Capitolo 43

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La giornata sembra proseguire in modo molto lento e noioso. Fuori nevica e quindi non possiamo uscire per andare a visitare il resto della Spagna. Oggi dovevamo affrontare il viaggio per andare in Andalusia, ma a causa della neve non abbiamo potuto prendere l'aereo. I taxi sono bloccati e in città non c'è nessun movimento.

Pochi negozio sono aperti, solo gli alimentari e l'hotel straripa di gente che si annoia e non sa come uccidere il tempo. C'è chi gioca a golf e chi rimane in camera come me e Tommaso. Altri invece fanno conversazione nei divanetti dell'hotel o nella sala ristorante.

Io e Tommaso siamo rimasti in camera a guardare la televisione davanti a un'abbondante colazione che abbiamo mangiato durante tutta la mattina.

La noia prende come al solito il sopravvento e fa si che ci addormentiamo abbracciati sul letto matrimoniale sotto le coperte che ci mantegono caldi anche se non ce ne è di bisogno. Bastano i nostri corpi a riscaldarci come delle stufe portatili.

Arriva la sera e io e Tommaso siamo ancora abbracciati. Qualche volta ho provato ad alzarmi, ma era un'impresa impossibile visto che Tommaso è avvinghiato al mio corpo. Sono sicura che appena mi alzerò avrò dei forti giramenti di testa.

Ormai sono passate un paio di settimane dalla nevicata e io e Tommaso abbiamo continuato a viaggiare per la Spagna: Andalusia, Barcellona e siamo persino arrivati alle isole più importanti: le Canarie e le Baleari, quest'ultime le mie preferite visto che si trovano nel mar Mediterraneo.

Ricordo ancora Tommaso che mi ha costretto a fare il bagno nel freddo Gennaio della penisola Iberica.

Di sotto indossavo il costume, ma non mi volevo spogliare. Avevo solo voglia di stare attaccata a Tommaso sulla spiaggia, ma sono stata costretta a spogliarmi.

Io e lui eravamo gli unici pazzi a farci il bagno il ventisette Gennaio. Non c'era nessuno, neanche i gabbiani che secondo me preferivano morire dalla fame anziché immergersi in quelle acque fredde che ti avrebbero fatto diventare un cubetto di ghiaccio.

-E dai fifona tuffati sennò ti vengo a prendere io e sai che non ci sarà scambo in quel momento!- gli faccio una smorfia e mentre noto che sta facendo dei movimenti alquanto sospetti. Infatti si stava affrettando ad uscire dall'acqua.

Mi venne allora automatico indietreggiare fino a scappare, ma ciò non servì a niente perchè mi prese per la vita facendomi quasi cadere. Mi prese in braccio stile sposa e mi portò dentro l'acqua.

A primo impatto volevo ucciderlo per il contatto freddo con l'acqua, ma poi mi rilassai sotto il suo tocco da maestro.

Mi toccava da tutte le parti per farmi il solletico e io ridevo come una pazza da ricoverare.

Il mio cuore impazziva di gioia e io con lui. Anche se fuori era inverno io mi sentivo felicissima e dentro di me stavo scoppiando dal caldo tanto da diventare rossa in viso.

-Ehi principessa non mi dire che adesso senti caldo eh?!-

-Ma no ahahah è colpa tua se sento così caldo amore!-

-Mi piace vederti sorridere e principalmente impazzisco se quel sorriso lo provoco io!-

-Ti amo!-

-Ti amo!-

Il risultato di quel magico momento? Ci ritrovammo tutti e due, l'indomani mattina, con la febbre a trentanove, quasi quaranta e non sapevamo come curarci prima.  

Siamo rimasti una settimana a letto nel nostro hotel a coccolarci e a dormire tutto il giorno. Tommaso che non riesce a frenare i suoi istinti di fame mi ha costretta a mangiare contro il mio volere una pizza e per questa sua decisione si è ritrovato pieno di vomito.

Di come era rimasto inorridito quel giorno, pur di non dormire con me, dormì per terra al freddo.

Ridemmo tutto il tempo della sua decisione e del mio piccolo incidente e tutt'oggi non riusciamo a smettere di ridere a quei ricordi così imbarazzanti.

Ed eccoci qua nuovamente all'aereoporto dopo tutti questi meravigliosi momenti. Pronti a soffrire di nuovo e a separarci.

Sono passati due mesi, due mesi di passione, dolcezza e amore che presto dovranno svanire.

-Comunque vada sappi che ti amo!- dice Tommaso svegliandomi dai miei pensieri poco prima dell'atterraggio. Adesso sto piangendo nonostante stia cercando di trattenere le lacrime ma invano.

-Anche io ti amo!- ci scambiamo, forse, l'ultimo bacio. Un bacio dolce che non voleva cessare di esistere. Non un bacio come tutti gli altri, ma un bacio pieno di amore, nostalgia e dolcezza.

Alla ricerca del mio angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora