•Fratelli per caso• || Jeon Jungkook ||

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Amethyst, che a passo spedito percorreva una stradina poco bazzicata dai giovani, non pensava ad altro se non alla propria migliore amica, ed a tutti gli avvertimenti che la castana le aveva esposto con precisione.

La bionda, era talmente assorta dai suoi pensieri prettamente negativi, che quasi non si rese conto che il suo cellulare stesse trillando all'impazzata, con la foto del proprio fratellastro che si estendeva per tutto il Display.

-che vuoi adesso?- sospirò affranta al cellulare mentre Jungkook iniziò il suo monologo di scuse.

Amethyst era decisamente troppo delusa e furiosa, e di certo, i vorticanti pensieri che le vagavano nella mente già di per sé emblematica, non furono a favore del corvino, che però non demorse continuando a chiedere perdono alla propria biondina.

Per Jungkook, vedere quello sguardo rotto negli occhi sempre allegri di Amethyst fu paragonabile un pugno allo stomaco, anzi, probabilmente un pugno ben assestato da parte di Layra gli avrebbe fatto decisamente meno male.

Ma il suo dolore non era minimamente paragonabile a quello che provava Amethyst, che in tutti quei mesi di abusi del suo ex ragazzo, aveva cercato in qualsiasi modo di autoconvincersi che non fosse colpa sua, ma a causa delle parole di Jungkook, iniziò seriamente a pensare di essersi meritata tutto quello che aveva trascorso nella relazione con Eric.

Il corvino, infatti, non era di certo il primo che le aveva rivolto una frase tanto crudele riguardante il proprio ex fidanzato, non era l'unico a pensare che probabilmente il comportamento scorretto di Eric fosse dovuto a quello troppo esuberante della bionda.

L'unica che non le aveva mai dato contro era appunto Layra, che per quanto conoscesse a meraviglia la testardaggine di Amethyst, non giustificava affatto i soprusi di quel bruto tutto muscoli niente cervello.

Proprio per questo Amethyst si affrettava sempre più a raggiungere, attraverso molteplici scorciatoie, la casa della propria migliore amica.

Dal canto suo però, Layra al momento era leggermente impegnata ad avere una lunga discussione col proprio fidanzato, che li portò a chiarire tutte le proprie incongruenze, senza l'aiuto dei rozzi metodi di Amethyst, che per quanto allettanti fossero, vennero gettati nel dimenticatoio.

-Devo andare, ci vediamo domani piccola.- sorrise Jimin posando le sue soffici labbra su quelle della castana, che sorrise a quel contatto tanto casto.

-A domani- rise la ragazza, osservando il proprio fidanzato mentre varcava la soglia di casa, dirigendosi verso la propria macchina.

Jimin le inviò un ultimo bacio volante prima di mettere in moto la propria automobile e sfrecciare per le strade poco trafficate del quartiere di Layra, che a quell'ora del tardo pomeriggio sembravano decisamente deserte.

Con ancora un grande sorriso sulle labbra, la castana si diresse nuovamente in camera sua, canticchiando qualcosa con la propria dolce voce.

-chi l'avrebbe mai detto che una ragazza scrupolosa come te, si innamorasse di un ragazzo tanto sempliciotto.- rise una voce conosciuta alle spalle di Layra, che si girò lentamente verso il ragazzo che le stanziava a pochi centimetri.

-vattene prima che ti rompa anche l'altro braccio.-

-fossi in te non farei la sbruffona.- ghignò Eric poggiando una pistola sulla fronte di Layra, che sgranò lo sguardo.

-stai minacciando la figlia del Sergente Hemmings, te ne rendi conto?- chiese senza mai distogliere lo sguardo da quello di Eric.

-Davvero credi che ricordami che tuo padre sia una forza dell'ordine mi impedisca di fartela pagare per ciò che mi hai fatto?!- sbraitò il ragazzo spingendo a terra la castana.

-se non fosse stato per te, Amethyst sarebbe ancora mia- sibilò il biondo puntando nuovamente la pistola addosso a Layra, che cominciò a sudare freddo.

Non aveva paura, infondo un ragazzo delirante con una pistola probabilmente scarica ed un braccio ingessato non avrebbe concluso nulla, eppure l'agitazione prese parte di lei quando sentì il campanello di casa propria suonare.