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Amy's POV

Le parole di quel ragazzo mi fecero rabbrividire, spaventata lo fissai alzarsi e appoggiarsi con una mano sullo schienale della sedia mentre guardava un angolo della stanza con un espressione pensierosa.

Jm: allora fammi pensate... Che ne dici se prendo questo?

Disse camminando verso il tavolo con le borse e prendendo un coltello da uno di queste per poi posare lo sguardo su di me con un sorriso innocente.
Me: n-no ti prego
Dissi scuotendo leggermente la testa in un sussurro soffocato dalle lacrime.

Con sguardo preoccupato Jimin si avvicinò a me ed abbassò alla mia altezza.
Jm: shh tranquilla voglio solo giocare un pochino con te non ti va?
Disse sorridendo alla domanda mordendosi delicatamente il labbro inferiore.
Me: no. per favore lasciami andare ti prego

Jm: dai accontentatmi per un po... Giuro che sarà divertente
Abbassai lo sguardo sulle mie gambe tremanti fin quando sentii qualcosa di freddo che spingeva delicatamente il mio mento verso l'altro.
Era la lama del coltello che aveva usato per farmi alzare lo sguardo su di lui.
Jm: sei adorabile piccola

Disse in un sussurro per poi afferrare la mia maglietta con una mano e tagliarla a metà con il coltello lasciando la pelle del mio busto coperta in una fascia solo dal reggiseno.

All'azione improvvisa lanciai un urlo soffocato e posai lo sguardo verso il basso mentre lui mi guardava con un ghigno e un sopracciglio inarcato in un espressione compiaciuta.

Mi si sedette sulle gambe con il volto rivolto al mio e incastrò il suo viso nel mio collo con la mano che impugnava il coltello appoggiata sullo schienale della sedia e l'altra sulla parte opposta della sua testa sul mio collo.

Ha respirato affannosamente sul mio collo per qualche secondo, potevo sentirlo ghignare  prima di sentire le sue labbra calde sulla mia pelle muoversi prima lentamente poi sempre più veloci mentre io cercavo di dimearmi per farlo andare via.

Ovviamente non funzionò anzi peggiorò la situazione dato che lo sentivo ridere ogni volta che mi stringeva cercando di fermarmi.

Alla fine chiusi gli occhi e mi arresi a cosa stesse accadendo mentre sentivo le sue labbra spostarsi dal collo al petto mentre continuava a baciare aggressivamente la mia pelle respirando con il naso velocemente.

Jm: che c'è la piccola si è stancata? Di già? Peccato eri carina quando cercavi di fermarmi.

Dopo un quarto d'ora staccò le sue labbra dal mio petto e si alzò dalle mie gambe con respiro affannato.
Jm: sai.. Anche se forse non potrò averti per sempre voglio che ti ricordi di me e che il mio marchio rimanga su di te per sempre
Disse fermandosi più volte per prendere fiato

Strinse il coltello tra le dita e inizio ad incidere sulla pelle del mio stomaco qualcosa che non riuscii a guardare dato che girai la testa indietro dal dolore a dalla paura.

Non mi ha fatto troppo male, passando il coltello in modo da incidere tagli non troppo profondi sulla pelle, ma la cicatrice sarebbe rimasta.
Era questo che intendeva con "marchiare"

Finito il suo lavoro ripassò le linee con le dita sporcando queste di sangue per poi appoggiarle sotto al mio orecchio compiendo movimenti circolari con il pollice come per accarezzarmi, sporcandomi di quel liquido rossastro che macchiò la pelle.

Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò con voce dolce e quasi soddisfatta
Jm: mi dispiace ma non posso farne a meno..
Poi mi baciò le labbra delicatamente per qualche secondo con gli occhi chiusi. Poi si staccò e rimase a pochi centimetri dal mio viso ancora con gli occhi chiusi sorridendo

Aprì gli occhi solo per incontrare il mio viso scocciato e rigato dalle lacrime.

Si alzò dalla sua posizione e posò una mano sulla mia testa accarezzando dalla fronte all'orecchio dove spostò una ciocca di capelli.

Si avvicinò alla porta, la aprì e si fermò sulla soglia.
Jm: ti avevo detto che sarebbe stato divertente....  ci vedremo un'altra volta per giocare ancora, contenta?
A dopo piccola

E con queste parole usci sbattendo la porta e lasciando mi sola.

Non sapevo cosa fare o a cosa pensare, non avevo idea di dove fosse mio padre e perché lo stessero cercando. Per quanto so lui è morto.
Ma non é così... Credo
Se non lo fosse allora perché avrebbe abbandonato me e mia madre sole.

Era stupenda lavorava molto per me ed io che ero così piccola non me ne accorgevo.
Era esausta e un giorno morì per la troppa stanchezza e fatica.

Abbassai la testa per vedere il mio stomaco.
Vidi un segno che assomigliava ad una specie di stella con un simbolo accanto.

Non riuscivo a distinguere bene i segni a causa del sangue scuro che vi scorreva in piccole gocce sporcando anche i miei vestiti

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Non riuscivo a distinguere bene i segni a causa del sangue scuro che vi scorreva in piccole gocce sporcando anche i miei vestiti.

Non avevo la più pallida idea di cosa fosse, l'unica cosa che sapevo era che ora sarebbe stato li per sempre.
Un marchio a vita...

Chiusi gli occhi e a mi addormentai esausta per via di tutta la situazione.

****** Skip time******

Mentre dormivo sentii dell'acqua gelida colpirmi il viso.
Al contatto con quel liquido freddo apri gli occhi di scatto per ritrovarmi di nuovo in mezzo a quei ragazzi, senza maschera o tessuti a coprire i loro volti .
Riconoscevo chi tra loro avevo capito si chiamasse Jimin che come notò il mio sguardo su di lui alzò la mano in un piccolo saluto mimando un " hey" con la bocca che aveva il suo solito sorriso da pazzo.

Tutti mi guardavano con sguardi maliziosi e inquietanti tranne uno.

Aveva sia capelli che occhi scuri che contrastavano con la sua pelle chiara e le labbra rosee.
Lui mi guardò negli occhi con sguardo triste e preoccupato.
Ma quando posò lo sguardo sui segni del mio stomaco i suoi occhi si spalancarono ed uno sguardo infuriato incontrò Jimin che ricambiò però con espressione confusa come se non capisse il motivo della sua rabbia.

Poi dopo questi attimi di silenzio che sembravano a me ore lo stesso ragazzo che mi interrogò prima, parlò...

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