XXI.

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Isabella e Francisco erano tornati insieme da nemmeno due giorni ed erano già di nuovo inseparabili, con Isco jr. formavano già una famiglia e lei giocava col bambino come se fosse davvero sua madre.
La ragazza iniziava a prendere dimestichezza con i bambini e le piaceva tantissimo portarlo in giro e farlo ridere mentre Francisco si godeva quella visione con tanta felicità in corpo, lui stesso pensava di non essere mai stato così felice, nemmeno dopo aver vinto la Champions League che considerava fino a quel momento il suo punto di massima felicità.
Quella mattina era l'ultima che avrebbero passato insieme, il giorno dopo Francisco sarebbe ripartito insieme al figlio per Madrid e ancora con Isabella non aveva affrontato il discorso di un possibile trasferimento, come lei non aveva nemmeno accennato alla gravidanza.
Isabella si incontrò con il fidanzato proprio sotto casa sua e non appena lo vide lo abbracciò unendo subito le loro labbra in un bacio dolcissimo mentre Francisco si aggrappava alla gamba del padre non guardando quella scena che gli faceva abbastanza ribrezzo da bambino di tre anni e mezzo quale era.
"Papà, basta!" esclamò interrompendoli mentre entrambi scoppiarono a ridere "Ho fame!" continuò subito dopo.
Isabella si abbassò alla sua altezza e lo prese in braccio mentre gli riempiva il viso di baci e pernacchie.
"Allora se questo campione ha fame, lo portiamo a fare colazione, che ne dici papi?" chiese lei guardando Francisco che le sorrideva e si avvicinava di nuovo a lei mettendole il braccio attorno alla vita e iniziando a camminare lungo la via che li avrebbe portati in pasticceria a fare colazione.
La pasticceria Impero in centro era sempre stata la meta preferita di Isabella e Sara per le loro colazioni prima di andare a scuola o addirittura, prima di entrare un'ora dopo saltando così l'interrogazione di matematica.
Si sedettero sui tavoli sotto i portici mentre Isabella entrò e prese la colazione per tutti, per lei prese due brioche alla marmellata e per gli altri due li prese alla cioccolata, sapeva che il bambino ne sarebbe andato matto.
"Come mai ne hai prese due?" le chiese il ragazzo ridendo mentre metteva una bustina di zucchero nel caffè.
Isabella non seppe subito cosa rispondere, aveva notato che da quando aveva scoperto di essere incinta aveva sempre molta più fame così invece che fare due colazioni, ne faceva direttamente una solo che molto più abbondante.
"Alla mattina ho sempre troppa fame così faccio la colazione abbondante ed evito di farne due..." alzò le spalle sperando che Francisco non volle fare altre domande e così fu.
Addentò la sua brioche e intanto guardava il viso del piccolo Isco jr. completamente sporco di cioccolata fino alle guance.
Isabella gli diede una mano a ripulirsi e lui rise mentre lei gli faceva delle facce buffe, quel bambino le aveva decisamente cambiato la vita da quando lo aveva curato la prima volta e non poteva fare a meno di passare del tempo con lui in quei giorni.
Francisco li guardava in continuazione, quella ragazza e quel bambino erano diventati la sua intera vita; da quando si era ritrovato ad essere padre da solo a ventidue anni, era dovuto crescere tutto in un momento e oltre che crescere lui stesso doveva correre dietro ad un bambino che sarebbe diventato la ragione della sua vita e quella ragazza lo aveva cresciuto ancor di più facendogli capire il vero significato della parola "amore".
Non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero del giorno dopo in cui lui e il bambino sarebbero partiti per Madrid, doveva assolutamente parlare e chiederle di andare con loro, ora che l'aveva ritrovata non aveva intenzione di perderla ancora.
Quando ebbero finito di mangiare si alzarono e Isabella chiese al fidanzato se gli andava di accompagnarla all'università per ritirare alcuni documenti per iniziare il quarto anno e lui acconsentì, non gli interessava cosa avrebbero fatto, gli bastava stare insieme a lei.

"Buongiorno signorina, mi dica, di cosa ha bisogno?" esordì la signora dietro il vetro della segreteria.
"Buongiorno, vorrei ritirare i miei documenti e il libretto con le valutazioni d'esame." rispose Isabella con un sorriso mostrando la carta d'identità per dare possibilità alla donna di fronte a lei di cercarla sul computer per poter stampare il tutto.
"Mi scusi, posso sapere perché vuole ritirare tutto?" chiese ancora la donna "Se si ritirerà prima del quarto anno perderà tutti gli esami fatti e dovrà ricominciare da capo..." continuò.
"Non voglio ritirarmi, devo solo trasferirmi..." sorrise ancora Isabella mentre ogni tanto guardava il suo ragazzo che non riusciva a capire una parola di italiano.
"Ah perfetto, mi dica in quale università e provvederemo noi a mandare tutti i documenti necessari perché la accettino senza problemi." rispose la donna davanti a lei attendendo che le desse il nome dell'università da lei scelta.
"Universidad Europea Internacional di Madrid." rispose la ragazza sorridendo mentre a sentire quel nome, Francisco la guardò incredulo e le diede un colpetto sul braccio per farla girare verso di lui.
Isabella lo guardò negli occhi e sorrise mentre lui faceva lo stesso e si avvicinava leggermente fino ad intrecciare le loro dita.
Quando uscirono dall'università con tutti i documenti necessari per il trasferimento, Francisco si avvicinò a lei e le prese dolcemente il viso tra le mani unendo le loro labbra direttamente, senza darle il tempo di dire niente.
"Grazie per avermi perdonato..." disse subito dopo essersi staccato da lei mentre aveva ancora la fronte appoggiata alla sua.
"Mi aiuti a preparare le valigie?" chiese lei sorridendo e lui annuì "Solo, potresti ospitarmi per qualche giorno? Prima che io trovi una sistemazione definitiva..." continuò lei mentre riprendeva a camminare per tornare verso il centro e poi andare a casa.
Francisco si fermò mentre la teneva ancora per mano e sorrise.
"Tu ce l'hai già una sistemazione definitiva a Madrid..." disse solamente.
"No ma, non voglio disturbare e rompere la quotidianità che hai con Isquito..." rispose lei.
"No Bella, siamo stati separati per troppo tempo e io voglio vivere con te ora, non voglio che altri ostacoli ci dividano." continuò lui con aria seria mentre lei gli accarezzava la barba e lo ringraziava dandogli un altro bacio.

Non appena furono rientrati a casa, lei iniziò subito a preparare le valigie e nemmeno si accorse che era già arrivato il pomeriggio fino a quando non guardò l'orologio; Isquito dormiva sul letto mentre Francisco la aiutava a preparare la valigia che il giorno dopo si sarebbe portata via.
"Tra un po' devo andare..." disse lui dopo poco.
"Senti, non è che ti andrebbe di rimanere qui stanotte?" chiese lei senza pensarci più di tanto "C'è anche la stanza in più per far dormire Isquito, se avessi avuto il letto matrimoniale sarebbe potuto rimanere con noi..." continuò.
"Ti prego..." chiese ancora lei mentre lui le sorrideva.
"Certo che rimango...sarei rimasto anche se avessi avuto solo un letto singolo in cui dormire in tre..." rispose ridendo mentre la abbracciava dolcemente e le lasciava un bacio sul collo "Ti amo." disse ancora prima di stringerla di più.
"Anche io." rispose solamente lei prima di affondare il viso nell'incavo del collo del ragazzo, finalmente poteva ricominciare a vivere seriamente con lui al proprio fianco.

Por fin te encontré. | IscoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora