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Scomode verità...

Quella mattina ancora scombussolata dalla sera trascorsa, Matilde si alzò dal letto e si diresse dritta in bagno a ingoiare due pasticche di anti dolorifico.

Appena aveva messo piede a terra il malditesta lancinante le stava trafiggendo le tempie come se avesse una lama affilata dentro la testa.

Chiuse gli occhi e mandò giù con un po' d'acqua le pillole.

Erano ancora le sei del mattino, si guardò allo specchio e le sue occhiaie erano il segno di un notte passata a piangere sul cuscino.

Lo sapeva che ciò che era successo ieri sera sarebbe stato l'inizio di un domino di eventi.

Adesso doveva lasciare stare i suoi sentimenti e mettere al primo posto quelli di suo figlio.

Scese in cucina a fare colazione.

La nonna era seduta nella sua sedia mentre leggeva il giornale e sorseggiava una tazza di latte.

«buongiorno nonna».

Le si avvicinò lasciandole un bacio sulla testa.

«ciao tesoro, dormito bene?».

«diciamo solo che ho avuto notti migliori tu?».

«io ho dormito magnificamente».

Prese la sua solita tazza di latte alle mandorle con caffè decaffeinato e si sedette di fronte alla nonna.

«cosa c'è che non va tesoro?».fece un respiro profondo e butto fuori tutta l'aria che aveva respirato pochi secondi prima.

«diciamo che alle volte uno si immagina delle cose, che poi succedono in tutt'altro modo».

«belle o brutte che siano l'importante è andare avanti, non credi».

"Già" penso nella sua testa e annuì mentre sorseggiava io suo cappuccino.

Chi sa come si sarebbero evolute le cose.

Se fossero state rose e fiori oppure spine e intemperie.

L'unica cosa che poteva fare era andare avanti per il piccolino.

«allora ci vediamo gennaio grazie mille e buon natale a tutti».

Matilde aveva recuperato Edoardo dal asilo in tarda mattinata, subito dopo aver finito il turno al negozio.

Da oggi Edoardo sarebbe stato a casa per via delle vacanze natalizie.

Non sapeva bene come si sarebbe organizzata, ma sapeva che qualcuno a darle una mano sicuramente c'era.

«allora tesoro cosa hai fatto oggi?».

«Ho colorato, poi ho scritto una lettera a babbo natale».

Mentre lo teneva in braccio guardandolo negli occhi si fermò un attimo per guardarlo in faccia.

«E cosa vuoi per natale?».

E con gli occhietti azzurri e pieni di tanta gioia Edoardo la guardò il faccia e le disse:«vorrei tanto un papà».

Matilde rimase senza parola non avendo nemmeno la capacità a collegare le due frasi successive, gli sorrise.

«Va bene amore, per natale avrai anche tu il tuo papà».

Mentre ritornavano a casa nessuno dei due fiatò.

Matilde concentrata sulla strada ripenso a quanto era stata egoista e forse un po' immatura a non dire nulla, ma avvolte lo stupido e  incosciente rancore prende il sopravvento e ti fa fare scelte stupide e insensate.

A volte  la cosa migliore è complicare tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora