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Ad ogni reazione corrisponde una reazione uguale o contraria.

Qualche ora più tardi, dopo che era tornata a casa e aveva fatto finta di nulla con suo fratello, Matilde e Ludovica si trovavano nel salone in casa Manfredi, per fare la cosa che più gli riusciva meglio:"spettegolare".

«Ma Monica con quel vestito orrendo? L'hai vista?».
Matilde aveva annuito mettendosi a ridere.
Anche se avrebbe dovuto dirle la verità almeno a lei.

«Ludo, c'è una cosa che devi sapere».
«Dimmi tutto». Continuava a sorseggiare il suo the freddo, ignara che da lì a poco quello avrebbe avuto un altro sapore.

«Ieri..quando sono sparita..è perché ho incontrato qualcuno..e quel qualcuno è Riccardo».

«Cosaa?». Ludovica aveva aperto gli occhi come due grandi fanali, cercando di interpretare l'espressione del amica.

«E mi ha baciata». La bionda quasi stava per sputare il the, non appena seppe la notizia.

«Cosaa?».

«C'è dell'altro». Il cuore di Matilde galoppava per l'emozione e quello di Ludovica stava per perdere qualche colpo.

«No..non dirmelo..è quello che penso?».

«Dipende a che pensi».

«Sei andata a letto con Riccardo?».

Matilde non rispose, rimase zitta con un sorrisetto sulle labbra.

«Non ci credo..sei uscita dal cerchio delle vergini, complimenti Miss secchiona».

Ludovica le si avvicinò abbracciandola forte.

«e raccontami come è stato».

Rimasero svariate ore successive a parlare della sera prima.

Tutto sembrava normale e tranquillo.

«Lui ti ha cercato?». Fu una domanda pesante da mandare giù per Matilde.

«Non ancora...ma magari è impegnato». Continuò lei speranzosa.

«Beh... potrebbe». Ludovica sapeva bene che chi non ti pensa non ti cerca, però non voleva ferire l'amica.

«ma a te lui piace?».

«Credo di essere innamorata».
Furono le ultime parole prima che vennero interrotte.

«Chi è innamorata?». Disse Marco facendo il
Suo ingresso in salone.

Le sue amiche di guardarono in faccia non sapendo cosa dire e palesemente imbarazzate.

«Beh..io sono innamorata...innamorata della nuova collezione di Zara». Disse Ludovica per cercare di sviare l'argomento.

«Ah...buon per te...comunque ragazze dovete lasciarmi il salone, perché stanno venendo i mei amici a giocare alla play».

A Matilde iniziò a sudare freddo.

«Ma ci saranno 30 gradi andate al mare a giocare a palla». Contestò Ludovica.

Marco le fece una smorfia.

«ci siamo stati sta mattina al mare, e questa è l'ultima settimana per stare insieme prima che alcuni di loro vadano in vacanza per poi a settembre andare chi sa dove».

Eh già...finire la scuola voleva dire anche questo, lasciarsi alle spalle un capitolo della propria vita e iniziarne uno nuovo.

Suonarono alla porta, e Marco si appresto ad aprire.

Entrano no uno dietro l'altro, Luca,
Francesco, ed infine Riccardo.

Matilde stava per vomitare, la davanti a tutti.
Le mani iniziarono a sudare.

«Ragazze grazie per la compagnia...ora potete andare». Si premurò a dire suo fratello.

Riccardo posò gli occhi su Matilde, si guardarono per svariati secondi, e poi lui distolse lo sguardo.

Una fitta la travolse lo stomaco, sentiva che c'era qualcosa che non andava.

Imbarazzata si alzò dalla poltrona ed insieme a Ludovica sali le scale per raggiungere il piano di sopra.

Qualche settimana dopo...
L'estate era arrivata, travolgendo Milano da un caldo afoso che faceva paura persino alle parti del emisfero piu calde.
Le temperature sfioravano i trenta gradi centigradi, segno che bisognava emigrare verso zone più miti, dove magari c'era la spiaggia e il mare e si potevano fare lunghe passeggiate al tramonto.

Matilde insieme alla madre e al fratello erano soliti andare in Liguria a casa dei nonni paterni, per passare un po' di tempo tutti insieme.

Dopo la morte del padre i rapporti con la famigli si erano raffreddati, ma forse era una conseguenza normale.
Il suo papà era passato a miglior vita quando lei e il fratello avevano appena sette anni.
Un brutto male se lo era portato via e con se aveva anche tolto la possibilità a Marco e alla sorella di poter passare del tempo ancora tutti e quattro assieme.
La madre Alice ,da quel girono non aveva più avuto nella sua vita un altra relazione.
Amava profondamente suo marito e aveva giurato di amarlo fino alla fine dei suoi gironi.
Ora la sua unica ragione di vita erano i suoi figli e si dedicava anima e corpo a loro.

«penso che non sia un problema se tu e Gabri, venite per qualche settimana in Liguria con me e mio fratello».

Nella conversazione telefonica di quella mattina Matilde stava organizzando le vacanze estive con i suoi amici.

Da lì a qualche giorno sarebbero partiti per il mare.
Lei insieme al fratello, mentre la madre li avrebbe raggiunti non appena avrebbe finito di lavorare.
Lavorava in uno studio dentistico che andava in vacanza le prime due settimane di agosto.

«io e Marco saremo lì da questo sabato, tu e Gabriel potete raggiungermi il weekend successivo».

«va bene aggiudicato! Che le nostre vacanze abbiamo inizio».

Chiuse la chiamata e poi si affrettò a preparare la valigia, domani sarebbe partita per le vacanze e con se la sua voglia di sentirsi libera per l'ultima estate della sua vita.

Poi si sarebbe dedicata allo studio, speranzosa di poter far combaciare il suo percorso universitario,con una bellissima e romanticissima storia d'amore di altri tempi, Riccardo dopo la fatidica sera, non si era più fatto vivo, e con lui la speranza di poter costruire un rapporto.
Ci era rimasta male, si era sentita usata, ma non aveva tempo per queste cose, non aveva tempo di ascoltare il suo cuore che si era spezzato, adesso doveva costruirsi la sua vita.


Nonostante ciò, entusiasta come ogni anno,tiro da sotto il letto la sua valigia rosa e iniziò a riempirla di vestiti, trucchi, borse e scarpe ma soprattuto si trascino dietro una vagonata di libri.
Per lo più erano romanzi che amava leggere e custodire con grande gelosia.

Un abbondante mezz'ora dopo, convinta che non le mancasse nulla, credendo  di aver preso tutto e di non aver lasciato indietro niente,realizzò aprendo il cassetto del bagno di non aver messo gli assorbenti in valigia.
Ma nel esatto momento si ricordò che la settimana passata aspettava il ciclo e che lui ancora non era arrivato.

A volte  la cosa migliore è complicare tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora