Capitolo 14

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Un furetto...albino?
Che fosse solo una coincidenza? Poteva davvero essere che lui...proprio lui... No no e poi no! Ma come le era venuto in mente? Un superbo del suo livello non si sarebbe mai "abbassato" ad un gesto tale. Hermione sotterrò quella strana ipotesi che le pareva talmente surreale che quasi le piaceva, senza sapere il perché, immaginare ciò che in un altro senso temeva: che fosse proprio un suo regalo? Che tenesse a tal punto alla sua bambina da farle un regalo in onore di quando era stato canzonato e umiliato da Moody? Incredibile anche sono da pensare!
"D'accordo, per oggi basta ragionare." bisbigliò nel buio Herm poco dopo aver spento la luce con un movimento della bacchetta e un istante prima di raggiungere il mondo dei sogni.

°°°

Durante i giorni seguenti, la Grifondoro assistette ad altri curiosi fenomeni, durante i quali Diana pareva giocare con qualcuno di inesistente. O meglio, sembrava proprio che qualcuno sparisse poco prima dell'arrivo di Hermione, cosicché la ragazza decise di tendere una trappola al "malfattore" al fine di acciuffarlo e fargli o farle una bella ramanzina.

Era un umido e piovoso venerdì di inizio ottobre quando Hermione mise in atto il suo piano. Dunque, quello stesso giorno, Merlino aveva deciso di scatenare una tempesta in piena regola sopra le torri di Hogwarts, comprensiva di lampi e tuoni e vento. In quell'infuriare, una giovane studentessa ascoltava pazientemente il ticchettio dell'orologio che segnava le 19:29, attendendo l'ora della sua doccia quotidiana prima di cena. Scoccate le 20, congedò Diana e si diresse verso il bagno, nel quale, invece di lavarsi come di consueto, rimase ad origliare dietro la porta chiusa.
Passò qualche minuto e...ecco!
Uno scricchiolio dalla finestra, un altro dal pavimento, il classico rumore fischiante prodotto dalle scarpe bagnate sul parquet.
Lei ancora in ascolto.
La sua trappola era perfetta, nessun movimento non autorizzato le sarebbe sfuggito.

Si poteva udire chiaramente che qualcuno si si stava muovendo al di là dello stipite, qualcuno che, a giudicare dai passi cauti e misurati, non intendeva farsi sentire. Un crick, un crack, uno sbuffo ed un'imprecazione sommessa. Stava, ipotizzò Hermione, attraversando nel buio la camera per giungere a quella di Diana, adiacente alla sua, ma, sfortunatamente per l'intruso, chiunque fosse, fu proprio allora che la trappola della padrona di casa scattò inesorabile.

Ho il dovere di avvertirvi, adorati lettori, avendo io l'onore di cantarvi queste antiche storie, che non sono certa che la vicenda sia avvenuta esattamente ed inequivocabilmente in questa maniera, ma, al fine della narrazione, mi limiterò a tramandarla così come mi è stata raccontata.
Dunque torniamo a dove abbiamo lasciato i nostri due protagonisti...

Appena colui o colei che si aggirava nella stanza mosse un passo, tese un filo tirato sul pavimento, il cui movimento causò il moto di un libro che cadde dalla sua postazione sul caminetto e trasmise energia cinetica ad una pallina lì accanto. Essa rotolò fino ai piedi della porta del bagno e si scontrò con un secondo libro che, cadendo, fece abbassare la maniglia della suddetta porta dando il segnale tanto atteso ad Hermione e tirando una fune alla quale era stato collegato un secchio d'acqua celato dall'oscurità che levitava proprio qualche centimetro sopra la testa del malcapitato, provocando e il rovesciamento.

Seguirono insulti, imprecazioni, santi e beati tirati giù dal cielo, mentre un'Hermione eccessivamente elettrizzata da riuscita del suo piamopuntava la bacchetta verso l'intruso e gli ordinava insistentemente di rivelarsi, poiché questo le dava le spalle ed indossava un lungo mantello fradicio nero, il cui largo cappuccio copriva il volto ed il capo. Avrebbe quai potuto parere un dissennatore se non fosse stato che, anche nella penombra, si distingueva facilmente che l'ingombrante indumento fosse fatto di un tessuto pregiato, fine e cucito con cura da mani evidentemente esperte.

Essendo stato scoperto, l'intruso rimase immobile, stupito o spaventato che fosse, e tocco ad Hermione avvicinarsi ed affermarlo per le larghe spalle per farlo voltare, ma nemmeno da davanti l'individuo era riconoscibile. Solo quando la castana si decise a sollevare il cappuccio, infatti, riuscì a distinguere quei capelli bagnati ma ancora inconfondibilmente biondi e uno sguardo annoiato che sembrava però celare la consapevolezza di essere stato colto con le mani nel sacco. Da una mezzosangue per giunta.
La ragazza vide così tutti i suoi sospetti e le sue fantasie realizzarsi, benché ancora le sembrasse impossibile, e, anche se in cuor suo conosceva già la risposta, proruppe in un accusatorio: "Per la barba di Merlino, Malfoy, cosa ci fai tu qui?!" al che il biondo alzò le spalle e, sperando che colei per la quale si trovava allora in quella brutta situazione non uscisse dalla sua camera, senza fiatare si diresse verso l'uscita con superiorità, come se non fosse stato appena sorpreso bagnato fradicio e, soprattutto, con i capelli scompigliati nella camera da letto di una mezzosangue grifondoro, mentre questa era in procinto di farsi una doccia. Tutto nella norma, insomma.

