Justin's POV
"Guarda, c'è anche la radio."
Non faccio in tempo a dirle di non accenderla che lei l'ha già fatto.
Un brivido mi attraversa la schiena, non appena sento le parole della canzone.
"Spegnila."
Sento il suo sguardo posarsi su di me, e un secondo dopo la voce del cantante si spegne insieme alla radio.
"Mi dispiace." Sussurra.
Replico con un alzata di spalle e tengo lo sguardo fisso sul mare.
"Sei arrabbiato."
"No, per niente. La musica mi fa pensare a cose a cui preferirei non pensare, te l'ho detto."
"Justin, sono passati cinque anni...non credi che sia ora di cominciare ad andare avanti?"
"Andare avanti? Strano sentirtelo dire visto che mi pare tu non l'abbia ancora fatto."
Sento montare la rabbia e il dolore dentro di me. Come uno tsunami pronto a travolgere me e tutti quelli che ho intorno.
"Che cosa vorresti dire con questo?"
"Voglio dire che tu non hai ancora superato il dolore degli anni passati. Non ti fidi di nessuno, pensi che tutti gli uomini siano dei bastardi stupratori, ma non è così e non dovresti avere pregiudizi. Tu non sei andata avanti. La musica per me è come il sesso per te."
Mi prendo a schiaffi mentalmente per quest'ultima frase, perché mi rendo conto che sono due cose completamente diverse. Ma ormai non posso ritirare quello che ho detto.
"Non si tratta minimamente delle stessa cosa Justin, e tu lo sai." Ha uno sguardo ferito mentre lo dice.
"Per come la vedo io si. Ogni canzone che ascolto per me è come se mi stu-"
Sento il bruciore espandersi sulla guancia ancora prima che la sua mano entrasse in contatto con la mia faccia.
Karisma avvicina il viso al mio e mi afferra per la maglietta, scorgo un lampo di dolore nei suoi occhi. Ma la sua espressione mi fa pensare che se solo osassi pronunciare un'altra parola mi ritroverei con un proiettile nel cervello.
"Non ascoltare la musica per te è un modo per soffocare il ricordo di tua sorella. Cosa ingiusta e sbagliata nei suoi confronti perché lei meriterebbe di essere ricordata. Pensare a lei mentre canta per casa oltre che alla nostalgia o al dolore dovrebbe farti ricordare la felicità che hai provato in quei momenti. E sono sicura che lei è delusa dal fatto che dopo cinque anni non sei ancora pronto a ricominciare a vivere la tua vita. Sai invece cosa provo io quando ripenso a tutte le violenze che ho subito? Sofferenza, Justin. Soffro perché quello che mi ha tolto quel ragazzo a quella festa è una cosa che non mi ridarà nessuno. È una cosa che avrei dovuto perdere con il ragazzo che amo. E mi faccio schifo perché mi sento sporca ogni volta che ripenso a tutti gli uomini che mi hanno toccata. Quindi non venirmi a dire che la musica per te è come quello che ho subito io. Perché non è così."
Mi lascia andare e penso che una pugnalata al cuore sarebbe stata mille volte meglio dello sguardo di disprezzo che mi ha rivolto.
Non riesco a dire niente, niente. Qualsiasi cosa mi sembra stupida, e non c'è nulla che potrei dirle per farmi perdonare o anche solo per migliorare la situazione.
Sono uno stronzo.
Credevo fosse Jaxon quello bisognoso di aiuto per andare oltre la perdita di Jazmyn. Ma come al solito non ho capito un cazzo, perché io sono messo come lui. Se non peggio.
"Riportami a casa per favore."
La guardo per un tempo che mi sembra infinito e sento crollarmi il mondo addosso. "Certo..."
...
Durante il viaggio in macchina Karisma non mi ha rivolto la parola, e io non ho provato a rivolgerla a lei perché mi sarei beccato un altro schiaffo, che sarebbe stato più che meritato.
Non appena mi fermo vicino a casa sua, faccio per dirle qualcosa ma lei apre lo sportello e scende sbattendolo.
La seguo con lo sguardo finché non entra nel vialetto di casa sua.
Mi accascio sul sedile e mi sfogo prendendo a pugni il cruscotto finché non mi esce il sangue delle nocche e, dolorante, poggio la testa sul volante crogiolandomi nei sensi di colpa.
All'improvviso sento bussare al finestrino e alzo di scatto la testa pensando sia lei. "Kari-"
Non è lei, ma un tizio completamente vestito di nero. Il cappuccio della felpa mi impedisce di vedere il suo viso, e il buio di certo non aiuta.
Iniziano a sentirsi dei tuoni e la pioggia inizia a scendere, sempre più fitta.
Abbasso il finestrino fissando l'uomo davanti a me.
"Posso aiutarti?"
Nemmeno risponde, mi sferra un pugno sullo zigomo destro prima di aprire lo sportello e buttarmi per terra.
Mi sfugge un lamento per la caduta; alzo lo sguardo per cercare di capire chi è questo tipo e perchè ce l'ha con me, ma ecco che mi arriva un calcio dritto in pancia.
Cerco di tirarmi su, ma ci pensa lui prendendomi per il collo e sbattendomi sul parabrezza.
Blocco un pugno, che probabilmente mi avrebbe rotto il naso, e gliene sferro uno io.
Lo colpisco un'altra volta e gli do un calcio sul petto facendo leva sulla macchina.
L'impatto con i miei piedi gli fa volare indietro il cappuccio, rivelando il suo volto.
E sorpresa, sorpresa: è Brandon.
Che bel modo di finire una giornata di merda.
"Che cazzo vuoi da me?" lo spintono.
"Non devi più avvicinarti a lei, capito?" un altro pugno.
Ha uno sguardo assatanato, ma non mi lascio intimidire.
"Lei? Non so di cosa tu stia parlando."
"Fa anche il simpatico lo stronzo." Mi colpisce alle gambe, facendomi cadere con il culo per terra.
Karisma aveva ragione; questa sottospecie di gorilla non evoluto ci ha scoperti, e io non le volevo neanche credere.
"Io faccio il cazzo che mi pare. E di certo non mi farò spaventare da un bastardo come te." Lo provoco, e lui comincia a colpirmi ripetutamente sul viso.
Quando si è stancato gli sputo un rivolo di sangue addosso e mi lascio andare ad una risata. "Tutto qui quello che sai fare?"
Brandon mi tira su dalla maglietta e mi fa volare sulla macchina stringendomi il collo.
"Vediamo se ridi ancora dopo questo."
Cerco di respirare mentre lui prende il cellulare parandomelo davanti gli occhi.
In primo piano, sullo schermo, si vede la canna di un fucile che mira alla finestra di una camera in cui si intravede un ragazzo biondo girato di spalle.
"C-che cos'è?" ansimo.
"Oh aspetta qualche altro secondo."
Continuo a guardare il filmato. Il ragazzo si sta muovendo e all'improvviso si gira verso la telecamera.
Mi sento stringere il cuore nel petto e una vaga sensazione di nausea mi attanaglia lo stomaco.
Quello è Jaxon.
Sposto lo sguardo su Brandon e serro la mascella. "Che cosa vuoi?"
Mi lascia andare la gola e finalmente ricomincio a respirare.
"Voglio che non ti avvicini più a Karisma, o faccio saltare la testa a tuo fratello."
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Bullets Of Love
RomansaDue gang rivali. Due passati tormentati e un futuro altrettanto complicato. Quanto deve essere forte l'amore tra due gangster, per sopravvivere?