Prologo

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Benvenuti all'università, quel mondo psichedelico fatto di dosi eccessive di caffeina nelle vene, esami troppo grandi preparati in tempi troppo piccoli, sesso occasionale, baci al sapore di vodka e piedi doloranti dopo un sabato sera trascorso a ballare.

Ovviamente ci sono le eccezioni. Basta vedere Clelia, la ragazza con le lentiggini e l'alitosi che in aula siede sempre in prima fila durante la lezione di traumatologia. Fidanzata da dieci anni e astemia, protegge la sua verginità come il Santo Graal e, cosa più grave, odia il caffè. Si lamenta di non avere amici. Forse dovrebbe rivalutare la sua tradizione pomeridiana di prendere il tè ai distributori alle cinque in punto visto che aggrava solamente il suo problema con l'alito.

L'università è quel mondo in cui speri di trovare l'amore della tua vita e finisci invece a mangiare biscotti sotto il piumone, leggendo storielle erotiche comprate ad una bancarella dell'usato. Quel mondo in cui festeggi per un diciotto risicato e piangi se non ti danno la lode.

I voti sono la moneta di scambio, il passepartout per una carriera brillante, possibilmente affiancati da almeno quattro lingue parlate fluentemente, in caso contrario, il centodieci della laurea diventa un numero da giocare a lotto.

Questa storia inizia proprio con i voti. Con un terribile voto.


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