Capitolo 2 ~ Incontri.

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18 Giugno 2018.

Emma.

Per quanto tempo ancora vuoi rimanere a fissare quel coso?, chiesi a me stessa.

La copertina raffigurava il viso di un ragazzo dall'espressione seria con indosso un giubbino rosa, con due occhi glaciali lì a fissarmi e delle piume appese alle orecchie.

Aveva sempre amato le piume.

Forse dovevo ascoltarlo, forse no. Da quanto tempo non ascoltavo volontariamente un'intera canzone? Da tanto...

<<Irama...>>, sussurrai. Quel nome lo avevamo scelto insieme, era pazzesco che ancora si facesse chiamare così.

6 Marzo 2011.

<<Che fai Mary?>>

<<Smettila di chiamarmi così, lo odio>>

<<Smetterò quando tu la finirai di chiamarmi Muscattina>>

<<Ma Muscattina è carino>>

<<No, non lo è... Mary!>>

<<Ricordami di odiare i miei per tutta la vita per avermi dato questo secondo nome di merda>>

<<Ma no dai, Maria è carino>>, lo imitai scimmiottandolo, lui mi lanciò un'occhiataccia e poi tornò a guardare lo schermo del suo pc.

<<Dai dimmi che fai!>>, insistetti cercando di sbirciare lo schermo.

<<Sto cercando un nome>>

<<Un nome?>>

<<Esatto>>

<<Ma tu hai già un nome>>, lui sollevò gli occhi al cielo e scosse la testa.

<<È per la crew>>, spiegò.

<<Oh, quindi cerchi un nome d'arte. Se vuoi posso aiutarti, che ne dici di Mary?>>, gli chiesi ridendo.

<<Emma, è una cosa seria>>, disse lui aggrottando la fronte.

<<D'accordo, fammi pensare>>

Lui continuava a cercare su internet qualche nome che avesse a che fare la musica, io invece pensavo a lui, a un nome che potesse rappresentarlo... mi veniva in mente solo Mary, risi tra me e me, ma poi arrivò l'illuminazione.

<<Hey che ne dici di un anagramma?>>

<<Un che?>>

<<Filo un anagramma, mischiamo le lettere del tuo nome per inventarne un altro>>, spiegai esasperata.

<<Beh potrebbe andare, hai qualche idea?>>

Presi un foglio bianco e una penna e iniziai a scrivere a carattere cubitali: MARIA.

<<Emma dai fai la seria>>, disse lui scocciato.

<<Sono seria. Hai detto che lo odi questo nome, beh cambiamolo, no?>>

Lui mi guardò pensieroso, poi fissò il foglio e annuì.

<<Ha senso>>

<<Certo che ha senso>>, dissi fiera di me.

Dopo quelle che sembrarono quattordici ore di lavoro finalmente arrivammo a qualcosa di decente.

<<Irama... mi piace, chissà se significa qualcosa in qualche altra lingua>>, si chiese tornando allo schermo del pc, digitò qualcosa ed avviò la ricerca.

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