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Quando mi svegliai cercai di aprire gli occhi fallendo immediatamente per via della benda scura che li copriva.

Cercai di muovermi  e urlare presa dal panico ma sia braccia che gambe erano legate con una corda che mi stringeva i polsi e lo caviglie causandomi segni.

Avevo il fiato corto per la paura così cercai di calmarmi respirando profondamente e pensando a Christine che sicuramente non vedendomi tornare avrebbe chiamato la polizia.

Mi concentrati sul posto nel quale mi trovavo che non vedendo era difficile dedurre.

Sentivo il rumore di un motore e dato che il luogo su cui ero seduta era soffice capii di trovarmi in un auto.

Si sentivano voci maschili ridere e parlare.
X: e ora dove la portiamo?
Y: a casa nostra.. lei sa dov'è lui... è questo il motivo per il quale l'abbiamo presa.
Z: se lui non verrà che le  faremo?
Y: non lo so e per ora non me ne preoccupo più di tanto... Verrà sicuramente per lei... è suo padre deve farlo
Z: se non viene posso tenerla...TI PREGO??
Y: fa come vuoi...

Quella conversazione mi ha terrorizzata e confusa allo stesso tempo.
Cercavano mio padre?... Perché? Lui è morto non è possibile
È tutto un sogno.. Non é reale... TI PREGO AMY SVEGLIATI...

Nulla da fare è.. È reale non posso fare nulla sono bloccata in un auto con non so quante persone che cercano il mio defunto padre.

Non posso crederci sono andata via dall'Italia per vivere come una persona normale e ora mi ritrovo in questa situazione orribile.

Mentre pensavo l'auto si fermò e i ragazzi uscirono ridendo di non so cosa.
Sentì la portiera accanto a me aprirsi
e una mano mi prese il braccio strattonandolo per farmi alzare.

Mi alzai dal sedile morbido per far scontrare la pelle con un vento gelido.

La mano del ragazzo mi teneva stretta mentre camminavo a passo svelto verso so la direzione  che lui mi indicava spingendomi il braccio.

Entrammo in una casa che in seguito ad un click si illuminò velocemente.

il ragazzo lasciò il mio braccio e passo la mano sulla schiena che spinse per farmi camminare per quello che sembrava un corridoio, per poi farmi entrare in una stanza , farmi sedere su una sedia e bloccarmi i polsi già legati su di essa.

Y: toglile la benda

Sentii dei passi dietro di me ed un respiro caldo sul collo seguito da un sussurro
X: tranquilla...

Poi mani fredde che mi tolsero la benda dagli occhi.
Battei gli occhi più volte per abituarli alla luce che di primo impatto mi accecò.

Vidi un gruppo di ragazzi mascherati circondarmi e subito una lacrima scese dal mio viso mestre mi guardavo attorno respirando velocemente e a bocca aperta.

Erano posizionati in posti diversi della grande camera che conteneva solo un tavolo con borsoni su di esso.

Il ragazzo dalla maschera bianca che, avevo visto sotto casa si avvicinò a passo sicuro verso il tavolo e fece cadere  una borsa per sedersi al suo posto.

Mi soffermai con lo sguardo sulla borsa che, in quel momento era sul pavimento e vidi il manico di una pistola uscire da essa.

Mi spaventai a tal punto da ricominciare a piangere senza nemmeno accorgermene.

Uno dei ragazzi di fronte a me si tolse la maschera rivelando il suo viso.

Aveva un'espressione seria data principalmente da occhi scuri e allungati e labbra piene.

Y: allora....  Amy giusto?... So che sei spaventata ma tu ora devi aiutarci, se non lo farai non potrai uscire da qui
Per questo sì ragionevole e dimmi la verità...

A quelle parole mi limitai a guardare in basso e annuire leggermente.

Y: brava ragazza
sorrise e iniziò a camminare per la stanza.
Y: bene piccola ora dimmi perché sei in Corea?  È per incontrare qualcuno? Un familiare?
Me: N..no in realtà... I...io sono scappata...

Lui si fermò un secondo e disse ridendo
Y: cosa? Perché?
Me: il mio padrino mi... Picchiava e violentava da troppi anni e per questo ho rubato una parte dei suoi soldi e ho preso un volo per venire a stare da una mia amica che vive qui.

Y: aspetta padrino?
Me: mio padre è morto in un incidente stradale quando avevo 4 anni..

Si avvicinò a me piegandosi alla mia altezza e appoggiando i palmi delle mani sulle braccia della sedia.

Y: tesoro non serve a nulla mentire a me lo sai? Io ho incontrato tuo padre circa sei anni fa e dato che tu hai 17 anni... I conti con tornano piccola.

Me: è impossibile mio padre e morto...non sto mentendo

Si allontanò dal mio viso tornando a camminare per la stanza guardando il soffitto, e dopo un respiro profondo parlò.

Y: ti sembro stupido per caso? Io so che sei qui per tuo padre e ora dimmi dov'è!
Me: È MORTO!!!

Sbatté le mani sulle sedia con sguardo infuriato.
Y: DOV'È?!?!!!?

Voltai lo sguardo in basso spaventata mentre piangevo per poi sussurrare.
Me: è morto
Y: ok vorrà dire che me lo dirai domani.. Jimin fa pure se vuoi.

A quelle parole tutti uscirono dalla stanza, lasciando la porta aperta per pochi secondi, fino a quando uno di loro entrò nella stanza trascinando con se una sedia che posizionò al contrario di fronte a me, per poi sbattere la porta e sedersi.

Si mise le mani sul volto e tolse la maschera rivelando un viso pallido e un sorriso che faceva chiudere i suoi occhi in due piccole semilune.

Jm: ciao "rise" sai perché sono felice?
Me: n..no
Jm: perché io e te ci divertiremo tanto insieme....






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