La mattinata passo velocemente, era arrivata in ritardo, in facoltà doveva sbrigare delle faccende prima che riniziasse il corso.
Il pomeriggio tornata a casa trovò un post-it sulla porta. Che strano, magari un suo vicino doveva dirle qualcosa.
In quel palazzo non conosceva molte persone se non la signora del suo pianerottolo, era una signora un po' in carne sui 40 anni, era simpatica un po' contro i giovani ma pur sempre una brava persona. Staccò il bliglietto e lo lesse, era una frase scritta con perfetta calligrafia:
'vorrei conoscerti quando è mattino, dirti la sera "ti prego spegni la luce"
Vorrei svegliare con te il mio vicino per il casino e non dargli mai pace'
Era una frase del nuovo album di ultimo ,ma chi aveva mai potuto scriverla?
Mentre stava aprendo la porta però quella della sua vicina si spalancò.
La signora Caterina uscì, indossava un grembiule da cucina con dei cagnolini stilizzati.
Cris:Salve signora Caterina.
Caterina: Cristal,buon giorno. Ho saputo che tua sorella non vivrà più con te.
Cris: Già... è una decisione che ha preso mio padre.
La donna era triste, infondo era un po' la loro mamma, se stavano male ci pensava lei e questo la gratificazione un po' dato che non aveva mai potuto avere figli.
Caterina:mi spiace. Che ne dici se oggi pranzi con noi?
Cris: È tornato suo marito?
Catarina:No, Francesco è ancora a Torino per lavoro, ma c'è mio nipote,il figlio di mia sorella.
Cris:Oh va bene. Lascio un attimo la borsa e arrivo.
Detto ciò la ragazza sotto lo sguardo attento della vicina aprì la porta, entrò in soggiorno e lasciò la borsa sul tavolo, prese il telefono che posizionò nella tasca posteriore dei jeans e legò i capelli in una treccia.
Prese le chiavi ed uscì, lei era ancora lì sulla porta ad aspettarla, non sapeva che avesse un nipote, effettivamente non parlavano molto o meglio lei la evitava, Caterina trovava sempre il modo di sgridare Cris per una cosa non fatta bene, farle notare che magari era una frana in cucina, o che non riusciva a gestire tutto da sola; ma infondo questo lo sapeva già, solo era dura da ammettere, è sempre stato duro ammettere di non poter fare tutto, avere paura di volare perché forse si può fallire e cadere un po' come i pulcini.
Il pranzo passò tranquillamente, Luca il figlio della sorella di Caterina era simpatico, un ragazzo un po' robusto con i capelli neri pece come sua zia e gli occhi castano scuro, era simpatico, faceva il quarto anno di Liceo. Seguiva molto lo sport e a pranzo non faceva altro che parlare di quello anche se le due non capivo niente, sorridevano e annuivano fino a quando ad un punto della conversazione toccò un tasto dolente.
Luca: ed ecco come io e Luciana ci siamo lasciati. Tu invece Cristal? Come va, hai trovato "quello Giusto"?
Cris non sapeva come rispondere, non aveva rapporti con il genere maschile da una vita, l'ultima relazione non era finita bene ma non ne aveva parlato con nessuno se non con Filippo e Kate; strano a dirsi ma con uno sconosciuto si sentiva più libera di parlare, di esprimersi senza aver paura di essere giudicata anche se quello sconosciuto era lui, sapeva che cambiava qualcosa ma non sapeva cosa, solo era bello parlargli, forse anche troppo.
Caterina: Allora?
Cris:Al momento preferisco stare sola, ho preso un periodo per me stessa e lo studio.
Luca semplicemente annuì capendo il disagio della bruna, mentre la donna coi capelli leggermente lunghi spostandosi una ciocca disse.
Caterina:E io che speravo che il giovane alla tua porta fosse il tuo ragazzo.
Cris:I-Il giovane alla mia porta?
Sulla faccia di Cris si spiaccicò una smorfia sorpresa, quindi quel post-it non lo aveva lasciato Kate, o uno del condominio. Infondo sperava fosse solo una persona ad averlo lasciato ma non ci sperava più di tanto,aveva fatto di tutto per camuffare la sua voce di sicuro non andava a trovarla.
Caterina:Certo, era molto bello. I capelli castano chiaro, occhi magnetici, bel sorriso. Mi ha anche salutata.
Cris:E com'era la sua voce? *Chiese sporgendosi leggermente di più verso di lei, poggiando i gomiti sul tavolo*
Caterina:Non saprei non ci ho fatto caso, come mai tutta questa curiosità?
Cris: oh niente.
Il telefono della bruna aveva iniziato a suonare ripetutamente mentre continui messaggi le arrivavano eppure non ne capiva il motivo.
Cris: Comunque grazie del pranzo *disse alzandosi spostando la sedia* ora però devo proprio andare.
Dopo aver salutato i due ed essersi buttata sul letto aprì l'app dei messaggi.
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Sospirò notando l'ultima notifica, la quale aprì per prima, non si aspettava un suo messaggio infondo non si ricordava nemmeno avesse il suo numero.
Da Satana:
Tuo padre insiste per averti a pranzo domenica prossima, per l'anniversario. Sinceramente non ti vorrei mai in casa nostra ma ha deciso così, sinceramente non vorrei è anche festeggiare un anniversario di questo tipo.
La ragazza rise leggendo quel messaggio, odiava quella donna che aveva fatto allontanerà suo padre da lei e sua sorella, odiava come parlasse di sua madre, come se fosse morta o scomparsa. Domenica prossima saranno ben dieci anni che si sono separati, sua madre Bhe lei adesso è rinchiusa in un ospedale psichiatrico per troppi porblemi e di sicuro il padre di Cris non vuole averci niente a che fare.
Da KitKate:
Splendore, guarda un po' le storie di un ragazzo figo.
Da KitKate:
Cristal sei viva? Non dirmi che sei morta all'università ti prego.
Da KitKate:
Comunque ero riferita a Irama prima, sai che canta anche ultimo?
Da KitKate:
Solo che ormai non c'è più come storia, aveva cantato questa frase:
Ma non è facile neanche difficile forse impossibile sicuro instabile, ma poi mi parli dei tuoi drammi e due tuoi genitori ,che sono assenti e non li vedi da anni migliori.
Da KitKate:
Esatto è cascare nei tuoi occhi. E acciderbolina se la canta da dio. Comunque iniziò a preoccuparmi seriamente , ti chiamo se non rispondi tra poco.
Aveva cantato la stessa canzone del bigliettino, che strano, sarà una coincidenza, strana e impossibile coincidenza ma infondo sarebbe bello pensare che lo aveva scritto lui nonostante una cosa utopistica.
Ora mancavano solo i suoi messaggi.
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Torna prima di domani •|Irama Plume|•
Short Story[COMPLETATA] Passava ogni giorno davanti alla sua finestra, l'ascoltava parlare con sua sorella, ridere,cantare...ed era molto brava in quello. eppure non l'aveva mai vista se non di sfuggita. E se un giorno un anonimo iniziasse a scrivere a questa...