4 - Did you miss me?

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“Che sia capodanno, un compleanno, una stella cadente o una coccinella. Che siano le dita incrociate o le 11:11. Il mio desiderio rimani sempre tu.”

4 - Did you miss me?

-E comunque, sì. Sono terribilmente felice di vederti.- a quell'affermazione comincio a sorridere come un'idiota e le mie guance si tingono di rosa senza neppur volerlo. Allarga le braccia e mi ci tuffo dentro, assaporando il suo odore. Poggio la testa sul suo petto e lui mi stringe, mi stringe e mi fa sentire bene, mi fa sentire a casa. Mi sento uno scricciolo in confronto a lui e tra le sue braccia non ho più freddo. Alzo lo sguardo incontrando i suoi smeraldi e gli sorrido. Prendo la sua mano e gli faccio aprire il palmo per poi poggiare la mia sulla sua, è minuscola! Harry chiude la mano intrappolando la mia nella sua in un pugno stretto. Mi sorride e scioglie il nostro abbraccio. 

-Andiamo, devo chiudere il negozio.- scrolla le spalle. Apre una porta, probabilmente è un scantinato, e mi fa segno di seguirlo. Mi avvicino a lui con passi lenti e una volta dentro si sfila la maglietta da lavoro. Dio, il suo fisico. La mia mascella sta pulendo il pavimento. Riprenditi Heaven. Harry ride sotto i baffi mentre si infila la semplice t-shirt bianca.

-Andiamo.- mi sorride aprendo la porta per lasciarmi passare mentre si aggiusta l'orlo della maglietta. Prende il suo cappotto e il cappellino di lana blu e mi lascia uscire dallo sgabbuzzino. Chiude la porta alle sue spalle e raccatta il suo cellulare e il portafogli dal bancone.

Una volta chiuso il negozio ci incamminiamo per il corso principale di Londra. Guardo ogni singola vetrina con gli occhi luccicanti consapevole che non potrò mai permettermi nemmeno il più stupido cappellino di quelle grandi boutique. Poi volto lo sguardo verso il giovane ragazzo al mio fianco. Mani nelle tasche del cappotto, testa leggermente abbassata, labbra socchiuse e capelli arruffati da sotto quel cappellino. Dio mio. Riprenditi Heav. Faccio in tempo a voltare il viso dall'altro lato prima che lui si giri a guardarmi. Deve essersi sentito osservato. 

-Allora, dove si va?- la sua voce roca interrompe quel silenzio che ci ha accompagnati fino ad ora.

-Non ne ho idea, sei tu la mia guida turistica.- rido appena guardandolo aggiustarsi il cappellino.

-E da quando sarei diventato la tua guida personale?- ride guardandomi con un sopracciglio alzato.

-Da ora!- affermo ovvia continuando a ridere.

-E allora andiamo a fare questo giro turistico mia cara.- mi porge il braccio che io accetto con piacere.

***

Sono le 20.30 ed io e Harry siamo seduti in un piccolo locale a mangiare cibo italiano dato che sto mangiando cibo spazzatura da quando sono arrivata a Londra. Questa pasta alla carbonara è qualcosa di eccezionale, un giorno me lo farò un giro in Italia!

-Com'è?- mi chiede Harry.

-Delizioso.- poggio il dito nella mia guancia e lo faccio girare proprio come fanno i bimbi.

Il giovane dagli occhi verdi scoppia a ridere e scuote il capo più volte.

Una volta finito di mangiare chiedo il conto e come al solito Harry paga per entrambi.

-La devi finire di pagare sempre tu.- gli punto un dito contro.

-Perchè dovrei?- mi sfida.

-Perchè non mi va che spendi i tuoi soldi per pagarmi il cibo.- controbatto.

-Invece a me fa molto piacere.- Si abbassa alla mia altezza guardandomi negli occhi.

Alzo le spalle. -Allora mi farà molto piacere mandarti in banca rotta.- sorrido.

-Oggi non sei di turno al Perkins?- gli domando riprendendo a camminare.

-No, ma se vuoi ti accompagno con la macchina.- volta lo sguardo su di me.

