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Marinette rimase lì immobile al centro della stanza.
Non sentí Tikki che provava a chiamarla nè tantomeno il rumore della porta.
Si accorse della presenza di qualcuno solo quando sentì una mano posarsi sulla spalla.
Quando vide gli occhi di Luka guardarla con sguardo triste quasi compassionevole fu come se un'intera scossa elettrica le avesse percorso il corpo.
Si allontanò scottata e cerco di riprendere il controllo del suo corpo.
- io non .. - disse ma nessun'altra parola di senso compiuto riuscì ad uscire.
Da quanto tempo Luka era lí? Aveva sentito tutto ? Cosa c'era poi da sentire, era solo un amico che chiedeva un favore ad un'amica. Non poteva aver sentito il suo cuore che cadeva a pezzi , vero?
Inspiró ed espiró profondamente cercando di calmarsi e cercando di impedire alle lacrime di prendere il sopravvento.
Le labbra tremavano.
Non voleva piangere, non davanti a lui.
E perché continuava a guardarla in quel modo così .. triste ...non poteva reggere il suo sguardo.
- sto bene giuro. Ora devo andare - disse con uno sforzo tremendo cercando di far sembrare il tono della sua voce calmo e facendo qualche passo verso la porta.
- Marinette sei qui ? Ho visto che sei rimasta sola con Adrien che vi siete detti ? Marinette? -
La voce di Alya che si avvicinava alla porta fece crollare tutti i suoi buoni propositi.
Non poteva farcela ad affrontare Alya, lei avrebbe capito subito e non ce l'avrebbe fatta a trattenere le lacrime.
Non voleva piangere ...
Non voleva parlare con Alya.

Quello che accadde dopo lo ricordava come un sogno, un'immagine annebbiata dal pianto e dallo stordimento.
Luka la prese con forza con una mano sulla nuca, e premette la sua faccia nella sua maglietta stringendola in un abbraccio un poco rude, che le schiacciava la faccia e la costringeva a respirare il suo odore.
Ma era anche caldo, rassicurante e le permetteva di rilassarsi un attimo e lasciare andare delle lacrime silenziose e nascoste dal petto del ragazzo.
Poi disse qualcosa per allontanare Alya e impedirle di entrare nella stanza, qualcosa come il fatto che si stava cambiando e che con lui non c'era nessuno.
Qualunque cosa avesse detto doveva aver funzionato, perché Alya non entrò e andò a cercarla da un' altra parte.
Non seppe quanto tempo rimase così, quanto tempo pianse, quante lacrime aveva versato, ma si ritrovo stretta nell'abbraccio calmante di Luka che con una mano le teneva la nuca mentre l'altra scorreva su e giù lungo la schiena, tranquillizzandola.
Scoprí di aver anche chiuso gli occhi.
Scoprí anche di aver smesso di piangere e di non volersi allontanare da quell'abbraccio. Non solo perché stava bene ma anche perché sarebbe stato imbarazzante. Cosa avrebbe dovuto dire ? Cosa avrebbe dovuto fare ?
Luka forse sentí il cambio del suo respiro e si accorse del suo imbarazzo perché con molta calma la allontanó da se guardandola negli occhi e sorridendole.
-ora dovrò sul serio cambiare la mia maglietta  -disse indicando i punti in cui era bagnata per via delle lacrime della ragazza.
Marinette arrossì mortificata. Almeno lui non le aveva chiesto niente, né aveva preteso che ne parlasse.
Voleva anche scusarsi e ringraziarlo ma al momento non sapeva davvero da dove cominciare per via dell'imbarazzo.
Luka si tolse la camicia rimanendo solo con la maglia a mezze maniche poi si voltò di nuovo verso la ragazza con un sorriso furbo.
- non avevo capito volessi goderti lo spettacolo - disse divertito.
Solo allora Marinette realizzó che il ragazzo si stava per cambiare la maglia esattamente come aveva detto. Lí. Davanti a lei.
Diventó rossissima e si coprì gli occhi con le mani.
- scusa io non volevo, scusa scusa scusa esco subito- disse rossissima prendendo la via della porta più velocemente possibile.
Mette scappava via gli sembrò di sentire una risposta.
- non mi sarebbe dispiaciuto se fossi rimasta-
Se lo doveva essere sognata. Se lo era SICURAMENTE sognata.
Corse via rendendosi conto di non averlo neanche ringraziato.
Luka all'interno della stanza si tolse la maglietta cercandone una pulita e sospirando frustrato.
Decisamente non era bravo con le parole.
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