Capitolo undici

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Salve cari lettori un grande ringraziamento a coloro che seguono questa storia in salita tra Leo e Sophia. Purtroppo a causa dello studio e gli esami universitari ho poco tempo per dedicarmi alla scrittura. Per fortuna oggi ho trovato tempo ed eccomi qui con un altro capitolo. Vi ricordo di commentare per sapere le vostre considerazioni perché per me valgono molto. 

Buona lettura e buon San Valentino a tutti gli innamorati! 

"Che commuovente questa scena ma arriviamo al dunque... sai chi l'ha uccisa?" rimaniamo tutti in preda all'ansia aspettando la risposta di Zig anche se io già immaginavo la risposta.

"Io." Zig ride per poco quando Leo inizia a sparare contro di lui e vengo tirata fuori da una mano. Mi giro per vedere chi è, Jess mi sorride trascinandomi verso la sua moto.

"Non posso lasciare Drake!" Jess non mi ascolta, si mette il casco, sale sulla moto e mi porge il casco. "Abbiamo il compito di proteggerti, quindi sali e non fare la bambina capricciosa!" prendo con riluttanza il casco indossandolo e Jess parte con tutta velocità verso la città. La destinazione da me ignota, mi lascio portare al sicuro tanto lo so che rivedrò il mio fratellino presto.

Dopo un viaggio da montagne russe sulla moto di Jess, arriviamo davanti al cancello della villa di Leo. Ovviamente mi chiedo cosa ci facciamo qui da sole, mentre gli altri sono con Zig ad uccidersi. Un secondo dopo Jess tira fuori dalla tasca del suo giubbetto di pelle rosso una telecomandino e lo punta verso il cancello. Dopo secondi la spia gialla si accende e spegne sopra le nostre teste, aprendo il cancello. Jess fa strada verso la villa lentamente con la moto e la parcheggia di fronte le scalinate dell'entrata.

Sono l'ultima a scendere e mentre mi tolgo il casco le chiedo: "Jess cosa ci facciamo qui? Non dovremmo aiutare gli altri?!" chiedo preoccupata, Jess mi prende dalle mani il casco in modo brusco e lo poggia sulla moto. Tira fuori dalla sua tasca un mazzo di chiavi e le sventola dinanzi i miei occhi.

"Stai tranquilla Sophia. Leo mi ha ordinato di portarti al sicuro." Cammina fino al portone e gira la chiave, poi si gira verso di me con un sorriso malizioso.

"Com'è quel detto?" la guardo in modo confuso raggiungendola davanti all'entrata. "Quando il gatto non c'è, i topi ballano!" una volta aperta la porta, Jess corre dritto nell'ufficio di Leo mentre io rimango immobile nella hall della villa. Ferma a guardare un punto fisso. Poi tutto d'un tratto sento una musica pop provenire dall'ufficio.

Mi muovo per andare verso Jess quando esce ballando con una bottiglia di vino rosso tra le mani. "Jess cosa fai? Non è ora di divertirsi, dobbiamo contattare i ragazzi e vedere se stanno bene!" Jess mi ignora continuando a ballare a ritmo della musica.

"Basta! Devi stare tranquilla, loro se la caveranno e poi cazzo.... Sono criminali nati!" Jess nota la mia espressione triste e mi afferra le mani nelle sue delicate.

"Dai balla con me!" faccio di no con la testa, ma Jess è testarda non lasciandomi le mani e continua ad ondeggiare con il bacino.

"Sophia non fare la guasta feste! Abbiamo la casa di quel rompi palle incavolato, la musica e questo buon vino! Dai forza! Muovi quel bel culetto che hai cazzo!" scoppio a ridere guardando Jess che beve un sorso così per dire di vino dalla bottiglia mentre balla.

"Eh va bene!" inizio ad ondeggiare il bacino e chiudo gli occhi immergendomi completamente nella musica. Jess si avvicina sfregandomi il suo di dietro al mio andando su e giù. E così continuiamo tutta la serata fin quando Jess non cade sul divano ubriaca ed è quasi nel sonno profondo.

Con Jess quasi nel mondo dei sogni, me ne approfitto di parlare un po' con lei, dopo aver mandato mille messaggi a mio fratello e a Leo. Nessuna risposta da entrambi. "Jess è stato proprio Leo a dirti di portarmi al sicuro?" chiedo accarezzando i suoi bei capelli neri ondulati. I suoi occhi sono mezzi aperti e mi sente a stento, annuisce soltanto con il capo.

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