-Posso prendere la metro, tranquillo.- lo rassicuro prendendo le scalette che portano alla metro.

-Come vuoi, ciao Ven!- mi fa un cenno con la mano continuando per la sua strada.

Per tutto il tragitto di metro ho pensato a quel soprannome con cui mi aveva chiamata. Ven. Era da tanto che qualcuno non mi chiamava così. Non so se vederlo come un bene o come un male, ma vabbè. Una volta entrata nell'hotel ho preso la chiave e la donna alla reception mi ricordò che tre giorni dopo avrei dovuto lasciare la camera. Non avevo ancora trovato un posto dove stare, cavolo. Apro la porta e dopo aver fatto tre giri di chiavi le prendo e le butto sul comodino di legno chiaro vicino al letto. Poggio il cappotto sulla sedia e mi levo le scarpe lasciandole vicino il letto. Vado nel bagno per struccarmi e dopo essermi lavata i denti indosso il mio 'pigiama' e mi fiondo sotto le coperte non prima però di aver messo in carica il cellulare dove trovo un messaggio.

Da: Sconosciuto.

Buonanotte occhi blu.xx -H

E' Harry, di sicuro. Ma come ha fatto ad avere il mio numero? Salvo il contatto e rispondo al messaggio.

Ad: Harry

Poi mi spieghi come hai fatto ad avere il mio numero, stalker! Buonanotte anche a te occhi verdi.xx 

Poso il telefono sul comodino e spengo la lampada riuscendo ad addormentarmi in poco tempo.

***

La mattina dopo decido di svegliarmi presto per andare a fare un pò di shopping. E' inevitabile a Londra.

Mi vesto velocemente e alle 9.30 sono già per le vie della grande metropoli. Dopo aver fatto colazione seduta su quei morbidi divanetti di Starbucks tutti colorati con un muffin a cioccolato ed un cappuccino mi avvio al centro per la mia mattinata di svago. Un negozio di abbigliamento mi colpisce particolarmente e non sembra neanche troppo caro quindi decido di andare a dare uno sguardo. La giovane commessa mi accoglie calorosamente chiedendomi se ho bisogno di una mano ma io rispondo cortesemente che voglio giusto guardare un pò. Ci sono molte cose carine e mi colpisce soprattutto un vestitino a fiori con un delizioso scollo a cuore tutto sui toni del bianco e rosa. Il cartellino segna il prezzo corrispondente a 20£, credevo peggio. Cerco la mia taglia e e chiedo alla commessa se posso provarlo la quale mi risponde affermativamente.  

Il vestito mi piace e pure tanto, esco fuori dal camerino e mi guardo allo specchio. Mi sta bene e non è una cosa che dico spesso. Mi giro verso la commessa che mi alza il pollice sorridendo ma fondamentalmente è il suo lavoro, non può di certo dirmi che mi sta male. Alla fine decido di prendere il vestito e mentre mi sto rimettendo il mio jeans e la mia felpa sento il cellulare vibrare nel giubbotto. Apro il messaggio.

Da: Harry

Ti sto guardando. Ah, e quel vestito ti sta molto bene.

Sorrido per il complimento ma poi alzo gli occhi al cielo, ma cosa fa? Mi spia?

Esco dal camerino e guardo verso la porta dove dalla strada un Harry tutto sorridente muove le sue mani per salutarmi. Sorrido scuotendo il capo mentre vado a pagare il vestito.

-Poggio i 20£ sul bancone ma la commessa mi ferma.- 

-Ha già pagato il ragazzo qui fuori, non si preoccupi.-

-Oh, okay. Arrivederci.- Esco dal negozio con la busta in mano.

-Tu- gli punto il dito contro. -non dovevi.- 

Harry alza le spalle. -Ti sono mancata? Sai, il messaggio.- rido.

-Tu cosa pensi?- fa una smorfia volendo mostrare ovvietà con le labbra ed io sorrido imbarazzata. Gli sono mancata, per la seconda volta. Vorrei ben dire.

 “Potrei dirti che i tuoi occhi somigliano alle stelle..ma non sarebbe abbastanza. I tuoi occhi sono ancora meglio.”

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