Capitolo 8 ~ Carpe diem.

364 29 5
                                    

22 Giugno 2018

Filippo.

<<Smettila di stare sempre davanti a quel coso>>, disse Rombo tirando un cuscino dritto in faccia a Lori. Eravamo tutti stanchi morti dopo ore di viaggio, appena arrivati in hotel si erano tutti appioppati sul mio letto ed io ero rimasto a guardali dalla poltrona nell'angolo, abbastanza interdetto.

<<Che vuoi? Sto messaggiando>>, disse Lori infastidito.

<<Ah già, avevo dimenticato che ti sei perso completamente nei meandri dell'amore>>, rispose Rombo con fare teatrale.

Mi unii alle risa generali, nonostante la stanchezza e il fatto che si erano abusivamente appropriati della mia stanza, era bello averli con me lungo l'incredibile percorso che stavo affrontando.

Giulio si allontanò poco dopo per rispondere ad una telefonata a suo dire parecchio importante e ci intimò di fare silenzio.

<<Perché dovremmo fare silenzio se è uscito dalla camera?>>, chiese Lori sghignazzando.

L'uomo rientrò dopo poco sorridendo e mi diede una pacca sulla spalla.

<<Che succede?>>, chiesi con un pizzico di ansia.

<<Grandi notizie, sabato sera canterai sul palco di Riccione per Radio Dj!>>, urlò contento, tutti i ragazzi esplosero in festeggiamenti e congratulazioni reciproche.

Io rimasi sulla mia poltrona, lo sguardo sugli altri che intorno a me improvvisamente smisero di fare festa e si chiesero perché non stessi saltellando di gioia come loro.

<<Che c'è? Non sei felice?>>, chiese Giulio.

Io posai gli occhi su di lui, poi su ognuno dei ragazzi in quella stanza e non potei fare a meno di sentirmi in colpa per non essere felice quanto loro.

Certo, era una grande occasione per me ed ero seriamente contento di cantare in un palco così importante, ma non riuscii a non pensare a lei, avrebbe capito?

<<Sì, certo che sono felice>>, risposi riscuotendomi dai miei stessi pensieri, mi alzai in piedi e abbracciai Giulio, così ricominciarono i festeggiamenti.

Continuammo così fino a tarda ora, poi pian piano ognuno di loro raggiunse la propria stanza ormai esausti, finché non restammo solamente io e Lori.

Mi accasciai sul mio letto, mentre lui continuava a fare su e giù per la stanza.

<<Cosa c'è?>>, gli chiesi sfinito, era evidente che stava pensando a qualcosa, altrimenti non sarebbe stato così nervoso.

<<Pensavo... quindi non torneremo a Roma questo weekend?>>

<<No, perché?>>

<<Volevo chiedere ad Elisa di uscire>>, disse lasciandosi andare accanto a me nel grande letto matrimoniale.

<<Beh, almeno tu sei in tempo>>

<<Che vuoi dire?>>

<<Io ieri ho detto ad Emma che sabato sarei andato a prenderla, e invece...>>

<<Capirà, le stai dando buca per una cosa importante in fin dei conti>>

<<Sì, forse capirà...>>

<<Ma?>>

<<Volevo vederla, quella ragazza mi scappa da una vita, forse non è proprio destino ed è ora che me la scordi per l'eternità>>

~Serendipity~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora