36. NON E' TUTTO ORO CIO'CHE LUCCICA

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-Calmati ... sta succedendo qualcosa ... Tutto stava cadendo in un puzzle nella mia mente.

-Stai bene?" Chiesto la voce infantile e familiare.

-Io sono ..." Le parole mancavano al momento. - Sto bene, Junior. - Ho preso quel nome.

-Sta succedendo qualcosa su trampoli?" "Ha insistito su quel soprannome, e questo mi ha portato ancora più chiari ricordi."

-Sono ancora in piedi, anche con il mondo che crolla intorno a me.

- Cosa? Ha chiesto.

-Sì ... dov'è tua madre?" Ho chiesto, facendo del mio meglio per mantenere la calma. C'erano molte informazioni, molti dubbi.

-Sta cenando con papà." Ha detto normalmente.

- Papà? Con tuo padre?

- Si. Non sapeva quanto fosse chiaro in quel momento.

-Stai scherzando?" "Potrebbe non essere giusto fare di più, avevo bisogno di ottenere quel dubbio."

- Stai scherzando? Sì, non può essere solo il calcio, non posso giocare a calcio in casa. Ha detto velocemente.

-Non è il calcio. È uno scherzo facile. Sai scrivere?

- Sono un ragazzo intelligente! So leggere e scrivere molto tempo fa. Ha detto con tutta la sua innocenza.

-Allora ... Junior, ti stai nascondendo dai tuoi genitori e prendi un pezzo di carta e scrivi il numero su quello schermo del cellulare.

- Per cosa? Ha chiesto.

-Per darti tua madre e chiederle di chiamarmi domani quando tuo padre non è lì."

-Perché devo nascondermi da papà?" Ha chiesto.

-Il nostro gioco è un detective. Tuo padre è una spia malvagia in questo gioco. Io, tu e tua madre siete da una squadra e lui dall'altra. Capito?

- Capito. Ha risposto in modo vivace, a differenza di me. "Posso avere un nome segreto?"

-Qualsiasi nome tu voglia, ora, fa come ti ho detto. Era impaziente della situazione.

- Lo sto facendo.

-Molto piccolo. "Ero seduto sul divano nella penombra, ancora con quella piccola confusione da quando l'ambulanza arrivò qui, guardai quei muri e mi chiesi se tutto quello che pensavo fosse reale.

-Ci sarai?" Mi ha chiesto, ritirandosi dai miei pensieri dolorosi.

- Sì.

-Cosa faccio adesso con il giornale?"

-Tieni, quando tuo padre va a lavorare, dai a tua madre." Stai bene?

- Ok, agente Eagle. Ho sorriso a quello. - Stiles?

- Ciao. - Ho risposto.

- Posso farti una domanda?

-Certo.

- Perché nel telefono cellulare del padre è scritto su questa chiamata?

Questa domanda ha risposto alla mia, e mi ha lasciato con così grande dolore.

-Ti fidi di me?" Ho chiesto

-Mia madre mi ha sempre detto di non fidarsi degli estranei!"

-Sono un estraneo per te?

- Davvero? No!

-Allora fidati di me quando ti dico che ti dirò perché.

- Va bene. La sua voce era un tono triste.

#QUEL_RAGAZZO(racconto gay) [(Italian Translation)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora