6. Il bagno

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ALEX
Il sole che mi solleticava il viso. Il profumo di lavanda e miele di Violet che mi inebriava. Il suono delle onde che si infrangevano sulla battigia. Le dita di Violet che mi accarezzavano i capelli.
Mi sembrava di essere in un sogno. Era tutto così perfetto, ma avevo paura di risvegliarmi e tornare alla mia vera vita che mi stava distruggendo.
Quando ero con lei non avevo bisogno di alcool, fumo, storie di una notte.
Il suo sorriso e la sua risata erano la mia unica droga.
Ecco perché volevo vivere pienamente ogni fottuto attimo di quella settimana, perché poi l'avrei persa perché si sarebbe accorta di che persona sono realmente e se ne sarebbe andata, lasciandomi da solo ad annegarmi nell'alcool.
Stavo cercando di essere gentile e dolce, come non lo ero mai stato da tre mesi, da quel maledetto giorno in cui ho trovato quella puttana a letto con un coglione qualsiasi. Da allora sono diventato egocentrico, egoista e anche un tantino stronzo. Forse non solo un tantino.
Ma con Violet mi stavo sforzando di essere un bravo ragazzo, cioè quello che lei meritava. Non sarei mai stato alla sua altezza, ma sarei stato un buon amico.
Dopo circa un'oretta di silenzio e di calma, mi venne l'assurda voglia di fare un bagno. L'estate era appena iniziata e il caldo incominciava a farsi sentire. Avrei dato qualsiasi cosa per rinfrescarmi un po' nell'acqua fresca del lago.
Tuttavia Violet non aveva portato il costume, e in casa avevo solo vecchi costumi giganteschi di mia nonna, e non credo che sarebbe stato proprio il caso.
Le avrei proposto di fare il bagno in reggiseno e mutandine, tanto più o meno erano come un costume, no? Ma lei di certo si sarebbe scandalizzata, perché alle donne da fastidio stare in biancheria intima di fronte agli uomini, ma se si tratta di stare in bikini allora è tutta un'altra storia. Mah, le donne non le capirò mai.
Mi feci coraggio e sussurrai un: - Ehi - aprii gli occhi e osservai il suo volto pieno di lentiggini, come il cielo notturno è pieno di stelle. Mi sorrise e chiese:
- Buongiorno. Chi é il dormiglione adesso? - Le feci la linguaccia e mi preparai il discorso. Dio, quanto avevo voglia di fare i tuffi insieme a lei, come due stupidi adolescenti.
- Senti Freckles...- lei mi guardò con quei suoi occhioni dolci e io mi persi a osservare le sue iridi, intento a godermi ogni singola sfumatura del verde. L'avrei ammirata per ore e ore, ma la sua voce imbarazzata mi risvegliò. -Ehm, ehi, ti sei pietrificato? Cosa volevi dirmi? -
- Ah si giusto, scusa - borbottai, rendendomi conto di quanto cretino dovevo sembrare. - Fa caldissimo e ho voglia di rinfrescarmi...non é che...- indugiai e indicai il lago con un cenno del capo -...ti andrebbe di fare un bagnetto? -
Lei sgranò gli occhi e mi guardò come se fossi un fantasma: - Ma non ho il costume! Se vuoi farlo tu, io ti aspetto qui...-
Mi buttai e dissi senza pensarci: - Puoi farlo anche in reggiseno e mutandine, non mi scandalizzo mica, Freckles -
- Ma sei matto?!? - strillò lei. Ecco, lo sapevo che avrebbe reagito così.
- Andiamo, Freckles. Cosa c'è di male? É come se tu fossi in costume. - sapevo che quell'ultima affermazione avrebbe sancito la mia morte. Infatti lei mi osservava come stessi parlando in giapponese.
All'improvviso mi venne un'idea a dir poco geniale.
Dio, Alexander, sei proprio un genio. Esclamò la mia coscienza. Stavo per ringraziarla, ma poi mi ricordai della mattina e preferii evitare di fare una figura di merda con Violet.
- Aspetta. E se ti coprissi con la mia maglietta? Tanto ti starà grande e ti arriverà fino alle ginocchia - esclamai allegro. Vidi che ci stava pensando ma era molto combattuta. Allora mi misi in ginocchio e la pregai con gli occhi dolci.
- Ma si, fanculo! - esclamò sorridente - però mentre mi cambio non devi guardare - mi ordinò. Io annuii, però dentro di me pensai che non sarei riuscito a non dare una sbirciatina.
Mi tolsi la maglietta nera e gliela porsi, restando a petto nudo. Lei mi osservò pietrificata gli addominali scolpiti, che avevo ottenuto dopo anni in palestra. Le mossi una mano davanti agli occhi come per risvegliarla e lei tornò in sé, imbarazzata come mai.
Ridacchiai e lei ordinò: - Ora girati e se ti azzardi a guardare giuro...giuro che...-
- Giuri che cosa, Freckles? - la incalzai ridendo.
- Giuro che ti rompo tutte le tue chitarre in testa - esclamò seria.
Dio, quanto era violenta! Mi poteva toccare tutto, ma le mie chitarre proprio no.
Rabbrividì e con riluttanza mi girai. Con la coda dell'occhio vidi che si era girata ed era rimasta in mutande e reggiseno. Era un completino di pizzo nero. Non riuscii a controllarmi e ruotai il viso verso di lei. Feci appena in tempo a ammirare il suo culo perfetto che lei si accorse che stavo sbirciando.
Finì di mettersi la maglietta e urló: -Alexander David Turner! Inizia a nascondere le tue chitarre! - voleva sembrare arrabbiata, ma le scappò una risata.
- Okay se le vuoi, devi prima passare sul mio corpo - la sfidai e iniziai a correre. Lei partì e mi inseguì per cinque minuti buoni, fino a che non ci buttammo a terra sfiniti con il fiatone. Lei si buttò sopra di me ed esclamò fiera: - Ti ho preso! Ho vinto! Ora che farai senza chitarre? -
Signore, è così adorabile quando ti sfida e fa la finta arrabbiata.
Non risposi, la presi in braccio e con una mossa veloce mi liberai dei pantaloni, restando in boxer. Il contatto tra i nostri corpi quasi nudi mi faceva rabbrividire ma anche mi dava energia.
- In questo momento non me ne frega niente delle chitarre. Mi interessa solo sentirti strillare e vedere la tua faccia incazzata ma adorabile di quando ti butterò in acqua - la sfidai guardando dritto nei suoi occhi verdi.
Lei iniziò a divincolarsi e a tirarmi piccoli pugnetti, che non avrebbero fatto male a una mosca. Sembrava un sacco di patate, ma avrei dato qualsiasi cosa per tenerla sempre stretta tra le mie braccia.
Percorsi il molo e arrivai fino all'estremità. Feci per buttarla e lei si tappó il naso istintivamente.
- Dio, sei una bambina adorabile, Freckles - osservai estasiato. Lei mi crocifisse con lo sguardo.
- Okay, ora la cosa inizia a farsi divertente - dissi prima di provare a buttarla in acqua.

His favourite worst nightmare. || Alex TurnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora