02

858 34 0
                                    

Oramai avevo deciso... Sarei adatta via per sempre

Raccolsi le poche forze che avevo e tornai a casa camminando a passo lento sotto la pioggia che aveva iniziato a scendere poco prima. Fortunatamente il mio padrino non era in casa, così salii le scale e mi chiusi in bagno per curare le ferite. La ferita sul volto non era profonda da avere bisogno di punti m a avrebbe sicuramente Lasciato una cicatrice evidente.

Presi nuovamente il cellulare e cercai il volo per la Corea del sud più vicino sorridendo dopo poco siccome il più recente sarebbe stato due giorni dopo.

Mi recai in camera da letto e presi una valigia che iniziai a riempire di vestiti, scarpe e tutto ciò che pensavo mi potesse servire.

Finito quel lavoro nascosti la valigia sotto il letto e presi metà dei soldi che avevo guadagnato con un lavoro partime e  i soldi che avevo rubato a dalla camera del mio padrino.

Mi avviai al piano di sotto dove trovai il mio padrino palesemente ubriaco che arrabbiato mi si avvicinò per poi darmi uno schiaffo sul viso accusando mi di essere la causa di tutto il suo malessere e i suoi problemi.

Dalla mia bocca uscì un grido di dolore dato che mi colpì sulla ferita aperta.

Io mi alzai e corsi verso la porta per poi uscire di casa  scappare e   recarmi nel bar più vicino ,con il cappuccio della felpa sulla testa per evitare di far notare alle gente i lividi e le ferite.

Arrivai in una caffetteria e mi sedetti ad un tavolo dove ordinai un cappuccino e prenotai il biglietto online.

Iniziai a bere ciò che avevo ordinato ascoltando la musica e pensando a cosa avrei fatto prima della partenza .

Automaticamente mi si formò un sorriso sul volto pensando al fatto che finalmente avevo realizzato il sogno di andarmene e che sarei stata in Corea , siccome mio padre biologico ,essendo coreano, mi ha insegnato la lingua e quindi sarei partita avvantaggiata.

Decisi di tornare a  casa solo per passare la notte.

Arrivai nel cortile di casa e entrai dalla finestra di camera mia con una scala appoggiata sul retro della casa.

Entrata in casa mi chiusi a chiave in  camera e mi addormentai.

Sto correndo in una strada buia
Sento delle voci pregarmi di tornare indietro: é la voce di una donna che grida

Non vuole che io corra via ma io non la ascolto e continuo a correre sempre più veloce fino quando cado sul terreno umido

Mi infilò una mano in tasca perché li ho sentito un dolore lancinante durante la caduta

Mi rendo conto che la mia tasca é piena di vetri rotti che sembrano quelli di uno specchio
Cerco di toglierli dalla tasca ma

nell'atto mi feriscono la mano con un frammento piuttosto grande che per il dolore lancio sul terreno

Mi inginocchio e cerco di alzarmi fallendo e appoggiandomi con una mano sul terreno e l'altra al petto con gli occhi chiusi dal dolore

Aprii gli occhi e il mio sguardo si posò sul mio volto riflesso nel frammento di vetro sporco di sangue

Notai che dalla ferita sul viso continuava ad uscire sangue
ma rimasi a bocca aperta quando da essa uscì una vespa nera

Purtroppo non fu l'unica ma altri piccoli insetti neri continuarono ad uscire dal mio viso e ronzare in modo assordante nelle mie orecchie fino quando presa dal panico iniziai ad urlare dal terrore

Mi svegliai di soprassalto con il fiato corto e la fronte bagnata di sudore.

Mi cambiai e uscii di casa nello stesso modo delle sera precedente e saltai la scuola per evitare di rivedere quei ragazzi.

Mi limitati a nascondermi nel cortile ed aspettare la terza ora per essere sicura che non ci fossero.

Suonata la campanella scavalcai il cancello del cortile e presi tutto ciò che mi apparteneva tra cui zaino libri e quaderni che il giorno precedente non avevo avuto il tempo di raccogliere durante la fuga dai ragazzi.

La sera prima aveva piovuto e per questo era tutto fradicio eccetto un libro caduto sotto una panchina.

Lo raccolsi per poi rendermi conto che era il quaderno sul quale disegnavo quando ero triste.

Tirai un sospiro di sollievo, ero felice che almeno lui si fosse salvato

Non lo misi nello zaino per paura che si bagnasse ma lo tenni in mano e tornai a casa sempre passando dalla finestra.

Mi sedetti sul letto e mi accorsi che piccole gocce di sangue avevano sporcato di rosso la copertina bianco panna.

Passai la giornata a disegnare ciò che mi passava per la testa per poi addormentarmi con ancora il quaderno sulle gambe.

É una bellissima giornata di sole vedo una piccola bambina giocare in un giardino sotto gli alberi di pesco in fiore

La madre gioca con la piccola con una palla mentre il padre legge un libro seduto sotto un albero
Si sentono gli uccelli cinguettare e le risate della donna con la figlia che riempiono l'aria


~HOSTAGE~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora