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Corri.

Corri.

Corri, non voltarti.

Tanto non ti fermerà. Erano solo bugie... tutte bugie. Solo bugie.

Corri

Corri

Corri, non voltarti.

E ora? Dimmi dov'è?
Dov'è...?

Dove?

Dove sei...?








"DOVE SEI!!"

Urlai di botto alzandomi dal futon. La mia fronte era imperlata dal sudore e i miei occhi erano lucidi e minacciavano di far uscire delle lacrime, solo che... erano già sul mio volto... pungenti come gocce di limone che macchiavano la mia pelle.
Mi asciugai con il dorso della mano e guardai in alto il soffitto vuoto... un'altro incubo...
scossi la testa e guardai il mio telefono in carica, 100% ed erano le 6, tra mezz'ora sarebbe suonata la sveglia ma decisi di alzarmi comunque.
Chiuso il futon andai verso la valigia e presi la mia uniforme, mi chiusi in bagno e mi preparai per andare sotto la doccia.
La musica dal mio telefono rimbombava nelle pareti di piastrelle rosse e nel mentre la mia voce faceva da compagnia a quella di Cremonini cantando a squarcia gola "logico".
Sentii trambusto al piano inferiore, segno che la piccola tarz- la mia ADORATA sorellina si era svegliata e così anche mio padre. Velocemente mi asciugai i capelli e notai una cosa...
La gonna non era troppo corta fortunatamente però le gambe nude non mi andava di averle... notai di avere delle calze sopra il ginocchio color rosso acceso proprio come la cravatta dell'uniforme allora le indossai sotto le scarpe da ginnastica. dopo ever sclerato allo specchio per come mi stava l'uniforme decisi di scendere in cucina. Arrivata al piano inferiore mi aspettavano dei cornetti fumanti e una tazzina di caffè rigorosamente ITALIANO. Non posso vivere senza. Mi fiondai sul cibo con ancora le farfalle che facevano festa nel mio stomaco sottosopra.

"WHOOM! Pronta sorellona!?"

Mi chiese la biondina che giocava con un'aereoplanino di carta e con una mezza brioche in bocca, mio padre leggeva il giornale, era strano quello giapponese... non ne avevo mai visto uno dal vivo... solo nei libri di scuola, mi rivolse uno sguardo da sotto gli occhiali e disse:

"Allora? Pronta? La cartella?"

Chiese squadrandomi da capo a piedi, corsi verso il salotto dove la sera prima avevo lasciatolo zaino con i vari libri, anche se pochi, di scuola. Lo presi e tornai in cucina mettendolo sulle spalle, uno zainetto olografico non troppo grande che si abbinava perfettamente alle mie cuffie, anch'esse nere con un filo attorno olografico.
Sorrisi a mio padre che alzandosi mi diede un bacio sulla fronte.

"Sicura che non vuoi essere accompagnata?"

"Si! Tranquillo la strada già la so!"

Risposi con la pancia che mi esplodeva per l'emozione, il mio vecchio e la mia sorellina mi salutarono ed io uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle. Il cielo era blu limpido senza nemmeno l'ombra di una nuvola, il poco verde che incorniciava la strada era molto acceso... sembrava essere parte di un'anime. Scesi i due gradini della casa e mi avviai verso la strada, imboccai verso sinistra con le cuffie alle orecchie che sparavano una canzone molto felice giusto per mettermi in una mood perfetta per il primo giorno di scuola. Camminavo con un grande sorriso stampato in faccia, non c'era quasi nessuno per strada e il rumore degli uccellini rimbombava insieme al suono delle mie converse che pestavano il suolo.
La scintillante scuola si trovava a pochi metri da me oramai quando qualcuno non mi prese la spalla con forza facendomi cadere le cuffie per terra.

{A love of stone}- Kirishima Eijirou x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora