Capitolo 3
«Spiacente, Maxir il druido, hai giocato bene ma hai perso.» Damien sferrò il colpo di grazia all'avversario, l'avatar in 3d si accasciò per terra con un lamento e lui sorrise soddisfatto. Aveva vinto anche quella sfida, la settima in una sola notte, non aveva mai accettato così tanti duelli prima d'ora ma era in gioco il suo amato primo posto e non poteva rischiare. Insolitamente stanco, si tolse le cuffie dalla testa e si sgranchì il collo, era abituato a giocare continuamente fino al mattino, come in quel caso, ma in quelle ore non si era fermato nemmeno per andare in bagno ed ora la mancanza di sonno si faceva sentire. Controllò la classifica e sospirò di sollievo quando vide il suo nome in cima, accanto alla sua foto profilo brillava la stella dorata che tanto amava.Soddisfatto e fiero di sé, spense il computer e scese in cucina. Sua madre era già in piedi che preparava la colazione e gli rivolse uno sguardo incuriosito quando lo vide entrare.
«Giorno Damien, ti sei alzato presto stamattina» lo salutò con un sorriso che lui ricambiò.
«Sì, sono stato mattiniero» mentì, aprendo il frigo per tirare fuori il cartone del latte e versarsene un bicchiere.
«Scommetto che hai passato tutta la notte a giocare. Di nuovo.» Lo sguardo esasperato della madre ebbe il potere di farlo sentire in colpa, quella donna possedeva le capacità intuitive di un agente dell'FBI ed era capace di farti confessare e pentire peggio di un sacerdote.
Per non tradirsi, Damien restò in silenzio e si accomodò al tavolo della cucina mentre fissava sua madre friggere la pancetta. Il pensiero dell'imminente giornata di scuola lo fece sentire ancora più stanco, non voleva vedere quella pazza di Peyton Cooper né subirsi i suoi colpi di testa. Finì di bere il latte e salì in camera per cambiarsi. Indossata una delle solite felpe, si volto e fissò con tristezza il computer mentre ne accarezzava la tastiera.
«Già mi manchi» sussurrò all'apparecchio elettronico.
Un'ora dopo si trovava davanti all'edificio scolastico, indeciso, come al solito, se scappare e rifugiarsi in qualche internet cafè, per poter continuare a giocare, oppure entrare e sopportare anche quella giornata di scuola.
«Se continui a fissare la porta d'ingresso s'imbarazzerà e scapperà» lo prese in giro la solita vocina fastidiosa.
Damien alzò gli occhi al cielo e sospirò. «Giorno a te, Sadie.»
Senza ricambiare il suo saluto, la ragazza lo prese per la manica della felpa e lo trascinò dentro. «Questo è il nostro ultimo anno, cerchiamo di non ripeterlo. Non mi va di restare qui altri nove mesi, preferisco la gogna.»
«No, non credo tu la preferiresti davvero» la provocò.
«Smettila di fare l'idiota, vuoi forse restare un liceale tutta la vita?» Il suo sguardo severo lo lasciò interdetto, da qualche giorno Sadie sembrava strana, più del solito ovviamente. Si arrabbiava per poco, lo guardava con rimprovero fin troppo spesso e sembrava aver perso interesse per le passioni che da sempre avevano avuto in comune.
La paura di non riuscire a diplomarsi doveva averle dato alla testa, oppure si era messa d'accordo con sua madre per ricordargli ogni due secondi i suoi doveri di studente e figlio. Come se già non li conoscesse!
«Senti Sadie, se hai intenzione di farmi una ramanzina anche tu allora è il caso di salutarci. Ci vediamo a pranzo» senza nemmeno salutarla davvero, si diresse in classe lasciandosi dietro l'amica.
Sapeva fin troppo bene che non poteva permettersi di ripetere l'anno, i suoi voti erano nella media anche se passava più tempo al computer. Per quanto gli piacesse giocare online, sapeva frenarsi e studiare, era un ragazzo responsabile e gli sarebbe piaciuto che anche gli altri se ne accorgessero. Entrò in classe e prese posto al solito ultimo banco, a differenza degli altri giorni, però, non tirò fuori il suo videogioco; restò quasi per tutta l'ora con la testa sul banco, troppo stanco e irritato per seguire davvero la lezione o preoccuparsi di ciò che gli accadeva intorno. Soltanto verso la fine dell'ora si accorse che Peyton sedeva di nuovo accanto a lui, questa volta senza degnarlo nemmeno di uno sguardo e Damien sospirò di sollievo, non sarebbe riuscito a sopportarla quel giorno. Non che di solito la sopportasse, soltanto che la sua pazienza aveva un limite ed era stato già raggiunto quella mattina.
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The Virgin Boy
ChickLitStoria vincitrice della #4 lista del ThriatlonDay indetto da @WP_Advisor Aldous Damien Walker è un ragazzo vergine. Non solo in quel senso... è vergine in ogni aspetto sociale della vita, soprattutto quelli che dovrebbero coinvolgere un adolescente...