello che assume una posizione, mica questa ameba che si piega così facilmente ai miei capricci.
Sei sotto esame, bello! Sei analizzato da una che a sua volta è osservava dal tuo capo! Che bella la sorte, eh? Peccato che le redini del gioco le abbia io, adesso.
Il mio gomito sente così tanto la mancanza di Luke che gli tira un colpo sullo stomaco.
«Scusa, ma sei te che rompi le palle» affermo, per poi far cadere da parte mia il discorso e stabilirmi di nuovo avanti ad Alexander.
«Ti muovi?» gli domando, notando ancora la sua mano intrecciata con quella di Roxanne.
Mentre Roxanne – furiosa internamente – e Alexander si salutano degnamente io vado al pianoforte per sfiorarne i tasti. Non so mica suonare, ché la mia, di chitarra, ha le corde rotte, ormai. Non che ne abbia mai avuta una: si fa per dire, sì.
«Ti chiamo domani.» e sento una mano sulla spalla. Voltandomi, alzo gli occhi nel vedere quelli del cagnolino che mi trovo accanto.
«Luke, posso dirti una cosa?» faccio allora, così da permettergli di comprendere qualcosa, una buona volta. Lui annuisce alla mia domanda, dunque proseguo. Povero illuso, l'avrei fatto a prescindere.
«Non capisci proprio un cazzo, fattelo dire.» mando indietro i capelli come se ci fosse del vento e io mi trovassi a Broadway.
«Ma perché ti comporti così con me? Che t'ho fatto? Non dirmi che è per oggi perché me ne vado» afferma, togliendo la mano da me.
Che stupido, me le serve su un piatto d'argento.
«Appunto, vattene, chi ti vuole.» e mi abbandono a una risata liberatoria. Lui sbuffa, si porta una mano nei capelli e successivamente si avvia all'ingresso.
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Prohibited
ActionÈ difficile avere una vita felice e spensierata quando non hai mai avuto la possibilità di parlare con i tuoi genitori, e questo Margot lo sa bene, tanto da sentire di non possedere più un cuore. Un anno dopo aver lasciato l'orfanotrofio che l'ha os...