Era stata un'idea stupida, Peyton lo capì nell'esatto istante in cui mise piede nell'enorme struttura. Non si era mai sentita tanto a disagio in mezzo alle persone come in quel momento. Fissò una coppia di innamorati che indossavano degli strani abiti e delle parrucche bianche che, visto l'incarnato troppo abbronzato, non donavano loro per niente. Lei invece aveva optato per una semplice maglietta e degli jeans, non aveva voluto osare troppo e ora un po' se ne pentiva; esagerare lì sembrava la parola d'ordine.
«Oddio, ma come fanno tutti questi sfigati a non vergognarsi di andare in giro vestiti in quel modo?» Il commento velenoso di Sienna la irritò, anche lei non si sarebbe mai mascherata in quel modo, ma questo non le dava il diritto di insultare le persone per una loro passione. Se c'era una persona da dover deridere era proprio lei, si era vestita come se dovesse andare ad un matrimonio, con un ampio vestito in tulle rosa e un corno pieno di brillantini in testa. Davvero imbarazzante.
Mason si avvicinò a loro, anche lui per fortuna aveva scelto un abbigliamento normale invece di esagerare come Sienna. «Ragazze, ho preso i biglietti. Entriamo?»
Peyton prese due bei respiri prima di annuire convinta. «Facciamolo.»
Si inoltrarono tra la folla, mimetizzandosi per quanto possibile con gli altri, e fissò incuriosita i vari stand. Notò con quanta felicità le persone si avvicinassero agli oggetti esposti, fissandoli quasi con adorazione, o come gli individui mascherati fossero ansiosi ed elettrizzati, da cosa però non avrebbe saputo dirlo. Dovette ammettere tuttavia che nell'aria si respirava felicità ed emozione, o forse era quel vociare allegro e le risate che sentiva a farle provare quella sensazione, di certo si era aspettata un posto triste pieno di gente che l'avrebbe messa a disagio, ma non fu così, non troppo almeno. Continuò a guardarsi intorno, sperando di scovare nella folla Damien e la sua amica.
«Tu li hai visti?» chiese a Mason. Il ragazzo fece un gesto di diniego con il capo e continuò a cercare.
«No, ma credo sia impossibile trovarli tra tutta questa gente» rispose annoiato l'atleta.
Fece vagare nuovamente lo sguardo tra la folla mentre si mordicchiava il labbro nervosa, quale scusa avrebbe inventato se fossero riusciti a individuarli e trovarli? E come avrebbero fatto a passare la giornata con quei due? Non era detto che Damien e la sua amica li avrebbero invitati ad unirsi a loro anzi, conoscendo il ragazzo poteva solo immaginare la sua reazione. Rabbrividì ricordando cos'era successo qualche giorno prima, quando aveva deciso di riportargli il quaderno.
Una forte morsa le strinse lo stomaco e Peyton si ritrovò ad annaspare in cerca di aria. No, proprio non voleva riavere vicino quel mostro, i suoi occhi freddi e duri avevano ancora il potere di farle venire i brividi. Ora capiva perché nemmeno Liam e i suoi avevano il coraggio di avvicinarsi e dargli fastidio.
«Ehi!» Un fastidioso e doloroso colpo la raggiunse sul fianco. Mason, senza un briciolo di delicatezza, tentava di riportare la sua attenzione su di lui colpendola come se fosse uno dei suoi amici cavernicoli.
«La vuoi piantare? Cosa succede?» sbottò irritata, massaggiandosi la parte colpita.
«Quello non è Walker?» Il capitano della squadra di football puntò col il dito due figure che si muovevano tra la folla parlando animatamente.
Peyton socchiuse gli occhi puntando lo sguardo serio sui due. Il ragazzo indossava una lunga parrucca scura che gli arrivava alle spalle, uno strano abito in pelle nera strappato in alcuni punti e adornato da qualche borchia sia sulle gambe che sul petto mentre dalla cintura pendevano due pugnali e una strana sciabola. La ragazza era vestita esattamente in modo uguale, anche se l'abito era visibilmente più femminile, e la sua parrucca era leggermente più lunga e di un biondo platino palesemente finto. Quando lo strano guerriero si voltò verso di lei, sentì le gambe mancarle e la stanza iniziò a vorticare.
Era lui! Era proprio Damien! E la stava fissando con sorpresa e... rabbia.
«Io... io ho bisogno del bagno» disse all'improvviso, guadagnandosi le occhiate sorprese e stranite di Mason e Sienna. Senza attendere oltre, si affrettò ad allontanarsi da Walker. Non sapendo dove fosse il bagno, notò una cabina per fototessere e in fretta vi si rifugiò, riprendendo fiato solo quando fu lontana dallo sguardo di ogni essere presente in quel posto.
Si sedette sulla piccola sedia nera, appoggiò la fronte contro la parete in plastica della cabina e chiuse gli occhi prendendo un bel respiro. Era davvero inconcepibile che proprio lei, Peyton Cooper, avesse un attacco di panico anche solo al pensiero di Damien. Una reazione decisamente spropositata e se ne vergognava, ma proprio non poteva fare a meno di reagire in quel modo al pensiero del suo sguardo severo e inclemente. O forse era la consapevolezza che tutto ciò che stavano tentando di fare fosse sbagliato, se aveva paura della reazione di Damien per una cosa insulsa come raggiungerlo in quel posto allora non voleva immaginare cose le avrebbe fatto una volta scoperto la verità.
«Sono una giovane donna morta» gracchiò portandosi le mani al viso.
