Che coincidenza....
Erano passate dodici ore da quando Matilde aveva parlata a suo fratello.
Lui non le aveva ancora rivolto la parola, non si era seduto a tavola durante la cena, e cosa che le aveva di più fatto piangere il cuore,era che Edoardo lo aveva chiamato per giocare ma lui non era sceso.
E mentre Matilde si rigirava nel letto, non riuscendo a dormire, ripenso a tutti questi gesti del fratello.
Perché prendersela tanto per una cosa che era successa quattro anni fa.
E addirittura non stare col tuo stesso nipote
Per colpa del semplice orgoglio.Lui era una persona di petto, lo sapeva bene Matilde.
Quando si arrabbiava non guardava nessuno in faccia.Era un terremoto violento di rabbia e frustrazione.
Lei sapeva che aveva sbagliato e non passava giorno che qualcuno glielo ricordasse, ma stava rimediando, anzi voleva farlo.
Così presa dal esaltazione del momento, senza pensare a niente e a nessuno, prese il cellulare è alle quattro del mattino della vigilia di Natale mando un messaggio a Riccardo.
Chiaro e conciso.
"Voglio che tu faccia parte della mia vita ma soprattutto della vita di Edoardo, domani passa che dobbiamo parlare".Appoggio il telefono sul comodino e poi si strinse forte al figlio come se fosse un ancora di salvezza.
La mattina seguente, dopo che al cellulare aveva accordato su dove e quando vedersi con Riccardo, aveva deciso di portare Edoardo al parco per farlo stare un po' in mezzo alla natura
Nonostante l'area fredda di dicembre, il parco era gremito di mamme apprensive e bambini che spensierati salivano su e giù dai giochi.
Quando erano arrivati Matilde ed Edoardo, come di consueto sedevano sulla panchina vicina alle altalene, e dopo che Edoardo si beccava la solita raccomandazione della madre si gettava tra la folle dei suoi simili, mentre la madre lo seguiva con lo sguardo su e giù.
La rilassava stare li da sola a pensare ed organizzare la sua vita, erano gli unici momenti in cui poteva farlo.
Assorbita interamente dai suoi pensieri e con lo sguardo fisso verso il figlio, non aveva fatto caso a quella figura che si era seduta accanto a lei.
«Forse dovremmo smetterla di incontrarci così».Si girò verso Federico che teneva le mani in tasca.
«Passiamo il nostro tempo a rincorrerci e non lo sappiamo».Disse ridendo, mentre lo stava squadrando dalla testa ai piedi.
Si ricordò che all'invito a cena non aveva ancora risposto, e forse era meglio fingere di esserle caduto di mente.
Per il lui il tempo era passato bene, stava vivendo la sua vita come voleva, senza alcun impedimento o ostacolo e poteva benissimo decidere dal oggi al domani di andare in qualsiasi parte del mondo.Mentre lei non poteva più decidere per sé stessa, ma lo doveva fare per due, cosa che non odiava o disprezzava va ma alle volte pensava che magari avrebbe preferito viversi quei anni in maniera totalmente diversa.
«Dunque Matilde non hai risposto al mio invito a cena».abbassò lo sguardo imbarazzata da tale affermazione, era normale che si sarebbe ricordato, poteva dare la colpa al figlio e semplicemente dire che non aveva avuto tempo, poteva incolpare il gestore telefonico poiché il cellulare non le prendeva, o banalmente dire:«Scusa mi sono completamente dimentica di farlo».
«Tranquilla, lo capisco che non è semplice e mi dispiace se sono stato inopportuno».
«No assolutamente, mi ha fatto piacere ricevere un messaggio da te, il bambino, il lavoro, mia madre troppe cose tutte insieme»
Riccardo che a quanto pare era interessato a lei o forse solo ad Edoardo, disse nella sua mente.
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A volte la cosa migliore è complicare tutto.
Teen FictionMatilde ha appena compiuto 19anni,sogna una vita fatta di mille sfaccettature,ognuna con il suo colore e la sua imperfezione. Non vede l'ora di iniziare quel tanto atteso capitolo della sua vita che non l'avrebbe più categorizzata come una teenager...