×10×

224 11 0
                                    

Passarono esattamente due settimane dall'ultimo incontro sgradevole con Eric, in questo lasso di tempo la bionda non era ancora riuscita a convincere se stessa: voleva denunciarlo, ma non voleva farlo.

A causa di ciò ebbe anche una piccola discussione con Layra, che era fortemente convinta che per una volta nella vita, la bionda, avrebbe dovuto tirar fuori le palle ed agire, al posto di piangersi addosso.

Però in un certo senso la capiva e perciò non le diede addosso più di tanto, le avrebbe dato il tempo della quale necessitava, come solo una buona amica farebbe.

Ma al momento Eric era l'ultimo dei problemi di Amethyst, era sceso in classifica quando il padre decise di scandalizzarla con una notizia assurda:

-da oggi, Jungkook e sua madre si trasferiranno qui, non sei felice?-

-entusiasta.- rispose la bionda in tono derisorio nei confronti del padre, non curandosi del fatto che il moro e la fidanzata del padre avessero distintamente intuito la sua ironia.

-Amethyst...- sibilò il padre in tono di disapprovazione

-Papà, non è giornata.-

-per te non lo è mai.- sghignazzò il moro incrociando le braccia al petto.

-è una cosa fra me e mio padre, non intrometterti Jeon Jungkook.- lo schernì.

Non era sua intenzione mostrare tanta arroganza nei confronti di quei due, ma la rabbia del momento prese il sopravvento, facendole sputare veleno ogni volta che apriva bocca.

-Amethyst capisco che tu stia passando un brutto periodo con Eric, ma non puoi trattare così Jungkook, comportatevi da fratelli.- disse Hiram, difendendo a spada tratta il figliastro.

-Eric non c'entra un cazzo al momento e lui non è e non sarà mai mio fratello, ti è chiaro?!-

-vai in camera tua, Amethyst.- sospirò l'uomo facendo infuriare ancora di più la figlia.

-perché non ci vai tu in camera tua e magari dai una bella sfogliata al calendario. Ti facevo più sveglio, papà.- urlò a pieni polmoni Amethyst facendo strabuzzare lo sguardo al padre: fino a quel momento, il pensiero di che giorno potesse essere non l'aveva neanche sfiorato, si era completamente dimenticato di una data tanto importante.

Comunque, Amethyst sapeva bene che con quella sfuriata, agli occhi dei due estranei, non poteva sembrar altro se non una bambina viziata, ma poco le importava.

Da quando Hiram aveva fatto entrare la donna e suo figlio nella loro vita, per lui non esisteva altro, persino Amethyst era passata in secondo piano e poteva accettarlo, non aveva di certo bisogno del papà che le servisse la pappa pronta: era una ragazza di 18 anni ed era indipendente a livello economico.

Lei stessa aveva permesso al padre di rifarsi una vita senza pronunciare una parola a riguardo e lui fece entrare quella nuova vita nella loro quotidianità, ma che a causa di ciò, si dimenticasse dell'anniversario di morte di sua moglie, per Amethyst era inaccettabile e perciò si diresse a passo spedito fuori dall'abitazione, con una destinazione non ben precisa in testa.

Infine decise di fermarsi in un bar poco lontano da casa sua, godendosi la sua solitudine.

Effettivamente ad Amethyst non era mai piaciuto stare sola, ma al momento era l'unica opzione che aveva: nella rabbia aveva dimenticato il cellulare a casa.

Ciò implicava che non poteva chiamare Layra per farsi confortare.

Ciò implicava che avrebbe trascorso l'anniversario della morte della madre da sola, mentre suo padre amoreggiava con la sua nuova fidanzatina.

Ma non sarebbe rimasta tutto il giorno ad autocommiserarsi per gli errori del padre, bensì decise di fargli un torto: oltre ai suoi 3 piercing, avrebbe marchiato la sua pelle con un tatuaggio, ma ovviamente per farlo, prima sarebbe dovuta tornare a casa.

Come si aspettava, una volta varcata la soglia di casa sua il padre l'accolse con un espressione preoccupata.

-ero a pochi metri da qui, se ti fosse importato saresti venuto a cercarmi.- sbottò semplicemente lei, prima di dirigersi in camera sua per prendere la sua borsa ed il suo cellulare.

-dove vai?- domandò Jungkook poggiato sullo stipite della porta.

-non ti riguarda-

-allora vengo con te.-

-ma anche no.- sbuffò la bionda ficcando nella sua borsa anche un quaderno colmo di disegni.

-ti prego, non ce la faccio più a sentire tuo padre piagnucolare per averti offesa, portami con te.- sospirò in tono di esasperazione ottenendo un si forzato dalla bionda

-a patto che tu non mi fermi da quello che sto per fare.- aggiunse lasciando confuso il moro.

•Fratelli per caso• || Jeon Jungkook ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora