Epilogo

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Un anno e mezzo dopo

Mi sudano le mani per le forti emozioni che ho appena vissuto, non riesco a non essere tremendamente felice e fiera di me.

Mi sono appena laureata.

La mia laurea in lingue e letterature moderne dell'Università di Torino è finalmente giunta a me, dopo innumerevoli sacrifici, crisi isteriche e momenti di ansia e panico.
Stento a crederci, sembra successo ieri che ho lasciato il liceo e ho messo piede qui dentro per la prima volta sentendomi spaesata e confusa, invece adesso è tutto finito.

Mi guardo intorno riconoscendo numerose persone che hanno appena assistito alla confutazione della tesi, e la mia famiglia che è seduta sulle poltroncine blu disposte in maniera perfettamente allineata difronte alla commissione.

Mia madre è una fontana, come avevo perfettamente immaginato, mio fratello sorride anche se probabilmente non vede l'ora di uscire fuori da qui, mentre mio padre mi guarda con un'immensa ammirazione che quasi mi fa esplodere il cuore di orgoglio.

Subito dopo aver ringraziato ancora una volta i professori che mi hanno guidato nel mio percorso, raggiungo la mia famiglia, accompagnata da Luca e Flavia.

"Mia figlia si è laureata, non ci posso credere! Tutta suo padre." esordisce mio padre tirandomi in un abbraccio e stritolandomi le guance.

Questa abitudine di torturare le mie guance va avanti da quando ho due anni, eppure la adoro.

Continuo a guardarmi intorno, cercando un paio di occhi verde smeraldo che non hanno mai smesso di farmi innamorare da due anni a questa parte, notando tristemente però che non riesco a scorgerli da nessuna  parte.

"Paulo mi ha detto che non sarebbe riuscito a venire qui a causa degli allenamenti, Allegri non ha voluto lasciarlo libero." mi spiega la mia migliore amica accarezzandomi il viso.

Il mio sorriso si tramuta in una smorfia, pensavo avrebbe fatto il possibile per esserci.

"E mi ha anche chiesto di convincerti nel raggiungerlo allo Stadium." continua poi, facendomi un piccolo sorriso.

Sospiro, oggi è il giorno della mia laurea e si suppone debba essere lui a correre da me.

Decido ugualmente di lasciare l'università, salutando la mia famiglia, imbattendomi però in un signore di mezza età che mi trattiene per un polso.

"Signorina Mirti?" chiede, al chè aggrotto le sopracciglia cercando di capire chi sia.

"Sì, sono io." dico, lisciandomi la camicetta bianca che è inserita all'interno della mia gonna nera a tubino.

"Ho ascoltato la sua tesi sulla storia della lingua spagnola e devo dire che mi è piaciuta tantissimo. La sua pronuncia in spagnolo è praticamente perfetta, complimenti." afferma, con una voce profonda.

I suoi occhi sono molto scuri e indossa un cappello nero che non mi permette di vedere completamente il suo viso.

"La ringrazio, è molto gentile." rispondo, imbarazzata.

"Sono Darío Villanueva, il direttore della RAE di Madrid. Ci tenevo a dirle che una persona con le sue conoscenze e capacità sarebbe molto utile all'interno della nostra Accademia, sia come segretaria che organizzatrice dei comitati. Le lascio il mio numero, per avere informazioni su un ipotetico colloquio in caso fosse interessata." dice, porgendomi infine un bigliettino, lasciandomi ad ogni parola sempre più basita e allo stesso tempo stranita.

La RAE è praticamente l'accademia linguistica spagnola più importante dell'intera nazione.
Non riesco nemmeno a crederci.
Ringrazio l'uomo che va via lasciandomi ancora più confusa di prima, ricordandomi che devo assolutamente raggiungere Paulo allo Stadium.

Casualidad; Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora