10. Migliori Amici

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ALEX
Visto che si era fatto tardi, io e Violet ci fermammo a cenare in una pizzeria sulla strada per casa mia.
Mangiammo fuori così potemmo ammirare i colori e le sfumature del tramonto, che era stupendo.

Violet era molto allegra quella sera, mentre io ero rimasto interdetto e non riuscivo a smettere di pensare al discorso di pochi minuti prima: non capivo se Violet si fosse convinta di provarci oppure se avesse detto di pensarci solo per far tenere la bocca chiusa al cugino.

In ogni caso, Violet era affascinata dai colori del tramonto e sorrideva a trentadue denti, con quel sorriso che mi scaldava il cuore.
Io non guardavo neanche quel fottuto tramonto: ammiravo lei (che era molto meglio) e i suoi capelli che gli ultimi raggi di sole rendevano dorati.

Ci ingozzammo di pizza e ogni tanto le rubavo delle patatine che stavano sulla sua. Morivo dal ridere ogni volta che lei mi sgridava e che cercava di ignorarmi quando la prendevo in giro.
Eppure, con quel suo carattere adorabile, non riusciva a restare arrabbiata per più di 5 secondi.

O forse erano i miei fantastici occhioni dolci da cucciolo smarrito a farle cambiare idea?
Io opterei per la seconda opzione.

Finimmo la pizza e parlammo finché intorno a noi si fece buio. Dal lago proveniva una brezza fresca e vidi che lei tremava dal freddo.

Senza pensarci due volte mi alzai, feci il giro del tavolo e le posai il mio chiodo sulle spalle. Lei mi ringraziò in un sussurro e io tornai trionfante al mio posto.

Eccolo, Alexander Gentiluomo Turner colpisce ancora.

A un certo punto, mentre stavamo parlando del nostro film preferito (e dopo che io finii un lungo discorso su Blade Runner) lei mi chiese con la sua voce dolce: - Hai una sigaretta? -

Ero completamente stupito. Lei? Lei fuma? Non pensavo che potesse diventare ancora più affascinante di quello che già era e invece...

- Freckles, ancora non conoscevo questo tuo lato dark - dissi con la voce roca.
- Ma come? La sera del concerto me ne hai anche strappata una dalle labbra - rispose allibita.
Chiusi gli occhi e cercai di ricordarlo, ma quel momento non mi veniva in mente.
Cazzo, ero davvero andato quella sera...

- Niente. Non mi ricordo. Comunque è strano sapere che tu fumi, dolcezza. Una ragazza così innocente...- sussurai guardandole gli occhi che brillavano nelle tenebre della notte.

- Chi ti ha detto che sono innocente? - esclamò con la voce più provocante del suo repertorio, mentre mi faceva l'occhiolino.
Scoppiai a ridere, mentre nella mia testa si susseguivano pensieri tutt'altro che casti.

Quando ripresi il fiato le dissi che erano nella tasca della giacca. Estrasse il pacchetto di Marlboro e se ne portò una tra le labbra carnose.

Cazzo, in quel momento avrei voluto essere quella dannata sigaretta.

La accese proteggendola con le piccole mani e la luce del fuoco le illuminava il viso dolce. Inspirò e poi prese la sigaretta tra le mani, soffiando il fumo verso di me.

- Freckles...sei...Sei dannatamente sexy - mi scappò, e subito mi coprì la bocca con le mani.

La coscienza mi stava mandando a fanculo e lei era diventata paonazza. Avrei voluto tirarmi un cazzotto o sbattere la testa su un muro, ma avevo paura che mi considerasse pazzo.

Dopo attimi di imbarazzo, lei sorrise, felice per il complimento e io tirai un sospiro di sollievo. Forse, in fondo, non mi odiava così tanto.

- Ne vuoi una? - mi chiese avvicinandomi il pacchetto e l'accendino.
- No, Freckles, sto cercando di smettere - rifiutai. Era vero: era da quasi tre giorni che non ne fumavo una.

His favourite worst nightmare. || Alex TurnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora