Capitolo 13

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[Opinione esterna]

Chi è davvero Christophe Sherwood?

Colton avrebbe sicuramente affermato di conoscere Christophe se glielo avessero chiesto, stavano insieme già da parecchi mesi e avevano passato ogni loro istante mano nella mano beandosi del loro paradiso terrestre il più a lungo possibile.

Ma era davvero così, Colton conosceva davvero il suo ragazzo?

Bhe, non è così, io posso dirlo perché io conosco bene quel moro dagli occhi taglienti, meglio di quanto chiunque possa immaginare.

L'anno precedente, quando ancora frequentava la scuola superiore in Francia era molto di verso da come si pose il suo primo giorno di scuola in America; tutti lo conoscevano e sapevano che c'era sono una cosa che potevi fare se non eri me ed era stargli alla larga.

Era molto solitario e silenzioso, percorreva sempre i corridoi dell'edificio scolastico senza parlare immerso nella sua musica e abbracciato dalle sue felpe nere che gli cingevano perfettamente il busto.

Appariva come un normale liceale a cui non piaceva fare amicizia con le persone o condividere anche sono qualche parole con i suoi coetanei ma la verità era molto diversa...quel suo perenne silenzio era dovuto alla rabbia che impetuosa si infrangeva violenta nelle rive del suo cuore turbato e si rifletteva in quei taglienti occhi ghiaccio.

Nella scuola iniziò a circolare una diceria messa in giro da uno dei bulli, l'ennesimo sciocco che non sapeva in cosa si stava cacciando, una storia sullo sguardo freddo e spaventoso che caratterizzava Christophe.

"Si vous le regarde dans les yeux le mort vous porte dans l'enfer" che tradotto sarebbe "Se lo guardate negli occhi la morte vi poterà nell'Inferno" una storia piuttosto stupida e quasi infantile per un bullo, ma pur sempre un gesto contro il tenebroso Sherwood.

La reazione non arrivò subito, ma arrivò, fu come quella tempesta che arriva silenziosa, senza destare sospetti e quando meno te l'aspetti, quando non sei preparato si sfoga su di te senza lasciarti via di scampo.

Nessuno sa cosa successe, nessuno lo sa con certezza esclusa me, io lo so, eppure tutti sanno, sospettano ma nessuno dice.

"Ragazzo di diciassette anni trovato in un vicolo della città in gravi condizioni e pieno di lesioni; sono state trovate tracce di stupefacenti nel sangue della vittima che è stata urgentemente portata in ospedale, le sue condizioni sono critiche." fu quello che c'era scritto sul giornale quando colui che aveva sparso la voce non era a scuola, tutti guardarono Christophe che camminava senza curarsi di chi lo fissava o che gli urlava contro che era un mostro, tutti pensavano fosse colpa sua.

"La vittima ritrovata qualche giorno fa è entrata in coma e i medici dubitano riaprirà gli occhi a causa delle lesioni cerebrali. Si sospetta una guerra fra gruppi mafiosi dato il tatuaggio sul suo braccio destro e le sostanze stupefacenti trovate nella sua stanza dopo un'approfondita perquisizione, solo lui sa cosa è successo quella notte." ecco il secondo articolo di giornale che riguardava quel ragazzo, ma non era esatto, non solo lui sapeva quello che era successo quella notte.

Io lo sapevo, sapevo bene che a ridurlo così era stato il mostro, era stato Christophe a raccontarmi del mostro che si portava dentro, come una sorta di parassita che si nutriva del suo odio e del suo dolore.

Quel mostro non era altro che il contorto modo del corvino di affrontare la perdita della madre, il bullismo, i maltrattamenti subiti dal padre e dal fratello e la sua solitudine, quel mostro lo aveva reso diffidente e poco socievole, lo aveva cambiato.

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