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Noah's pov

Uno sguardo, un solo sguardo è bastato per farmi rincoglionire totalmente. Il primo giorno di scuola, vado a sbattere al muro fissando il belloccio della V B, qualche risata in sottofondo completa la figuraccia.

-Noah?- Il mio amico mi scuote ridendo:"Ti stavi scopando la tipa di Andrea Bellini con gli occhi."

-Co...come si chiama?- Chiedo ancora confuso, lui fraintende dicendo:"Valeria Russo Valentino. Se quello se ne accorge ti ammazza di botte."

Mi volto a fissare il moro poggiato allo stipite della porta: ha un braccio muscoloso intorno al collo della sua ragazza, una giacca nera su una t-shirt rossa, un riccio ribelle gli cade sul viso, sottolineando la sua espressione quasi persa; i suoi amici che intanto chiacchierano e scherzano, ma lui sembra essere altrove.

«Chissà a cosa pensa...»

Sentendosi forse osservato, il ragazzo fa scorrere lo sguardo sul corridoio, fermandosi  su di me e squadrandomi  dalla testa ai piedi; imbarazzato, mi volto e trascino via Gabriele con tutta la noncuranza di cui sono capace.
Al suono della campana, l'insegnante entra in classe, facendo tacere il brusio, mi preparo a tre ore di pura noia tra religione, fisica e matematica.
~~~~~

Cerco di concentrarmi sulla lezione e sulla spiegazione, anche se è più che altro un ripasso; a poco a poco il mio pensiero si sposta sul moro di stamattina.

«Come ha detto che si chiamava? Alex? No, Andrea. Credo si chiami Andrea. »

«Che tipo...»

Una spinta mi riporta alla realtà, la mia compagna di banco mi ha tirato una gomitata, il professore di matematica ora mi guarda male e mi chiama alla lavagna per risolvere un esercizio; prendo il gessetto e guardando quel groviglio di lettere e numeri, inizio ad agitarmi.

-Avevo ragione, eri disattento. Vai fuori! Visto che la lezione non è di tuo gradimento, esci dalla classe!-

È diventato paonazzo, non mi sogno nemmeno di ribattere, così esco subito dalla classe e mi dirigo fuori.
Faccio un giro e vado alla macchinetta, che dovrebbe trovarsi vicino alle scale che portano al primo piano.

Prendo una confezione di biscotti e mi volto con l'intenzione di andare a
mangiarli da qualche parte.
Dei versi attirano la mia attenzione e tendendo l'orecchio, mi accorgo che vengono dalle scale che portano giù in palestra.

-Adesso non scherzi più vero?-
Una voce minacciosa, bassa e molto arrabbiata.

Scendo qualche gradino, svoltando a destra mi trovo faccia a faccia con Andrea, tiene premuto il viso di un ragazzo al muro con una mano e con l'altra gli tiene le mani dietro la schiena.

-Che hai da guardare, moccioso?-

Dice voltandosi, un brivido mi attraversa e il sangue si gela nelle vene.

-Lascialo stare.- Dico mentre il terrore si impossessa di me.

Andrea's pov

Lascio andare il ragazzo, mi ha fatto perdere troppo tempo, lo afferro per la maglia:"Se lo rifai ti riduco così male che nemmeno tua madre ti riconosce."
Gli soffio minaccioso faccia a faccia, ripensando all'episodio e questo corre via spaventato.

-Allora, cosa vuoi farmi?-
Chiedo all'altro ridendo derisorio e portando le mani ai fianchi, il ragazzo mi guarda con occhi pieni di terrore.

-Io...-

Arrossisce fino alla punta delle orecchie, quasi mi metto a ridere per quanto è buffo.
Mi avvicino sempre di più, mano a mano diventa rosso in viso:"Tu fai cosa?"

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