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Sarà lo stress..

«stai tranquilla mati, è normale un ritardo..per via dello stress capita devi solo rilassarti e non pensare ad altro».

Ludovica cercava di consolare la sua amica che era piena di paranoie ed insicurezze.

«ma un ritardo di due settimane non è normale lo capisci?».

Erano sedute su una sdraio mentre guardavano il tramonto, il mare della Liguria era un paradiso per gli occhi e per il cuore.

Erano insieme da solo 24 ore, e già sapevano tutte e due che la loro vita sarebbe cambiata drasticamente.

«Se vuoi essere più sicura andiamo a comprare un test che problema c'è? Avete usato le precauzioni no?».

A quella domanda a Matilde venne da vomitare.

«Non lo so...non me lo ricordo».stava per avere una crisi di nervi.

«Stai serena...le percentuali che tu sia rimasta incinta sono minime».

Matilde si era alzata in piedi non aveva realizzato fino a quel momento che molto probabilmente si era aperta un'altra strada nella sua vita che aveva programmato fin dal età di quattro anni.

Una tangente che non aveva mai considerato perché era sempre stata attenta.

Ma come era possibile che lei si trovasse in una situazione del genere se non era mai uscita dagli schemi.

Se non aveva mai fatto nulla che potesse deludere la madre o il fratello.

Si recarono alla prima farmacia vicina.

«Puoi per favore comprarlo tu? Ecco di soldi». Disse Matilde allungandole una banconota.

«Va bene ». L'amica afferrò i soldi ed entrarono dentro.

La farmacia era quasi vuota, c'era solo vecchietta che commentava l'aumento dei prezzi.

«Vi posso aiutare?». Chiese la farmacista dietro il
Bancone.

«Ho bisogno di..di..un test di gravidanza» le ultime parole le uscirono quasi sussurrando, ma nonostante ciò la signora accanto, quella che contestava i prezzi, si girò per rivolgerle un occhiataccia.

La farmacista sorrise e poi si girò verso i ripiani per cercare quello da loro richiesto.

«Sono 20 euro ». Pagarono in fretta e di dileguarono.

Nessuna delle due proferì parola nella strada di ritorno.

In fretta entrarono a casa, non curante di chi era in salone.

«Ciao sorellina». Urlò Marco.

Ma Matilde era troppo in ansia per rispondere.

Si chiusero in bagno, e dopo qualche minuto Matilde afferrò quella scatola, con le mani tremanti iniziò a scartare la confezione.

E poi fece come era scritto nelle istituzioni.

Non riusciva a credere che forse dentro di lei stava crescendo qualcosa di importante che le avrebbe cambiato la vita.

E quei dubbi, quelle incertezze, quel forse, si erano trasformati in realtà quando l'amica mentre fissava il test di gravidanza aveva iniziato a piangere per lei.

«Mati ti prego di qualcosa!». Dopo attimi di silenzio ed espressioni del volto che annunciavano una disgrazia, Matilde affermò:«la mia vita è finita».

E tutte e due le amiche rimase una quantità di tempo infinito tenendosi mano nella mano.

«E ora che si fa?». Aggiunse Ludovica.

A volte  la cosa migliore è complicare tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora