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Capitolo 5

«Tutto bene, tesoro? È da quando sei arrivata che ti vedo un poco agitata.» esclama mio padre, seduto davanti a me in un ristorante sul lungomare, scrutandomi attentamente con i suoi occhi azzurri, identici ai miei.

«Sì, papà, non preoccuparti. Ho avuto a che fare con uno stitico che mi ha fatto un brutto scherzo.» rispondo, arrotolando nella forchetta gli spaghetti alle vongole per lasciarle poi ricadere nel piatto.

«Stitico?» fa lui, lanciandomi un'occhiata perplessa.

«Lasciamo stare.» replico con una smorfia.

«Chi è? Ci devo parlare? Spero sia un probabile fidanzato.» aggiunge mentre torna ad infilzare un pezzo di sarda a beccafico.

Roteo gli occhi davanti alle sue parole. «No, non è un presunto fidanzato.» rispondo, rabbrividendo solo nell'immaginarmi come presunta compagna di un tipo come quello. «E no, non ci devi parlare con nessuno. L'ultima volta che l'hai fatto mi sono ritrovata con una proposta di matrimonio.» gli ricordo prontamente, facendo un'altra smorfia al ricordo di Massimo, il mio ex, che ho lasciato proprio nella sera in cui mi ha chiesto di sposarlo.

Siamo stati fidanzati per due anni, l'ho conosciuto allo stage per segretari che abbiamo frequentato insieme, ma durante gli ultimi mesi della nostra relazione, i sentimenti che nutrivo per lui erano scemati d'intensità.

Nello stesso giorno in cui avevo deciso di lasciarlo, lui mi ha sorpresa con una cena a lume di candela. Il momento è stato abbastanza imbarazzante, però non potevo continuare a fingere che stare con lui mi rendesse felice perciò ho fatto l'unica cosa giusta da fare per il bene di entrambi.

Massimo ci era rimasto malissimo, tanto che in seguito ha provato diverse volte a riconquistarmi, fino a quando non ha capito che non sarei mai ritornata sui miei passi e si è arreso.

Ora so che è felicemente fidanzato con una ragazza di Palermo, la città in cui vive e lavora. Siamo amici su Facebook e qualche volta ci scambiamo qualche like. Nulla di più.

«Andando di questo passo credo che non parlerò mai più con un tuo fidanzato. A me Massimo piaceva.»

«Solo perché suo padre ti faceva entrare allo stadio gratis.»

«Anche. Ma non solo per questo. Ti vedevo meno stressata quando stavi con lui.»

«Siamo venuti qui per parlare della mia vita sentimentale o perché avevi qualcosa di importante da dirmi?» replico fin troppo agitata.

Quello che è successo alcune ore fa con lo stronzo mi ha scossa non poco, ma dall'altra parte sono felice che sia andata così. Uno scherzo di pessimo gusto il suo, ma almeno non dovrò fare un mutuo per poter pagare quella cifra che tutt'ora mi fa venire i brividi.

«E comunque, sei l'unico uomo che conosco che spinge la propria figlia a fidanzarsi. Ma che fine hanno fatto i padri che sequestrano le loro bambine pur di non permetterle di uscire con un ragazzo?»

«Non sono mai stato un papà all'antica e lo sai. Ti ho sempre permesso di fare le tue esperienze.»

«Questo è vero.» sorrido. «Però ora sputa il rospo. Voglio sapere perché siamo qui.»

Papà smette di mangiare e deglutisce con fatica. Appoggia la forchetta sul tavolo, poi sorseggia un po' di vino bianco prima di tornare a guardarmi.

«Agata è incinta.» dice tutto d'un colpo, abbassando subito lo sguardo sul suo piatto quasi vuoto.

La mia mascella cade a terra, rotolando sul pavimento fino a fermarsi accanto alle bruttissime ballerine di camoscio della signora accanto al nostro tavolo.

IL MIO CAPO È UN IDIOTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora