Mine...

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ATTENZIONE: questa storia non è mia, ma di UN'AUTRCE molto brava di Efp che mi ha dato il permesso di pubblicarla qui.

DARCY'S POV

Avevamo passato tutta la mattina in palestra.

Era rimasto stupito dopo aver visto tutta la forza che ero riuscita ad usare, ma cosa si aspettava? Niente forza? Ne sono sicura.

Di sicuro lui pensava che mi sarei fatta male dando il primo pugno. Mi sarei subito fermata tenendo il polso dal dolore.

Ma lui non sapeva che venivo picchiata e non sapeva che loro per difendermi avevano provato ad insegnarmi tecniche di difesa, e a 'combattere'.

Però, non avevo mai reagito. A volte mi difendevo ma, niente di più. Anche se avessi reagito tutte le volte che mi picchiavano, loro avrebbero continuato a farlo.
Anzi, forse li avrei spinti a farmi più male, fino ad uccidermi.

Mi hanno sempre sgridata per non aver mai reagito, ma loro non potevano capire. Loro non capivano che mi sarei solamente messa più nei casini.

Non avevano pietà: mi picchiavano fino allo sfinimento.

Delle volte, fino a che non avevano male alle mani per i pugni che mi tiravano, non la smettevano, e io potevo solamente contorcermi dal dolore.

Mi ero divertita con lui.

Avevamo anche provato a combattere sul ring, ovviamente lui non usava tutta la forza che aveva, mentre io si. Ma non riuscivo a fargli neanche un graffio.

Aveva provato ad insegnarmi delle mosse e delle difese che conosceva, e poi abbiamo provato a fare un 'incontro', per quanto lo possa essere stato, tra "uomo e 'mini donna'", come aveva detto lui.

Aveva vinto lui, ovviamente.

Finito, ci siamo dati una sistemata e siamo andati via..

Eravamo in un centro commerciale, per fare un giro. Mi aveva preso un frappè alla fragola che accettai subitissimo.

Era un giornata... padre e figlia? Anche se è un mese che sono da lui non l'ho più chiamato 'papà', dal primo giorno che ero arrivata, ma lui non sembrava darci tanto peso, e ne ero felice.

Non che non gli volessi bene, ma era un po' strano per me chiamarlo papà, non avendolo avuto con me per dodici anni, e sono sicura che anche a lui è ancora strana questa situazione.

Meglio non dire niente per ora.

Continuavamo a farci domande su di noi, per conoscerci meglio. Facevamo ogni tipo di domanda, anche quelle più personali.

"Ok, ok. Allora. Nome completo?", gli chiesi, continuando a bere il mio adorato frappè.

Notai che spalancò gli occhi alla domanda. Risi nel vedere la sua reazione.

"Dai, dimmelo", continuai, capendo che non avrebbe voluto dirmelo.

Lui scosse la testa.

Difficile Styles. Ecco da chi ho preso. Pensai tra me e me.

"Oh, andiamo!", lo implorai. Lui era indifferente. "Se ti dico il mio, poi tu mi dici il tuo?", chiesi sperando in un 'si'.

Lui ci pensò un attimo per poi annuire.

Sorrisi.

"Ok. Il mio nome completo è Darcy Anne Styles", gli dissi.

Lui mi fissò.

Cosa? Cos' ha da fissarmi?

Cercai di ignorare il suo sguardo, spostando il mio alle vetrine di vestiti che mi circondavano, e alle persone intorno a noi.

Born from a mistakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora