Alle nove in punto, uno stuolo di camerieri in uniformi da pinguino si presenta alla nostra porta per consegnarci la cena. Sistemano tutto sul tavolo grande in fondo alla stanza, un totale di otto portate ben protette da coperchi d'argento a cupola, poi battono in ritirata con una sequela di inchini che metterebbe a disagio pure la Regina d'Inghilterra.
"Hmmm, ostriche" annuncia mamma, sollevando uno dei coperchi con fare teatrale. "Ed escargot. Stasera ci va di lusso, eh?"
Mi avvicino al tavolo, scrutando di sottecchi le portate che mamma sta man mano scoperchiando. Non conosco nessuno di questi piatti e sinceramente non mi sento tanto tranquilla.
"Oh, questo lo adoro!" trilla mia madre, esponendo l'ultimo piatto. Sopra c'è una porzione di ciò che sembra essere sformato di patate, simile a quello che nonna ci prepara a Natale, con l'unica differenza che questa porzione non è né sbruciacchiata né bitorzoluta. "Il nome non me lo ricordo, ma è un pasticcio di pollo e patate. Una delle specialità bareviane!"
In mezzo a tutta quella roba sconosciuta il pasticcio sembra la portata più innocua, perciò è proprio da quello che comincio: mi sistemo su una delle sedie che circondano il tavolo e, con la forchetta, inizio a piluccare lo sformato.
"Come ti senti?"
Alzo lo sguardo e incrocio quello di mamma, seduta a un paio di sedie di distanza. "Bene, perché?"
"Sei strana da quando sei tornata dal colloquio con la Regina."
Alzo gli occhi al cielo, guardando gli affreschi sul soffitto senza vederli davvero. "Io sono sempre strana, mamma."
"Be', oggi lo sei di più."
Con un sospiro riporto lo sguardo su di lei, le dita serrate attorno al manico della forchetta. "Sarò stanca per il viaggio."
Mamma inarca un sopracciglio, riempiendosi la bocca con una forchettata di insalata mista. "Ti ha detto qualcosa di male?"
"No, ma', niente" sbuffo, poggiando una guancia sul pugno sinistro. "Sono reali, sono... altezzosi. E la Regina non è da meno." Spiaccico un pezzo di pasticcio sul bordo del piatto, rilasciando un piccolo sospiro. "Solo Madeleine sembra avere le rotelle abbastanza a posto. Sai, la tipa che era con Isabrutta."
"Sembra molto simpatica."
Appena tornata in stanza, ho subito raccontato a mamma del mio incontro ravvicinato con Madeleine, sottolineando più volte il mio coraggio nel presentarmi per prima. Ma poi, quando è stato il momento di spiegarle cosa mi avesse detto la Regina Emma, mi è tornata in mente la parentesi dello Stronzo Supremo e tutta la voglia di chiacchierare mi è passata in un lampo. Come potevo ammettere che le azioni del mio padre mancato mi stavano facendo soffrire? Non potevo, molto semplicemente. Così mi sono limitata a raccontarle che la Regina mi aveva dato delucidazioni in merito alla cerimonia, ma mamma non è una stupida e ha capito subito che stavo mentendo.
"Ciccia, guarda che puoi dirmelo se c'è qualcosa che non va."
Mi infilo in bocca una forchettata esagerata di pasticcio per evitare di risponderle, perché dubito di essere in grado di tenermi tutto dentro ancora a lungo. Porcaccia miseria, perché deve sempre capire quello che mi passa per la testa?
"Guarda che se lo butti fuori poi ti senti meglio!" insiste, prima di far sparire un'altra foglia di insalata. "Un po' come quando vomiti."
Le lancio un'occhiata allibita, deglutendo a fatica il malloppo di pasticcio che mi si è accumulato sulla lingua. "Stiamo mangiando! Eddai!"
Lei si stringe nelle spalle, infilzando un pomodorino con la forchetta. "E capirai! Tu a cena metti sempre quelle robe splatter sul computer..."
"Supernatural non è splatter" preciso, prima di infilarmi in bocca un altro po' di pasticcio. "Come se la visione celestiale di Jared Padalecki ti dispiacesse, comunque. Ipocrita!"
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My Unexpected Tiara (VERSIONE DEMO)
Fiksi RemajaVERSIONE DEMO: IL LIBRO COMPLETO È ACQUISTABILE SU AMAZON A diciassette anni suonati, Daphne Altavilla non ha grandi aspettative per il futuro: con i suoi mediocri risultati scolastici e delle ancor più scarse capacità sociali, la ragazza si è rasse...