1. L'incontro

4.6K 138 27
                                    

Il vento mi scompigliava i capelli color caramello e mi ululava nelle orecchie. Socchiusi gli occhi e inspirai profondamente, godendomi quell'attimo di pace prima che mia nonna mi urlasse di portare in casa le valigie. Nonostante la severità di mia nonna Alma e nonostante il fatto che dovessi trascorrere tutte le mie vacanze estive insieme a lei, alloggiare nella sua casetta sul lago di una cittadina nei pressi di Sheffield (dove abitavo) non era affatto male. La triste alternativa era rimanere chiusa nel mio appartamento nel centro di Sheffield mentre tutti i miei amici erano in giro per il mondo a divertirsi.
Non che al lago avessi una vita sociale da far invidia: conoscevo solo mio cugino Jamie che veniva a stare con me e la nonna. Lui era un ragazzo con cui avevo una sintonia incredibile anche se a volte permaloso. Adoravo sentirlo suonare la sua chitarra...non vedevo l'ora che fosse estate per stare qui al lago con lui.
Scaricai le valige dalla macchina di mio padre e quando fu il momento di salutarci gli diedi un bacio sulla guancia, esclamando pungente: - Mi raccomando, non sentire troppo la mia mancanza a Sheffield. -
Il sorriso gli sparì dal volto e capì di aver fatto centro. Non volevo ferirlo, però da quando la mamma era morta lui mi trascurava e lavorava sempre, lasciandomi spesso da sola.
Farfugliai uno "scusa" e le sue labbra si incresparono in un sorriso un po' timido.
- Violet, comportati bene e mi raccomando: non far impazzire la nonna, niente feste, ragazzi, alcool, droga e roba simile - scherzò lui facendo finta di essere uno di quei padri iperprotettivi. Mi fece l'occhiolino e sfrecciò via con la sua BMW.
Diedi un rapido sguardo al lago che aveva sempre lo stesso colore verde acqua. Avevo una voglia matta di tuffarmi e fare un bagnetto. Mi riproposi di farlo nel pomeriggio, dopo aver salutato mia nonna.
Mentre varcavo la soglia di casa sentì in lontananza una melodia che non avevo mai sentito. Qualcuno stava suonando la chitarra acustica e stava cantando con una voce profonda che mi faceva impazzire. Senza che io lo sapessi, le mie gambe si mossero mentre il mio cervello si era perso in quella musica così armoniosa e piacevole.
"Porca miseria Violet, ma che cavolo stai facendo?" Pensai mentre come uno zombie mi dirigevo da dove proveniva quella voce divina. Era una voce maschile e mi dava un senso di pace e di serenità, e avrei potuto perdermi in quelle note per ore e ore.
Senza accorgermene mi ritrovai sulla soglia della camera di Jamie. Sbircia all'interno e fortunatamente nessuno mi notò. Nella piccola stanza dalle pareti azzurro chiaro, si intravedevano due figure. Riconobbi all'istante mio cugino appoggiato sull'orlo della finestra, e il vento che riusciva ad entrare gli scompigliava i capelli. Come me, si era probabilmente perso nella canzone che il ragazzo seduto davanti a lui stava intonando, strimpellando la sua chitarra.
Non appena posai lo sguardo sul suo viso, qualcosa scattò in me stessa: fu come se fossi andata completamente in tilt.
Ogni pensiero razionale era andato a farsi benedire. Restai imbambolata a fissarlo. Probabilmente avrò avuto la bocca aperta e un filino di bava che mi colava giù, ma in quel momento non aveva importanza: tutto quello che volevo fare era continuare ad ammirarlo.
Era un ragazzo di vent'anni circa. Aveva i capelli neri corti ai lati, mentre in alto erano più lunghi e alcune ciocche gli ricadevano sulla fronte. Aveva dei grandi occhi stupendi e dolci, di un colore talmente scuro che appena si posava lo sguardo su di loro ci si perdeva in essi, come se fossero dei pozzi dei quali non si riusciva a vedere il fondo... 
Il suo naso era lungo e un po' a patata. La bocca era sottile, e si apriva e si chiudeva armoniosa mentre cantava quella canzone misteriosa che mi aveva stregato.

"They made it far too easy to believe
That true romance can’t be achieved
these days

And even if somehow you could have shown you the place you wanted
Well, I sure you could have made it that bit better on your own

You are the only ones who know"

Non appena pronunciò l'ultima frase, Jamie iniziò a battere le mani tutto eccitato mentre saltellava su e giù per la camera.
- Alex, questa canzone è perfetta! - disse correndo ad abbracciarlo. Alex fece una smorfia mentre Jamie lo stringeva. Forse non era abituato alle dimostrazioni di affetto.
- Grazie. L'ho scritta ieri sera. Ero abbastanza disperato e mi ero scolato già una bottiglia di Jack Daniels...non so se hai saputo cosa è successo - esclamò massaggiandosi la nuca. Il suo viso era contorto dalla tristezza e vederlo così mi fece venire voglia di correre lì da lui ed abbracciarlo.
- Uhm, suppongo di no - balbettò mio cugino - sei vuoi possiamo parlarne... -
Gli sorrise amorevolmente. Mio cugino era bravissimo a confortare le persone, anche se solo con un sorriso.
Alex sospirò e disse: - Beh, io e Arielle...- si fermò di colpo e spostò lo sguardo sulla porta, dov'ero rannicchiata io. Sul suo viso susseguirono una serie di emozioni: stupore, stranezza, curiosità e qualcosa che non riuscì a decifrare. Mi guardava con i suoi occhi dolci, e sembrava pietrificato, come me pochi attimi prima. Mi squadró da capo a piedi e sembrava stesse sognando. Dopo pochi secondi ritornò in sé e farfuglió: - Ehm...tu chi saresti? - voleva sembrare seccato dalla mia presenza, ma in realtà sembrava quasi interessato ed incuriosito.
Sulla sua bocca si formò un sorriso mentre Jamie accorreva a salutarmi.

Ciao a tutti!
Ho scritto questa nuova storia su Alex Turner e gli Arctic Monkeys perché ne sono profondamente innamorata 😍
Spero che vi stia piacendo...se volete che continui fatemelo sapere tra i voti e i commenti così pubblico il secondo capitolo :)

Irene

Ps. Volevo specificare che man mano che andrò avanti con la storia potrebbe essere che le canzoni che troverete non siano in ordine cronologico 👌

His favourite worst nightmare. || Alex TurnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora