37

150 5 0
                                    

1 mese dopo
Camilla's Pov
Le feste sono finite e Gennaio sta giungendo alla fine. La mia pancia sta scoppiando. Sono entrata nell'ottavo mese. Sembrava ieri quando ho scoperto di essere incinta ed ora eccomi qua con il pancione pronta a partorire.
Paura? Si molta. Ma penso che la gioia di vederlo batterà la paura.
Stamattina Gabriele è al lavoro e tornerá dopo pranzo. Io invece ne approfitto per mettere un po apposto la casa e fare un po di commissioni. Per pranzo decido di preparare la pasta con sugo e melanzane.
Ma mentre sto preparando mi arriva una fitta alla pancia. Io lascio tutto e mi acchiappo al bancone e con l'altra mano mi acchiappo la pancia. Dio, ha fatto malissimo. Dopo qualche secondo mi riprendo e continuo a preparare. All'una e mezza metto tavola e inizio a mangiare guardando un po di tv. Alle due e mezza arriva Gabriele. Mangia anche lui e poi si viene a mettere sul letto con me.
"Amore dobbiamo decidere il nome del bambino." Dico.
"A te quale nome piace?" Chiede.
Ci penso un po prima di dire Leonardo.
"È carino come nome. Si dai, vada per Leonardo."
Ma un'altra fitta si ripresenta nella mia pancia.
"Piccola tutto ok? Che succede? Devo chiamare il medico? Dobbiamo andare in ospedale?"
La fitta si placa.
"No. Non è ancora il momento. Sono delle fitte normali. Non ti preoccupare."
Lui si rilassa e ci addormentiamo così.
Ma dopo 10 minuti una fitta ancora più forte mi fa svegliare. Tiro un urlo per il dolore.
"Cazzo." Impreco.
Gabriele si alza si scatto e mi tiene dalla schiena.
"Sicura che vada tutto bene?" 
Non riesco nemmeno a parlare. Questa fitta è molto piu intensa e duratura.
Si placa qualche secondo ma poi riprendono. Sono iniziate le contrazione.
"Amore. Dobbiamo andare in ospedale. Ho le contrazioni."
Gabriele prende le valige e le carica in macchina. Io velocemente mi vesto ma quando arrivo in bagno mi sento tutta bagnata. Guardo per terra e vedo una pozza di acqua e tutti i pantaloni sono bagnati. In quel momento entra Gabriele e rimane sconvolto.
"Mi si sono rotte le acque." Dico con voce piccola. E poi un'altra contrazione che mi fa piegare. Gabriele si avvicina e mi accarezza la schiena e mi lascia un bacio sulla testa.
"Andrà tutto bene. Io sono con te."
Io gli prendo la mano e la stringo come segno di ringraziamento.
Mi vesto velocemente ed entriamo in macchina pronti per la corsa in ospedale. Arriviamo dopo 10 minuti, in tempo record.
Chiamiamo un'infermiera che mi fa mettere su una sedia a rotelle e mi accompagna nella sala del mio ginecologo per la visita. Mi fa stendere sul lettino e mi fa l'ecografia.
"Il travaglio è iniziato ma sei dilatata solo di 2 centimetri."
"Dobbiamo ricoverarti." Continua.
Mi portano in un'altra stanza dove mi ricoverano.
Per il resto della giornata non succede ancora nulla. Solo dolore e i medici tentano un parto indotto ma nulla.
Il giorno dopo sono stremata. Ho dormito e mangiato poco e i dolori continuano. A metà mattinata finalmente mi fanno partorire con parto naturale.
Gabriele è accanto a me e fuori c'è mia mamma. Lui ha chiamato anche i ragazzi che arriveranno domani.
Il medico mi dice di spingere e lo faccio, stringendo piu che posso la mano di Gabriele. Dopo tre spinte sento il suo pianto. Le mie lacrime si mischiano alle goccioline di sudore. È bellissimo. Anche Gabriele sta piangendo. Me lo mettono sul petto e lo guardo.
"Ciao piccolino." Gli prendo la manina e la stringe intorno al mio dito mentre Gabriele gli accarezza la testa e gli lascia piccoli baci. Quando lo portano via mi sento strana. Tutto sembra girare e l'ultima cosa che sento è Gabriele urlare il mio nome e poi il nulla.

Gabriele's Pov
"Camilla!" Urlo più che posso quando vedo la mia ragazza accasciarsi non mostrando segni di vita. La portano subito via ed io rimango li. Immobile. Metto le mani nei capelli e le lacrime strabordano dai miei occhi.
Esco dalla camera trovando la madre di Camilla.
"Gabriele cosa è successo? Perché l'hanno portata via così velocemente."
"Non lo so cosa è successo. Si è accasciata e non ha più dato segni di vita. Ho paura. Ho paura."
Lei mi abbraccia ed io ricambio lasciandomi andare in un pianto disperato.
"Andrà tutto bene. Lei deve lottare. Per suo figlio e per te."
Due ore dopo nessuno ci dice nulla e decido di andare a trovare il piccolo Leonardo. Quando sono davanti alla grande vetrata dove mettono i bambini nelle incubatrici, inizio a cercarlo trovandolo poco distante dalla vetrata. È bellissimo.
"La mamma ce la farà Leo. La rivedrai presto." Gli mando un bacio volante e ritorno da Camilla. Appena arrivo li, un medico esce dalla stanza.
"Dottore può dirmi come sta?" Dico.
"È un suo parente?"
"Sono il suo fidanzato."
"La ragazza è stabile. Ha avuto un'emorragia interna ma ora sta bene. A momenti dovrebbe svegliarsi."
"Posso vederla?"
"Certo."
Apro la porta ed entro nella stanza.
"Mi hai fatto prendere uno bello spavento." Prendo una sedia e mi siedo accanto a lei.
"Ma ora tuo figlio è impaziente di vederti. Tu non sei impaziente di vederlo? Quindi svegliati. Mi manchi già." Continuo dandole un piccolo bacio sulla mano. Ed e proprio in quel momento che lei apre gli occhi.
"Ehi piccola." Mi alzo di scatto dalla sedia e le accarezzo la testa.
"Cosa ci faccio qui?"
"Hai avuto un'emorragia interna subito dopo il parto."
"Il bambino? Dov'è? Sta bene? Voglio vederlo." Dice cercando di alzarsi.
"No no no." La faccio sdraiare di nuovo.
"Il piccolo Leonardo sta bene. L'ho visto poco fa. È stupendo."
Lei sorride. Esco dalla stanza alla ricerca del medico. Quando lo trovo, lo avviso del risveglio di Camilla e le fanno qualche controllo.
Tutto bene. È sana come un pesce.
Grazie a Dio.
E finalmente portano Leonardo in stanza, tutto vestito e profumato.

E finalmente portano Leonardo in stanza, tutto vestito e profumato

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi avvicino a Camilla che adesso lo tiene in braccio.
Questa è la mia famiglia.
Ora posso dire di essere felice.

You & IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora