La giornata iniziò al solito modo. La sveglia alle sei del mattino suonò ripetutamente costringendomi ad alzarmi per affrontare un nuovo giorno di scuola.
Una volta vestita scesi al piano di sotto dove, come al solito, il mio padrino dormiva sul divano ancora con una bottiglia di Birra tra le mani che stringeva al petto come se fosse a lui la cosa più preziosa.
Presi lo zaino e mi diressi verso la porta che chiusi lentamente per evitare di fare troppo rumore.
Durante il tragitto per la Fermata del bus pensai al mio passato ma principalmente ai miei genitori morti durante un incidente stradale, e ai numerosi abusi da parte di quel bastardo alcolizzato del mio padrino che subivo da oramai troppo tempo.
Senza che io me ne fossi accorta piccole gocce salate circondarono il mio viso pallido.
Arrivai alla fermata dove, dopo aver aspettato pochi minuti arrivò l'autobus su cui salii.
Poco dopo il mio arrivo mi accorsi di non essere sola,infatti, erano presenti con me alcuni ragazzi che purtroppo riconobbi nei bulli della mia scuola che tutti i giorni avevano come abitudine quella di infastidirmi.
Uno di loro mi si avvicinò a passo sicuro mentre io avevo già tirato fuori dalla tasca le mie cuffiette e avevo iniziato ad ascoltare la musica.
X="Hey sfigata perché non vai ad infestare un altro autobus? Qui ci siamo io e i miei amici che non intendono condividere lo spazio"Amy="Senti, non sto facendo nulla di male ma soprattutto non sto importunando ne te ne i tuoi amici, quindi se vuoi scusarmi io starei ascoltando la musica. Grazie"
X="Posso sapere da dove lo hai tirato fuori tutto questo coraggio sfigata? Sai una cosa? Te ne pentirai presto"
Amy="SCUSA NON TI SENTO". Dissi in modo sarcastico
X="La metti così he... tutte le volte in cui ti ho pestato non ti sono bastate, se ne volevi ancora potevi anche chiedere".
Disse per poi andarsene.Arrivata a scuola mi diressi a passo svelto in classe dato che ,oltre ad essere in ritardo, non avevo voglia di incontrare quei ragazzi del bus.
Entrai nell'edificio e mi diressi verso la mia classe dove mi sedetti all'ultimo banco come sempre.
Il professore di matematica entrò in classe e iniziò la lezione che poche persone stavano seguendo mentre gli altri erano troppo occupati a scrivere sui banchi e guardare fuori dalla finestra.
Due ore passarono, e arrivò la ricreazione .
Decisi di andare a mangiare in terrazza per evitare di essere picchiata per l'ennesima volta da quei ragazzi di cui non conoscevo neppure il nome.
Dopo la ricreazione rientrai in classe
dove passai le restanti tre ore nella quale dominava la noia più totale.Suonata l'ultima campanella presi le mie cose, per poi incamminarmi verso il bagno per lavarmi il viso e cercare di svegliarmi prima di uscire.
Arrivata in bagno mi lavai il viso e rimasi a guardarmi allo specchio per svariati minuti, mentre i pensieri sui miei genitori vagavano nella mia mente.
Una volta sveglia da quella specie di stato di trans mi avviai verso la porta principale dove non cera nessuno, o almeno così pensavo.
Subito notai dietro la porta quei ragazzi, erano vestiti di nero con una felpa che copriva i loro volti.
Cercai di evitarli correndo fuori dall'edificio dopo aver sbattuto forte la porta per la fretta.
Per un attimo avevo creduto di farcela, ma questo pensiero svanì quando sentii un sasso colpirmi una caviglia e farmi rotolare sul suolo per tre volte, data la velocità con cui correvo.
Quando mi raggiunsero, due di loro mi bloccarono mentre il terzo mi. diede un pugno nello stomaco facendomi sputare sangue.
Continuò a prendermi a calci e pugni mentre mi insultava dandomi della puttana, stupida, incapace, idiota e qualsiasi insulto gli passasse per la testa.Dopo numerose ginocchiate nello stomaco,però , si stufò e prese dalla tasca un coltellino che tenne stretto nella mano destra mentre con la sinistra mi teneva il viso verso l'altro.
Avvicinò il coltello alla mia tempia per poi fare un taglio che finiva sul labbro.
Approfittai della vicinanza e gli tirai un calcio nello stomaco facendolo sdraiare al suolo.
Subito i suoi amici cercarono di soccorrerlo lasciandomi le braccia che prima tenevano strette.
Io caddi a terra ma subito mi rialzai e scappai dal cortile della scuola per dirigermi nel bar più vicino dove mi sarei Nascosta.
Corsi a perdifiato mentre quei ragazzi infuriati mi seguivano urlando.
In quel momento sentivo il sangue scendere dal mio viso e gocciolare sul collo della mia maglia bianca, il battito veloce del mio cuore rimbombare nelle orecchie e il dolore causato da i loro colpi.
Non volevo tornare a casa perché avrei dovuto sicuramente subire altri abusi e insulti da parte del mio padrino che sicuramente sarebbe stato già ubriaco.
Riuscii a seminarli infilandomi in un vicolo dove mi appoggia i al muro per poi sedermi strofinando la schiena su di esso.
Sentivo dolore ovunque accompagnato dal sangue che si mescolava alle lacrime e al mio respiro pesante.
Rimasi li per ore cercando di far passare leggermente il dolore e pensando a cosa fare ma soprattutto dove andare.
Cercai più volte di alzarmi senza riuscire mai nell'intento .
Non potevo più vivere in quel modo perché ogni giorno più che cercare di vivere era una lotta continua per sopravvivere... Non ne potevo più volevo solo scappare via dimenticarmi di tutto e non tornare mai più...
Decisi in quel momento che sarei scappata di casa per recarmi nel posto più lontano possibile... Il problema era dove.
Pensai ad occhi chiusi per ore per poi riaprirli di scatto pensando a Christine una mia amica d'infanzia che vive attualmente a Daegu, in Corea del sud.
Presi il mio cellulare che era rimasto tutto il tempo nella mia tasca e avevano colpito a tal punto da rompere il vetro e scrissi a Christine:
Amy;"mandami il tuo indirizzo... Sto arrivando"
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~HOSTAGE~
HorrorAmy Lee sembra una ragazza come tante che in realtà nasconde un passato pieno di sofferenze , bugie e dubbi che le verranno confermati da 7 ragazzi in un luogo in cui sarà costretta a restare a Causa degli atti irresponsabili e malvagi di...