Fu allora che Hermione chiuse la porta con la magia prima che lui potesse aprirla, desiderosa di una spiegazione, che, contro tutte le sue aspettative, non tardò ad arrivare.
"Ascolta Mezz...Granger, sappi che me ne stavo giusto andando."
"Me ne ero accorta, Malfoy, ma mi interesserebbe sapere perché sei arrivato."
"..."
"Andiamo, non hai scampo...parla!"
"Non ho niente da dire."
"Oh, davvero? Eppure sono quasi certa che sia stato tu in questi ultimi giorni ad intrufolarti in camera mia per giocare con Diana approfittando della mia distrazione."
"Quasi?"
"Si chiama sarcasmo, Malfoy, non capisci nemmeno questo?"
"Certo, Granger, lo capisco eccome, ma comuqnue questi non sono affari tuoi."
"Ah no, dici? Eppure mi sembra che ti trovi nella mia camera, con la mia bambina dalla quale, se non erro, ti avevo esplicitamente detto di stare lontano, o sbaglio?"
"Non è davvero tua figlia, Granger, e ora direi di evitare di alzare la voce perché" aggiunse sbirciando nella camera della bambina in questione "s'è addormentata."
Sbuffando e con poca convinzione, la grifona annuì e, siccome anche lei era molto stanca, decise, per quella sera, si proporre una tregua e per farlo penso perlomeno di offrire al biondo qualcosa con cui asciugarsi.
"Tieni, furetto, vedi di non ammalarti e tranquillo, non morirai per aver toccato uno dei miei asciugamani."
"...grazie, Granger, ma non chiamarmi furetto." disse lui materializzano con la bacchetta una bottiglia di FireWhiskey e due bicchieri di cristallo con essa.
"Vuoi favorire?"
"Malfoy, nel caso non te ne fossi accorto, io mi devo occupare di una bambina, non posso bere."
"Quante storie, Mezzosangue, vuoi dirmi che non hai voglia di lasciarti andare un po' neanche per una sera?"
"Smettila con quel soprannome."
"E tu smettila di prendertela, le persone cambiano ed io non ho più motivo di credere alla differenza di sangue, ma ormai mi viene naturale chiamarti così. Per una volta fidati di me, il tempo degli insulti è finito." concluse ingurgitando il primo bicchiere di alcool.
"Sei serio, Malfoy? Dopo anni di prese in giro e dolore tu la finisci da un giorno all'altro con "fidati di me"? Io non mi fido di te, non mi fiderei neanche sotto tortura e sai perché? Perché quando mi hanno torturata tu non hai mosso un dito, non hai fatto nulla che potesse renderti 'affidabile'. Sei rimasto lì a guardarmi sanguinare, a sentirmi urlare e ora pretendi che io ti perdoni per tutto quello che mi hai fatto in questi 7 anni che ci conosciamo? E dammi qua... " ammise, presa da un momentaneo crollo psicologico mentre affermava uno dei due bicchieri e lo riempiva.
"Tsk, per prima cosa noi non ci conosciamo Granger, non sappiamo un bel niente l'uno dell'altro, dopo 7 anni non so nemmeno quando sia il tuo compleanno e tu non sai quando sia il mio, quindi non pensare di leggermi con uno dei tuoi stupidi libri. Seconda cosa, non pretendo di essere perdonato per i reati che ho commesso, ma di essere riconosciuto per quelli che non ho commesso."
"E sentiamo, quali sarebbero?"
"Avrei potuto e dovuto uccidere Silente, ma non l'ho fatto, avrei potuto farvi catturare al Manor, ma non l'ho fatto."
"Hai fatto di peggio."
"Tipo cosa? Non ho mai ucciso nessuno."
"Ci hai traditi. Tutti quanti. Hai messo in pericolo la vita di centinaia di persone solo qui ad Hogwarts, non ti basta?"
"Vi ho traditi tutti, hai ragione, ed ora ho perso coloro per cui ho lottato, i miei genitori, ho perso, senza neanche averli mai avuti, coloro che ho tradito, ed è proprio per questo che sto cercando di continuare a vivere con coloro che di me non sanno niente, per cui non sono "Malfoy", ma semplicemente Draco. È per questo che mi trovo qui stasera. Perché in questa scuola l'unica che mi vede per quello che sono, senza alcun pregiudizio, è Diana, che tu lo accetti o meno."
Doveva davvero aver già bevuto troppo.

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