«Puoi dirlo forte...» La voce profonda e irritata di Damien la fece sussultare. Alzò il capo col cuore che aveva già ripreso a battere a mille, talmente forte che poté sentirlo pulsare sin nelle orecchie, e quando il suo sguardo raggiunse quello di lui sentì il fiato mancarle per l'agitazione.
«Allora» disse lui entrando nella cabina e costringendola a spingersi più indietro sulla piccola sedia. «Come mai sei qui? E non dire per caso, non sono idiota e lo sai.»
Peyton si umettò le labbra e fissò lo schermo illuminato della cabina sperando di trovarci una mistica via di fuga. «Io...» balbettò. «Ecco, noi siamo venuti per curiosità.»
Lo vide inarcare le sopracciglia e fissarla come se avesse davanti una rimbambita - e, che Dio la perdonasse, fosse era davvero così - prima di ridere e alzare gli occhi al cielo, esasperato. «Cooper, mi credi davvero così stupido? So che c'è qualcosa sotto, altrimenti come potrebbero due persone come Sienna Reyes e Mason Turner entrare in un posto come questo?» le fece notare.
Effettivamente mai nella vita quei due avrebbero accettato di entrare e mischiarsi a gente che si travestiva come se si trovassero nel paese delle meraviglie. «Sono io che li ho convinti» si ritrovò a dire senza nemmeno accorgersene, forse un ultimo e disperato tentativo di giustificare la loro presenza lì. Un tentativo destinato a fallire, ovviamente.
«Oh, su questo non avevo dubbi, credimi» sussurrò lui chinandosi verso di lei, portando così il suo viso a pochi centimetri da quello di lei. «Ti conviene dirmi tutto, Peyton, sono sicuro che ti sentirai decisamente meglio dopo e io potrei addirittura darti una mano.»
Lei si morse il labbro inferiore, indecisa se dirgli o no tutta la verità. Lo sguardo di lui si soffermò per qualche secondo sul povero labbro che lei stava martoriando, prima di allontanarsi e appoggiarsi allo schermo della cabina. Solo allora Peyton si rese conto che non riusciva a restare completamente alzato vista la sua altezza, era inaspettatamente alto e non ci aveva mai fatto caso. O forse erano le piccole dimensioni di quella cabina a farlo sembrare un gigante intrappolato in una scatola di sardine.
«Allora?» La scosse il ragazzo. «Sto aspettando una risposta.» Questa volta la sua voce aveva assunto un tono più grave e capì che stava perdendo la pazienza.
«E va bene» sospirò mettendoti seduta composta. «Ti dirò tutto, ma tu prometti di darmi una mano?»
Il ragazzo la fissò per qualche secondo in modo imperscrutabile, mettendola notevolmente a disagio, prima di alzare le spalle con fare noncurante. «Vedremo. Farò quel che potrò.»
Non era di certo la risposta che Peyton aveva sperato di ricevere, ma dopo tutto era meglio di nulla conoscendolo. Prese coraggio e gli raccontò tutto, di Liam e della sua stupida scommessa. Lo vide rabbuiarsi sempre di più e una volta finito temette potesse esplodere e prendersela con lei vedendo la furia nel suo sguardo.
«Bastardo...» disse sprezzante, stringendo forte i pugni e contraendo così forte la mascella che Peyton pensò avrebbe potuto rompersela. «Non mi sorprende, ho sempre saputo di non essergli simpatico, e a giusta ragione, ma non pensavo fosse così vigliacco da mandare altre persone a fare ciò che vorrebbe e dovrebbe fare lui.» Damien chiuse gli occhi e prese un bel respiro per calmarsi. «Ti darò una mano» le disse con così tanta serietà che dovette combattere con tutta se stessa il desiderio di alzarsi e abbracciarlo tanto era il sollievo che provava in quel momento. «Ma ad una condizione.» E in un secondo, tutto il sollievo sparì e si ritrovò con la voglia di dargli un pugno, altro che un abbraccio.
«Ovviamente...» Peyton incrociò le braccia sotto al petto, assumendo una posizione di difesa. «Non mi aspettavo nient'altro da uno come te» mentì. «Cosa vuoi in cambio?»
«Soltanto che le cose vengano fatte a modo mio, dopo tutto è la mia vita quella che alla fine dovreste distruggere, no?»
Peyton non riuscì a replicare, era la verità, avevano accettato di prendere parte ad un gioco stupido e il prezzo che dovevano pagare per quella stupidaggine aveva come vittima soltanto una persona: lui. «E va bene, si fa a modo tuo.»
«Ottimo.» Sorrise. Un sorriso così diabolico da farle rimpiangere di avergli detto tutto.***
- ANGOLINO DI EVELYN -
Ecco finalmente il capitolo 5!
Mi scuso per il ritardo e per gli errori, finirlo è stato un vero e proprio parto e il lavoro non aiuta visto che occupa (e occuperà) quasi tutto il mio tempo libero!
Spero ad ogni modo che la storia continui a piacervi e che i protagonisti vi attirino sempre di più nelle loro vite, io farò il possibile per non farvi annoiare.Grazie ancora per l'attesa,
Lyn!
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The Virgin Boy
Literatura FemininaStoria vincitrice della #4 lista del ThriatlonDay indetto da @WP_Advisor Aldous Damien Walker è un ragazzo vergine. Non solo in quel senso... è vergine in ogni aspetto sociale della vita, soprattutto quelli che dovrebbero coinvolgere un adolescente...