Capitolo sei

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Ed eccoci con un altro capitolo. Scusate per l'attesa ma ho avuto degli impegni molto importanti. Allora come passerete il Ferragosto quest'anno? Mare o montagna? Io quest'anno vado in montagna al fresco e spero tanto di non essere mangiata dalle cavolo di zanzare succhia sangue! Inoltre do un benvenuto a chi ha iniziato a seguire la mia storia, ai commenti, alle richieste scritte e alle stelline. Prima di lasciarvi con il capitolo, ho deciso di non scrivere capitoli troppo lunghi e vorrei chiedere se qualcuno è disposto a correggere grammaticalmente i capitoli perché come "forse" ben sapete, non sono italiana ma inglese. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto!

All'improvviso sento una Maserati nelle vicinanze e di colpo parcheggiare vicino a me mentre corro lentamente, ormai stanca e senza respiro. Lo sportello si apre di colpo, rivelando l'autista... Leo.

"Sali." Mi dice guardando nello specchietto retrovisore. "Con te manco morta!" sputo continuando a corre.

"Vuoi morire?!" lo ignoro sperando di farlo andare via. "Quanto cazzo sei testarda!" ci speravo fin quando non ferma la macchina e scende per mettermi sulle sue spalle.

"Lasciami in pace assassino!" grido e allo stesso tempo cerco di liberarmi. La sua forza mi blocca le braccia ed è inutile combattere contro Leo Lombardi.

"I tuoi bodyguard dove sono eh?! Anzi il tuo presunto ragazzo..." Noto una punta di fastidio nella sua voce quando dice l'ultima parola.

"Non è il mio ragazzo!" Leo mi mette a sedere al posto in macchina vicino a lui e sbatte la portiera. Mette in moto velocemente e sfrecciamo per la strada come la macchina nel film "Ritorno al futuro".

Adesso chi lo vuole sentire a Drake?

"Dovevi salire subito cazzo! Ho ancora questo coglione alle calcagna, ma no tu devi fare la testarda e non salire perché hai paura che ti uccida!" mi giro di scatto puntandogli il dito sul suo braccio muscoloso, mentre ha lo sguardo verso la strada. Per un attimo fa cadere gli occhi sul mio dito in contatto con la sua pelle, lo tolgo subito e mi ricompongo cercando di non cascare nei suoi occhi.

"Menomale la gente mi ha avvisata di che tipo di persona ho a che fare in questo momento." Sbuffo, annoiata dalla sua presenza.

"Cavolo non pensavo che parlavano anche negativamente di me..." pensa a quello che gli avevo appena detto e si gira un secondo per incontrare i miei occhi. Li incrocio subito poi distolgo lo sguardo e va a finire fuori dal finestrino.

"Sophia hai paura di me?" dopo un attimo di silenzio quella domanda mi rimbomba nei timpani, il suo tono calmo e rassicurante mi fa girare istintivamente a lui.

"Io non ho paura di niente. Tanto meno di te." Rispondo fredda e sicura di me anche se non è effettivamente cosi.

"Ti dispiace se metto un po' di musica?" faccio di sì con la testa, le sue dita maneggiano con lo stereo. All'improvviso attraverso le casse sento la mia canzone preferita, Reggaetòn lento, non riesco a trattenermi e muovo i piedi insieme al ritmo e noto Leo guardarmi meravigliato.

"Ti piace?" mi chiede sorpreso e smetto subito di muovermi. "No! Ti prego... continua a muoverti... cioè se ti piace non ti fermare..." il mio viso diventa come un peperone, cerco di nascondere il mio viso per non farlo notare.

"Comunque sì, mi piace anzi è la mia canzone preferita..." confesso a bassa voce. Lui sorride semplicemente e Dio raggi e ragazze, quel sorriso mi smuove qualcosa dentro di me. "Questa canzone mi mette energia e voglia di ballare. Anche per me è la mia preferita, almeno hai qualcosa in comune con l'assassino." Mette in risalto l'ultima parola ridendo e io non resisto e scoppio a ridere anche io.

Gangsta's ParadiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora