35

143 5 0
                                    

2 mesi dopo
Camilla's Pov
Grosse nuvole grige ricoprono il cielo. Dicembre è iniziato ormai da un pezzo e Natale è quasi vicino. Quest'anno lo spirito natalizio è andato a farsi fottere. Ma mia madre mi ha costretto comunque a fare l'albero che ora vige in salotto. Questi due mesi sono stati strazianti ed anche il cielo è triste. Proprio come me. Sono due mesi che non sento la sua voce. Sono due mesi che non vedo i suoi occhi. Sono due mesi che non sento le sue carezze, i suoi abbracci. Mi manca come l'aria. In questi due mesi ho sperato che aprisse gli occhi ma nulla ancora. Ogni giorno vado a trovarlo ed ogni giorno gli racconto la mia giornata. Gli faccio accarezzare la mia pancia che sta diventando sempre più grande. Sono entrata nel 7° mese di gravidanza e manca poco alla fine.
In questi due mesi mia madre mi è stata molto vicina. Per un po' sono anche venuti tutti i ragazzi qui a trovarlo. Sono stata proprio contenta. Ovviamente ho dovuto chiamare Sara e mio padre. Non mi hanno rivolto la parola se non per chiedere di Gabriele. Neanche un "come stai".
Guardo l'orologio affisso sul muro. Segna le 11 in punto. Ho appena finito di prepararmi e sto per andare da mia madre. Da quando Gabriele è in coma, ogni tanto vado da lei che mi tiene un po' di compagnia.
Prendo tutto il necessario ed esco di casa. Appena chiudo la porta mi imbatto nel mio odioso vicino di casa.
"Ciao Camilla."
Alzo gli occhi al cielo.
"Ciao."
"Ho saputo di Gabriele. Mi dispiace tanto."
"Anzi no. Scherzo. Sono proprio contento." Continua.
Ma come si permette!?
"Vaffanculo."
Vado via di corsa mentre alcune lacrime solcano il mio viso. Ma come può essere così spregevole?!
Poi mi viene un lampo di flash. Lui disse che ce l'avrebbe fatta pagare, che non sarebbe finita li. Ricordo che mentre Gabriele stava facendo lo stupido,io lo stavo riprendendo. Di corsa prendo il cellulare e vado alla ricerca del video. Quando lo trovo,lo osservo attentamente e lo blocco appena vedo la macchina. Faccio zoom sulla faccia del bastardo che era alla guida.
No. No no no no. Non è vero.
È Lorenzo. Ed è questo il suo modo di farmela pagare? Ma lui non sa contro chi si e messo. Vuole la guerra? Che guerra sia. Appena arrivo a casa racconto tutto a mia madre e mi dice che lei conosce un bravo avvocato. Bisogna mandarlo in galera a quel pezzente. Una prova più evidente di quella non esiste.
Aiuto mia madre e mia nonna a preparare il pranzo: pasta al pesto e come secondo la carne fatta in padella. All'una mezza apparecchio la tavola e iniziamo mangiare. Una volta finito tutto sparecchio e mi vado a stendere sul divano per fare un pisolino.
1 ora dopo.
Il silenzio invade casa. Apro lentamente gli occhi cercando di capire che ora siano.
Le tre e venti. Vado in bagno e mi sciacquo la faccia. Passo dalla camera di mia madre e la vado intenta a leggere un libro.
"Ehi mamma. Mi daresti l'indirizzo di quest'avvocato?" Le chiedo entrando nella stanza.
"Si certo." Mi pone un bigliettino con il nome e l'indirizzo.
"Grazie mamma. Allora io vado. La nonna dorme?"
"Si tesoro. Sta dormendo."
"Va bene. Ci vediamo. Ciao mamma." Le lascio un lungo abbraccio e un bacio sulla guancia.
"Ciao tesoro. Fai attenzione." Mi accarezza la pancia e le sorrido.
Esco di casa e mi dirigo verso casa mia
 Faccio un po' di pulizie e poi mi vado a fare una doccia. Mi cambio l'intimo e vado verso il mio armadio e decido di mettere un paio di jeans semplici con un maglione beige molto largo. Ai piedi indosso degli stivaletti neri. Si sono fatte le 5. Quindi prendo la borsa e tutto il necessario, cappotto, sciarpa ed esco di casa.
2 ore dopo
Mi sto dirigendo all'ospedale. Ho parlato con l'avvocato e mi ha detto che gli faremo causa. È una donna. Si chiama Alice Croce, avrà sui 35 anni ed è davvero una bella donna e sembra anche molto brava. Appena arrivo in ospedale, vado da Gabriele. Non è cambiato niente. Prendo la sedia e mi siedo al suo fianco, gli prendo la mano e gli racconto quello che ho scoperto oggi.
"Sai amore mio, oggi ho scoperto chi ti ha ridotto così. E stato Lorenzo. Giuro che vorrei ucciderlo con le mie mani per quello che ti ha fatto. Ma non ti preoccupare. Lo manderemo in galera. Non la passerà liscia. Non sa contro chi si è messo. In ogni caso,cosa aspetti a svegliarti? Siamo a Dicembre e fra poco è Natale. Non posso passarlo senza di te. Dobbiamo anche scegliere il nome del bambino. Non manca tanto. Fra poco lo avremo tra le braccia. E tu non potrai mica mancare. Ti prego. Mi manchi come l'aria." Chiudo gli occhi e poggio la mia fronte sul lettino tenendogli sempre la mano.
Ad un certo punto sento la sua mano muoversi. Alzo di colpo la testa e sta aprendo gli occhi. Corro verso un medico dicendogli che si e appena svegliato e mi fanno rimanere fuori per fargli dei controlli. Mi poggio al muro e piano piano mi siedo. Non ci posso credere. Si è svegliato. Sorrido e posso sembrare una stupida ma poco me ne importa. Sono troppo felice. Chiamo mia madre che accorre subito qui. Devo chiamare anche Sara ma lo farò più tardi.
Dopo una decina di minuti la porta si apre ed io scatto subito in piedi.
"Allora dottore come sta?"
Incrocio le dita.
"È stabile. Sta molto bene. Se continua così domani potrà essere dimesso."
"Posso vederlo?"
"Si certo."
Corro subito dentro e lo abbraccio.
"Mi sei mancato troppo."
"Anche tu piccola."
Piango sulla sua spalla. Sono troppo felice. Non vedevo l'ora di poterlo rivedere e di poter risentire la sua voce.
"Tu stai bene? Il bambino?"
"Noi stiamo benissimo."
"Menomale."
"Quanto tempo sono stato in coma?" Continua lui
"2 mesi."
"Cazzo così tanto?"
"Si. È sembrato un'eternità."
"La tua pancia è cresciuta tantissimo."
"Sei stato via due mesi e ovvio che è cresciuta."
Lui posa una mano sulla mia pancia è proprio in quel momento il bambino inizia a scalciare.
"Si piccolino. Papà è qui." E ci lascia un bacio.
Questo è decisamente il regalo di Natale migliore del mondo.

You & IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora