Like a Seesaw {Yoonmin/Taekook}

Drastico

Il tempo trascorse più velocemente del previsto tra impegni vari, concerti, silenzi pesanti tra Jeongguk e Taehyung e litigate non propriamente leggere tra Yoongi e Jimin, che era finito per spiegargli la situazione con Jeongguk.

Esattamente come ovvio, il maggiore non l'aveva presa bene, e la sera stessa in cui Jimin gli parlò si rinchiuse tutta la notte nel proprio studio come il bastardo geloso e orgoglioso quale era, trovando nella soluzione di Jimin più stupidità che ingegno.

Jimin, invece, seppur si fosse ostinato a non dire nulla a Jeongguk, aveva richiesto esplicitamente la sua compagnia, passando la serata con lui a chiacchierare del più e del meno.

Non aveva osato chiedere a Taehyung, nonostante fosse il suo migliore amico: ciò che stava facendo con Jeongguk, anche se a fin di bene, lo faceva sentire in colpa nei suoi confronti, e non si sarebbe sorpreso se alla fine Taehyung ce l'avesse avuta con lui.

Per quanto riguardava quest'ultimo, egli aveva passato la serata a corrodersi dalla gelosia sia nei confronti di Jeongguk che di Jimin: il suo migliore amico aveva preferito stare col suo fidanzato che con lui e viceversa, e ciò lo aveva reso triste, facendogli seriamente chiedere se avesse qualcosa di sbagliato, se fosse così facile essere sostituito, scartato, messo da parte come fosse nulla.

In quel periodo la sua mente aveva imparato a ingigantire oltremodo qualunque messaggio verbale o fisico percepisse, creando in lui uno stato perenne di paranoia, ansia e confusione mentale alquanto... insistente.

Insomma, era come avere le pulci nelle orecchie, e da quel giorno tutto era cambiato.

Si sentiva sbagliato.

Fu per questo motivo che le ore passate in palestra a provare si moltiplicarono, la sua voce divenne graffiata e raschiante per le innumerevoli volte che aveva cantato a squarciagola, cercando di dimenticare quella sensazione di vuoto che opprimeva violentemente il suo petto.

E, infine, l'inevitabile accadde... sotto gli occhi di tutti.

Avevano da poco iniziato le prove delle coreografie, iniziando da Save Me, e quel giorno Taehyung si sentiva particolarmente stanco: certo, provando tutti i giorni ormai non conosceva più la sensazione del sentirsi fresco come una rosa, ma le sue gambe sembravano voler cedere sotto il peso del continuo sforzo con fastidiosa particolarità, stessa cosa per le palpebre che null'altro volevano se non chiudersi per un periodo indeterminato di tempo, bisognose di riposo.

Come al solito da una settimana e mezza a quella parte Taehyung ignorò quei segni, mettendosi in posizione.

Era un occhiolino quello che Jeongguk aveva fatto a Jimin?, si allarmò in maniera preoccupante guardando il maknae, ferito. In realtà era solo entrato del pulviscolo nell'occhio di quest'ultimo che aveva poi strofinato via, ma Taehyung non ci fece caso.

Le prime note partirono, e Taehyung sorrise malinconicamente, pensando a quanto in quel momento rispecchiassero le condizioni della sua anima.

Voglio respirare, odio questa notte
Voglio romperlo ora io odio i sogni
Sono bloccato in me e sono morto.
Non voglio essere solo
Voglio solo essere tuo

Si sentiva in apnea, in sospeso su un filo del rasoio. Attendeva la sua luce, sperava per delle risposte su come risolvere quella situazione, ma riusciva solo a pensare a quanto gli mancasse premere le labbra contro quelle piccole e delicate del suo Kookie, stringerlo forte, fare l'amore con lui.

Ma era ancora davvero suo?

Perché è così buio e buio?
È pericoloso
Non riesco a prendermi.

Quant'era bella la voce del suo Kookie... gli mancava passare le serate tra le sue braccia, coccolandosi con lui, mentre gli cantava qualche tenera canzone d'amore.

Ciò che Jeongguk non aveva mai capito era che Taehyung avrebbe preferito anche un singolo bacio di Jeongguk a tutte le serate passate con Minho, le chiacchiere, le risate e l'alcool non avrebbero mai battuto neanche un semplice sorriso del suo tenero e possessivo fidanzato.

Certo, erano pensieri sdolcinati quelli che stava facendo, ma preferiva tutta quella sconfinata dolcezza a quella solitudine così oscura, tetra, fredda come il marmo che aveva invaso la sua mente da quando aveva discusso con Jeongguk.

Ascolta il mio cuore
Mi chiami dalla mia testa.
In questa oscurità nera
Resti così

La sua voce uscì flebile e raschiata, quasi inudibile con la base sotto.

A Jeongguk parve di vedere delle lacrime brillare sul suo volto pallido e scavato, ma scambiandole distrattamente per sudore non ci fece caso, continuando a ballare.

Dammi la mano
Ho bisogno del tuo amore prima che io cada, cada
Dammi la mano
Ho bisogno del tuo amore prima che io cada, cada

Dammi la mano
Dammi la mano

Salvami, salvami

E Taehyung crollò a terra, inciampando nel suo stesso copioso sudore, causando delle esclamazioni preoccupate da tutti, compreso Jeongguk. La musica si stoppò qualche secondo dopo mentre lui cercava di rassicurarli sul fatto che stesse bene, seppur la caviglia gli stesse pulsando violentemente, così come la testa.

Si mise a gattoni, a fatica, senza avere il coraggio di provare ad alzarsi per paura di cadere nuovamente.

Jimin gli si avvicinò preoccupato e si inginocchiò al suo fianco. << Tae, dovresti riposarti. Sembri stanchissimo diamine, persino ammalato... >> constatò, scostando dei ciuffi di capelli dalla sua fronte.

Seokjin si chinò verso di lui, sollevandolo delicatamente per aiutarlo a mettersi seduto vicino a un muro. Yoongi gli lanciò una bottiglia d'acqua, che Seokjin prese goffamente, e gli fece segno a Tae di berne un po' con un sorriso gentile, che il minore ricambiò stancamente.

Lo ringraziò con lo sguardo, ricacciando indietro le lacrime che premettero contro i suoi occhi quando vide lo sguardo neutro e inespressivo di Jeongguk, dapprima puntato sul suo e poi abbassato per terra.

Non provava nulla, glielo aveva appena detto con quel gesto.

<< Vado... v- vado un attimo in bagno. >> balbettò con voce bassa alzandosi repentinamente, barcollando, e senza dare tempo agli altri di replicare uscì dalla stanza, scoppiando a piangere non appena scomparì dietro un angolo del corridoio.

Faceva male.